Direzione Sole

Scritto da in data Agosto 14, 2018

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Il 12 agosto ha preso il via la missione Nasa della sonda Parker Solar Probe. A partire dal prossimo novembre per sette anni il velivolo spaziale studierà molto da vicino il Sole, per scoprire ciò che ancora ci sfugge della nostra stella. Raffaella Quadri per Radio Bullets. Musica di Walter Sguazzin.

Photo Credit: Nasa/Bill Ingalls.

Tre mesi di viaggio per un’avventura che durerà sette anni. Non si tratta dell’ultima moda della vacanze estreme – anche se l’idea non sarebbe male – bensì, della missione firmata Nasa che ha appena preso il via con il lancio lo scorso 12 agosto, da Cape Canaveral in Florida, della sonda Parker Solar Probe decollata alla volta niente di meno che del Sole.

A novembre la sonda dovrebbe giungere a destinazione e, dal mese successivo, iniziare a inviare i dati e fornire i primi riscontri della propria ricerca. Lo scopo della missione è svelare ciò che ancora non sappiamo della stella da cui dipende la vita sul nostro pianeta e quindi la nostra esistenza. Si tratta però di una missione che richiederà almeno sette anni per essere portata a termine, dovremo quindi attendere fino al 2025 circa per tirare le somme conclusive di questa avventura.

 

La rotta della sonda è stata studiata nei minimi dettagli e, per la prima volta, porterà un veicolo spaziale mai così vicino al Sole. Le manovre di avvicinamento coinvolgeranno Venere attorno a cui Parker Solar Probe girerà per sette volte; l’orbita e la forza gravitazionale del pianeta saranno sfruttate dalla sonda per avvicinarsi in sicurezza alla superficie solare, da cui la separeranno solo poco più di sei milioni di chilometri – poca cosa se si pensa che tra Terra e Sole corrono quasi centocinquanta milioni di chilometri.

Parker Solar Probe si muoverà attorno alla nostra stella e viaggerà attraverso la sua atmosfera a una velocità che sfiorerà i settecentomila chilometri all’ora. E mentre effettuerà questo suo viaggio, avrà il compito di fare una serie di misurazioni e di raccogliere dati e osservazioni della corona solare, ovvero la parte più esterna della sua atmosfera, inviandole alla Terra.

In particolare oggetto dello studio sarà il fenomeno del vento solare e delle particelle energetiche solari. Comprendere come si origina il vento solare e come si sviluppa aiuterà a capire meglio anche la sua influenza sul campo magnetico del nostro pianeta.

L’idea di una missione solare in loco era nell’aria già da tempo ma a renderla possibile è stato il livello di tecnologia raggiunto negli ultimi anni che permette ora di avere una dotazione tecnica in grado di resistere alle elevate temperature solari.

La sonda e la sua strumentazione – costituita da un coronografo, dai rivelatori di campi elettrici e magnetici, e dai rivelatori di particelle energetiche – potranno avvicinarsi così tanto al Sole perché saranno protette da uno schermo realizzato in carbonio composito spesso quasi dodici centimetri, in grado di resistere per così lungo tempo alle elevatissime temperature che, in prossimità della corona solare, possono superare i milletrecento gradi centigradi.

Quindi quando tra sette anni la missione sarà terminata sapremo qualcosa di più e –speriamo qualcosa anche di strabiliante– di quella energia che a ci scalda e permette la vita sulla Terra.

Tra le persone che hanno assistito al lancio dalla base di Cape Canaveral era presente anche il professor Eugene Parker, l’astrofisico oggi novantunenne a cui la sonda è stata dedicata in quanto negli anni Cinquanta teorizzò l’esistenza del vento solare.

 

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