“Inventario di alcune cose perdute”
Scritto da Valentina Barile in data Febbraio 4, 2022
«La rovina è un luogo utopico in cui passato e futuro diventano una cosa sola». Valentina Barile su Radio Bullets parla del libro di Judith Schalansky – scrittrice tedesca, Premio Strega Europeo 2020 – “Inventario di alcune cose perdute”, tradotto da Flavia Pantanella e pubblicato in Italia da Nottetempo, con Paolo Bosca, responsabile commerciale della casa editrice.
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Le cose incredibili
Attraverso le cose che vanno via e quelle che arrivano c’è lo spazio del presente con la memoria e le intenzioni. Dove finiscono le cose che si perdono? Paolo Bosca: «Ciò che sta a cuore a Judith Schalansky, e ciò che la muove, mi permetto di poter dire che è veramente un grande slancio di curiosità. Curiosità nei confronti di tutte le cose incredibili che alla fine si nascondono all’interno del mondo che abitiamo tutti i giorni, all’interno delle biblioteche che sono una grande passione della Schalansky, all’interno dei libri di storia, all’interno delle facciate dei palazzi nascosti in un bassorilievo. Insomma, quello che fa Judith Schalansky è veramente farsi condurre dalla curiosità, da un intuito, da una grande penna, anche; ma a mostrare come il passato alla fine rimanga un bagaglio inesauribile di storie al quale accedere e che, soprattutto, è davanti a noi, è di fronte a noi, bisogna cercarlo e questa ricerca dà senso e colore alla vita».
I fatti inediti
Come si raccolgono le storie inedite? Cosa fa un editore quando è davanti a una o più storie straordinarie? Paolo Bosca su Radio Bullets: «Nottetempo è una casa editrice medio-piccola dove, appunto, tutti noi, io e i miei colleghi, lavoriamo equamente alla riuscita di un libro, cioè è fondamentale ogni tassello. Vuol dire davvero che, da quando il libro entra in casa editrice a quando il libro è fuori da anni, ognuno fa il meglio affinché quel libro possa raggiungere più lettori possibili, che è una questione di vendita, di sostenibilità dell’editore, ma anche di diffusione di libri nei quali crediamo, perché noi essendo una piccola casa editrice non facciamo duemila libri l’anno, ne facciamo trenta, e quei trenta devono essere libri nei quali crediamo profondamente, e che quindi non possiamo perdere l’occasione di portare, diffondere e spingere anche presso il nostro lettorato».
Le storie dei luoghi
«Così raccoglievo e sottoponevo a un attento studio la moltitudine di piante che trovavo lungo i sentieri e i corsi dei ruscelli, nelle brughiere e nei campi, analizzavo le viscere corrose degli animali che erano morti per aver ingerito un cibo letale e compilavo i miei diari prefiggendomi il degno obiettivo di pubblicare un compendio delle piante velenose presenti in Boemia nonché un trattato sui funghi, eccellenti da mangiare, ma ben più spesso velenosi, che popolano queste lande. Proprio la scienza delle piante crittogame, all’epoca a lungo trascurata e poco prima ravvivata dall’impareggiabile Krombholz, si rivelò essere uno studio che come nessun altro mi avrebbe preparato al mio futuro ambito di interesse: la tutela della sopravvivenza delle cose nascoste». – da “Inventario di alcune cose perdute” di Judith Schalansky (Nottetempo).
Paolo Bosca conclude su Radio Bullets: «La rovina ha la grande particolarità di essere un oggetto tangibile, visibile, che si può toccare, nel quale scorre il tempo; cioè, la rovina ci permette di vedere lo scorrere del tempo. Nella rovina e in tutte le rovine di cui parla Schalansky nel libro e in tutte le cose perdute di cui ci racconta la storia vediamo il tempo che scorre, perché vediamo un oggetto del presente che proviene evidentemente al passato ma che ha passato così tante prove da garantirsi un posto anche nel futuro. La rovina è un po’ una prova tangibile del futuro. Chi veramente vuole lavorare sul futuro, scrivere il futuro, provare a immaginare il futuro è sempre costretto anche a lavorare sul passato, a rielaborarlo, a riscriverlo perché il passato è un così grande bagaglio di identità che senza scriverlo ogni volta di nuovo è impossibile accedere al futuro».
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