La campagna elettorale in Afghanistan è iniziata. Ed è già insanguinata

Scritto da in data Luglio 29, 2019

Ieri, verso le 17 ora locale, Kabul è stata colpita dall’ennesimo attentato. L’attacco è avvenuto durante il primo giorno di campagna elettorale per le elezioni di settembre, che prevedono 18 candidati alla Presidenza in Afghanistan. L’edificio del Green Trends Movements, dove si trova l’ufficio di Amrullah Saleh, politico afgano che corre alla vice presidenza con Ashraf Ghani, è stato colpito da un ‘attacco complesso’: diverse esplosioni, almeno 20 morti e 25 feriti.

“Al Centro chirurgico di Emergency per vittime di guerra, abbiamo ricevuto 11 pazienti. Tra di loro una bambina di meno di un anno. Siamo preoccupati che sia un promemoria della violenza che ha caratterizzato le precedenti tornate elettorali” racconta Marco Puntin, Program Coordinator Emergency.

Lo scorso ottobre, durante le elezioni legislative, è stato registrato il più alto numero di vittime civili mai registrato durante una giornata elettorale da quando Unama ne ha iniziato la documentazione sistematica. In totale ci furono 435 vittime civili (56 morti e 379 feriti) in 108 episodi accertati di violenza legata alle elezioni.

https://twitter.com/emergency_ong/status/1155545696923205634

Emergency è a Kabul dal 2001, con il Centro chirurgico che offre cure alle vittime della guerra che, nei primi 5 mesi del 2019, ha ammesso 1.414 pazienti, il 15% dei quali ha meno di 14 anni. “Ogni giorno, nel nostro ospedale, arrivano in media 9 nuovi pazienti vittime di una guerra infinita: il 56% di loro sono feriti di arma da fuoco, il 32% di schegge e mine”, spiegano.

Qualche giorno fa Gul Ahmad e Musa Khan – due afgani dello staff di Emergency – sono stati uccisi da un attacco aereo mentre percorrevano in moto la strada verso Ghazni, una città coinvolta da giorni in scontri violenti. “Gul Ahmad era il supervisore del nostro Posto di primo soccorso di Andar, uno dei distretti orientali della provincia di Ghazni, Musa Khan era addetto alle pulizie”, spiega l’ong. “I loro corpi, dilaniati dalla guerra, sono stati riconosciuti solo grazie al tesserino di Emergency che portavano con sé”.

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