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Scritto da Raffaella Quadri in data Febbraio 16, 2022
Spostarsi, viaggiare, muoversi ovunque con mezzi che usano una fonte pulita, inesauribile e che produce solo calore e acqua. Fantascienza? No, semplicemente chimica.
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La ricerca tecnologica studia da tempo mezzi di trasporto che siano rispettosi dell’ambiente e che inquinino meno. Il problema delle emissioni di CO2 riguarda ormai tutti gli aspetti della nostra vita, compreso il come ci spostiamo o muoviamo beni e merci. È stato calcolato che circa un terzo del rilascio in atmosfera di anidride carbonica e altri gas climalteranti sia dovuto proprio alle emissioni dei trasporti.
Idrogeno: il combustibile del futuro
Tra le tecnologie che l’industria dell’automotive ha sviluppato, c’è quella dell’idrogeno.
La costituzione di un parco automobilistico a idrogeno resta però ancora un sogno tutto da realizzare, per quanto qualche esempio di successo non manchi. In particolare c’è n’è uno recente e a firma italiana.
Per scoprirlo dobbiamo andare in Spagna, a Valencia, dove entrerà in funzione il primo mezzo a idrogeno mai utilizzato in un porto europeo.
Si tratta di uno yard truck ovvero di un trattore portuale a quattro ruote. È stato ideato e sviluppato dal distretto Atena (Alta Tecnologia Energia Ambiente), che ha collaborato al progetto con l’agenzia nazionale Enea, i Cantieri del Mediterraneo e le Università di Napoli “Parthenope” e di Salerno. Rientra nell’ambito del progetto europeo H2Ports che ha un valore di 4 milioni di euro. Sarà testato dall’azienda Valencia Terminal Europa, una consociata del Gruppo Grimaldi, e servirà per la movimentazione delle merci.
Motore a idrogeno
Il trattore portuale è un prototipo, un truck 4×4 alimentato a idrogeno. È dotato di un propulsore ibrido a celle a combustibile, e di batterie agli ioni di litio. Il motore, elettrico e ad alta efficienza, può ricevere energia contemporaneamente proprio dalle celle o dalla batteria. Quest’ultima viene caricata durante il movimento stesso del truck, in particolare quando frena e quando decelera.
Il trattore dunque, grazie all’alimentazione a idrogeno, emetterà al posto dei gas combusti solo acqua e calore. Un sistema completamente pulito, a emissioni zero.
Oltre a garantire questo, deve però essere anche funzionale. I ricercatori che lo hanno sviluppato spiegano che il motore a idrogeno è in grado di garantire una buona autonomia operativa del mezzo. Il serbatoio può contenere circa 12 chilogrammi di idrogeno, una quantità sufficiente per consentire al prototipo di funzionare in maniera continua per almeno 6 ore. Una volta svuotato, il serbatoio potrà essere riempito nuovamente di altro carburante attraverso la stazione mobile di rifornimento di idrogeno, altra nuova tecnologia che fa parte del progetto. Anche in questo caso l’efficienza è data dai brevi tempi necessari per effettuare il rifornimento e dai bassi costi di manutenzione.
H2Ports: tre iniziative pilota nel progetto
Il trattore avrà modo di operare per i prossimi due anni in uno spazio di oltre 350.000 metri quadrati che costituisce la dimensione del terminal del gruppo italiano Grimaldi.
Accanto al prototipo del trattore, inoltre, il progetto europeo ha portato alla realizzazione anche di:
- una stazione mobile di rifornimento di idrogeno sviluppata da Centro Nacional del Hidrógeno
- un carrello elevatore – reach stacker – sviluppato da Hyster Yale
Le tre tecnologie saranno così testate in condizioni operative. In particolare il carrello elevatore, anch’esso alimentato a idrogeno come il trattore, sarà utilizzato per le operazioni di carico e scarico delle navi, e per il trasporto di container. Mentre la stazione mobile si occuperà di rifornire di idrogeno sia il truck sia il carrello.
L’obiettivo del progetto H2Ports è di testare la validità di queste tecnologie a zero emissioni nel loro impiego nel settore portuale. E quello di Valencia sarà, in questo, il primo porto europeo ad adottare tali innovazioni.
I vantaggi del ricorso a questi tipi di tecnologie sono rappresentati, da un lato, dall’uso di fonti energetiche rinnovabili e pulite, e dall’altro dalle emissioni evitate di gas inquinanti.
I ricercatori di Enea hanno calcolato che l’adozione di mezzi alimentati a idrogeno per la logistica portuale permetterebbe di evitare ogni anno l’immissione in atmosfera di oltre 500 tonnellate di anidride carbonica (CO2) e di 5 tonnellate di ossidi di azoto (NOx).
Iniziamo quindi a spostare le nostre merci in maniera più sostenibile, in attesa di viaggiare tutti per il mondo con mezzi di trasporto a emissioni zero.
Musica: “Travel The World” – Superbus
Foto in copertina: minka2507 – Pixabay
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