Donne in guerra: intervista a Barbara Schiavulli

Scritto da in data Luglio 28, 2022

«Seguo Kabul sin dall’inizio, da quando sono cadute le Torri Gemelle. Da allora in poi ho sempre continuato a seguire e raccontare storie, soprattutto delle donne, delle vittime della società civile, ma anche la guerra, la militanza, i militari, la politica».

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Raccontare i conflitti

Fin da quando aveva tredici anni, mentre le sue compagne di scuola volevano fare la ballerina o la dottoressa, Barbara Schiavulli, direttrice di Radio Bullets, voleva fare la giornalista, raccontando i soprusi e le violenze di chi la guerra la subisce.
Da oltre vent’anni è inviata di guerra in Afghanistan per dare voce alle donne vittime di violenza, in un paese in cui i diritti delle donne sono stati spazzati via a colpi di kalashnikov. Era l’agosto del 2021 quando i talebani, che fino a quel momento erano stati il nemico, diventano lo stato, e in Afghanistan le donne tornano ad avere paura, paura di uscire di casa, di vedere cancellati i pochi diritti che con gran fatica avevano conquistato, paura di non avere più un futuro.
Ecco perché, a un anno dal ritorno dei talebani, è importante continuare a raccontare la storia di un paese sull’orlo di una crisi umanitaria e che rischia di essere abbandonato a sé stesso. 

Donne e Afghanistan: ne parliamo con Barbara Schiavulli giornalista di guerra per Radio Bullets

Barbara Schiavulli, conduce la rubrica Parole Scompigliate e il Notiziario. È direttrice di Radio Bullets e inviata di guerra. Da oltre vent’anni segue le donne in Afghanistan, raccontandone i soprusi e le violenze subite ma anche la rinascita. Con l’arrivo dei talebani, però, tutto sta cambiando e la paura è tornata.

 

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