Draghi prende il volo: le donne restano a terra

Scritto da in data Febbraio 17, 2021

A cura di Loretta Bondì e Silvia Vaccaro.

Intervista con la giornalista Stefania Tamburello, autrice del libro “Mario Draghi, il Governatore”.

In queste settimane Mario Draghi si è sentito tirare la giacchetta di ottimo taglio da una variegata moltitudine di questuanti, anche in modo imprevedibile, ovvero da portatori di voraci appetiti. Ma c’è una bella differenza tra questua e rivendicazioni sacrosante. Si auspica che Draghi sappia coglierla fino in fondo. A questo proposito chiediamo lumi a Stefania Tamburello, per anni giornalista per le pagine economiche e finanziarie del Corriere della Sera e autrice del libro “Mario Draghi, il Governatore”, pubblicato nel 2011.

Purtroppo la storia si ripete: il nuovo governo fotografa la disparità di genere già nella sua stessa composizione. Su 23 ministeri le donne ne guideranno 8, per la maggior parte senza portafoglio. Nessuna ministra è stata espressa da PD e LEU. Chi si aspettava una svolta epocale in termini d’inclusione di genere, chi si aspettava che Draghi buttasse il cuore oltre l’ostacolo nel selezionare il suo team, è rimasto deluso.

Da quasi un anno ci chiediamo se la pandemia avrebbe avuto un corso diverso in presenza di una medicina di comunità e di prossimità. I dati sul crollo dell’occupazione delle donne, che sono state colpite in maniera sproporzionata dalle ripercussioni economiche della crisi, sono davvero preoccupanti: nel solo dicembre scorso, su 101.000 posti perduti, ben 99.000 sono di donne.

Inoltre, in mancanza di strutture adeguate perché storicamente carenti o spolpate da tagli sovente lineari, le donne si sono dovute sobbarcare ulteriori carichi di cura. Sono, queste, carenze e iniquità che sollecitano e ripropongono riflessioni sulla disuguaglianza di genere e sui correttivi necessari. È drammaticamente evidente che non si è strillato “al lupo” quando ci si appellava a livellare il campo delle disparità di genere con misure non solo urgenti ma efficacemente mirate.

In questa cornice di governo che esprime anzitutto cautela − un colpo al cerchio e uno alla botte − è giusto chiedersi se il nuovo presidente del Consiglio saprà tracciare un percorso virtuoso e innovativo. Vale a dire un percorso che porti a posti di lavoro qualificanti, rilanci la capacità d’intervento pubblico a garanzia dei diritti fondamentali, inclusi i diritti di genere, valorizzi l’esperienza del terzo settore che ha tenuto insieme il tessuto di intere comunità, avvii il paese verso la sostenibilità ambientale.

Giriamo a  Stefania Tamburello questi interrogativi. Le chiediamo quanta familiarità e sensibilità abbia Draghi con le questioni di genere e con il terzo settore. Ricordiamo che da più parti il movimento delle donne aveva chiesto al nuovo governo di restituire alle pari opportunità lo status di dicastero. Si chiedeva, inoltre, che il dossier “pari opportunità” venisse affidato a una persona legata al movimento stesso. Questo non è avvenuto. Tamburello valuta questa doppia omissione e ipotizza la metodologia che il nuovo governo adotterà, sia nella scelta dei collaboratori e collaboratrici, sia nell’affrontare i temi del lavoro — soprattutto, ma non esclusivamente — giovanile, dell’ambiente, della salute, il balzo di conoscenza anche tecnologica e l’equità.

In copertina: foto da pixabay

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