Idrogeno a vele spiegate
Scritto da Raffaella Quadri in data Settembre 28, 2022
Siamo abituati a parlare di mobilità a emissioni zero riferendoci alle automobili, ma che dire di barche e natanti?
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Futura: la barca a vela a idrogeno a emissioni zero
Anche in ambito nautico c’è ampio spazio per l’applicazione di soluzioni a basso consumo e, soprattutto, che sappiano ridurre significativamente le emissioni di CO2 in atmosfera.
L’agenzia italiana Enea ha realizzato, in proposito, un modello di barca a vela in cui la caratteristica preponderante è l’ecosostenibilità.
Si tratta di una barca di piccole dimensioni: con i suoi sei metri di lunghezza e seicento chilogrammi di peso può trasportare quattro persone. Battezzata con un nome che fa ben sperare anche per lo sviluppo delle sue tecnologie, Futura è dotata di propulsione elettrica alimentata a idrogeno (H2) e accentra su di sé tecnologie che possono cambiare il modo di considerare la navigazione.
È stata dotata di una cella a combustibile da 1 kW dell’azienda Arco-FC, che ha collaborato al progetto. La cella ha il compito di trasformare l’idrogeno in energia elettrica a zero emissioni. Il motore elettrico è capace di garantire cinque ore di autonomia a una velocità di navigazione di 2,5 nodi — pari a circa 4 km/h — mentre l’idrogeno è stoccato in una apposita bombola fornita da Linde Gas Italia, altra azienda partner del progetto che ha affiancato Enea anche nell’approvvigionamento dell’idrogeno.
Alle cinque ore di autonomia del propulsore elettrico a H2, si aggiungono altre due ore garantite da una batteria ricaricata attraverso due pannelli fotovoltaici che completa la dotazione di Futura.
La tecnologia della barca a vela Futura:
- cella a combustibile da 1 kW
- motore elettrico
- bombola per stoccaggio idrogeno
- batteria
- pannello fotovoltaico
Il ricorso all’idrogeno consentirà di avere bassi tempi di rifornimento e, soprattutto, di annullare le emissioni di CO2, mentre l’applicazione di celle a combustibile e della batteria alimentata dall’energia solare permetteranno alla barca a vela di essere autonoma.
Nuove idee: da Futura al futuro della navigazione
Futura è solo un primo prototipo. Ora Enea e le realtà che hanno collaborato all’ideazione della tecnologia di Futura — la Lega Navale Italiana (LNI), le già citate aziende Arco-FC e Linde Gas Italia, oltre all’Università La Sapienza di Roma e alla Nautica “Il Gabbiano” per la logistica — stanno già lavorando alla realizzazione di altre tipologie di natanti, anche di taglie più grandi rispetto a Futura. L’intento è di riuscire ad assecondare le diverse richieste di un mercato che si sta ampliando sempre di più.
Sui prossimi modelli i ricercatori hanno in progetto di testare il ricorso anche ad altre tecnologie green. In primis, sistemi di micro-eolico e di idro-generazione, oltre a nuovi dispositivi di stoccaggio e di celle elettrolitiche. Queste ultime — dette anche elettrolizzatori — sono alimentate da energia elettrica e servono per rompere le molecole dell’acqua separandone i componenti, ovvero ottenendo ossigeno e idrogeno.
L’idrogeno nei progetti per l’Europa
Futura non è il solo progetto sul ricorso all’idrogeno come combustibile a cui Enea ha partecipato. In Technomondo avevamo parlato della realizzazione di uno yard truck, un trattore portuale a quattro ruote alimentato a idrogeno e realizzato nell’ambito del progetto europeo H2Ports per il porto di Valencia.
Proprio all’interno del progetto europeo, a luglio del 2022 il porto spagnolo ha avviato l’installazione di un generatore di idrogeno, una stazione di rifornimento che avrà il compito di fornire il carburante necessario a garantire i cicli di lavoro continui delle apparecchiature facenti parte del progetto H2Ports. Tra queste vi sarà anche il trattore progettato da Enea.
Testata in Italia l’auto a idrogeno
Il 23 settembre, infine, si è svolto a Casaccia (Roma), presso il Centro Ricerche di Enea, il test drive di un’auto a idrogeno, una berlina a celle a combustibile alimentata a idrogeno. La vettura, una Toyota Mirai, è in grado di avere un’autonomia di 650 km e può rifornirsi in meno di cinque minuti. Ma soprattutto, essendo alimentata a idrogeno, non emette fumi combusti bensì gocce d’acqua.
Il test conclude il percorso formativo H2 Summer School cui hanno preso parte cinquanta partecipanti.
Organizzata dal Dipartimento Enea di Tecnologie energetiche e Fonti rinnovabili, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma e l’Associazione italiana di Ingegneria chimica, la H2 Summer School si rivolge a dottorandi, ricercatori e giovani professionisti che lavorano nei settori dello sviluppo delle tecnologie dell’idrogeno. La prossima edizione della scuola estiva si terrà a settembre 2023.
Il Centro Casaccia di Enea, inoltre, è stato scelto per ospitare la Hydrogen demo Valley, il polo infrastrutturale finanziato con quattordici milioni di euro dal Mite (Ministero della Transizione Ecologica) per sviluppare tecnologie, servizi e infrastrutture al fine di creare una filiera nazionale di produzione, trasporto, accumulo e utilizzo di idrogeno.
In definitiva, i progetti di ricerca sono numerosi per un tema, quello energetico, che è importante da sempre, ma a cui si sta prestando la dovuta attenzione solo ora, tanto per i crescenti costi di energia e combustibili, quanto per gli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno palesando in tutta la loro gravità. Queste innovazioni tecnologiche, dunque, sono diventate davvero indispensabili: che si tratti di auto, di trattori o di barche, senza dubbio, ognuna di esse è un passo in più verso la tanto ricercata transizione ecologica.
Musica: “La leggenda del pianista sull’oceano” – Ennio Morricone
Foto in copertina: Enea
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