La molecola del suono

Scritto da in data Giugno 2, 2022

Non sentire le parole degli altri, non percepire i suoni, non riuscire a distinguere i rumori che ci circondano. E se per ovviare a questi disturbi – per quanto gravi possano essere – bastasse una molecola?

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Sordità e ipoacusia: un problema globale

La sordità e l’ipoacusia, che causa la perdita parziale dell’udito, sono disturbi che affliggono milioni di persone nel mondo. Secondo di dati dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), oltre 1,5 miliardi di persone a livello globale convive con il problema della perdita dell’udito e, secondo le stime della stessa organizzazione, questo numero entro il 2030 potrebbe addirittura aumentare fino a 2,5 miliardi.
Le cause sono numerose, da problemi congeniti a malattie o infezioni all’orecchio, fino all’esposizione prolungata a suoni e rumori molto forti. Un problema quest’ultimo che riguarda una parte importante della popolazione più giovane: sempre l’OMS stima che più di un miliardo di persone tra i 12 e i 35 anni siano a rischio di perdita di udito proprio a causa dell’abitudine ad ascoltare suoni eccessivamente alti.
La perdita di udito, oltre a essere limitante, influisce parecchio sulla vita sociale di chi ne è affetto, che tende a isolarsi, e nel caso dei bambini può influenzare negativamente lo sviluppo del linguaggio ma anche il rendimento scolastico. Nei paesi in via di sviluppo, bambini affetti da sordità totale o parziale rischiano persino di non frequentare la scuola.

La soluzione alla sordità grazie alla chimica

Le persone affette da disturbi dell’udito o da sordità fanno spesso ricorso a impianti cocleali.
Sistemi in grado di ripristinare la percezione del suono, convertendo suoni e rumori del mondo esterno, captati attraverso dei microfoni, in segnali elettrici che, a loro volta, stimolano il nervo uditivo.
Vi sono però alcune limitazioni. Gli impianti cocleali tradizionali, ricorrendo a un’attivazione attraverso stimoli elettrici, non consentono una corretta percezione di tutti i suoni. Se vi sono rumori di sottofondo oppure più suoni insieme – come nel caso della musica – la percezione non risulterà ottimale.
La soluzione trovata da un team di ricercatori europei si propone di superare questi ostacoli attraverso il ricorso a una speciale molecola.

La molecola che attiva i neuroni uditivi

Lo studio europeo è condotto dall’Istituto di Bioingegneria della Catalogna (IBEC), in Spagna, in collaborazione con il Multiscale Bioimaging (MBExC) del University Medical Center di Göttingen (UMG), in Germania.
L’idea è stata di sviluppare una molecola chiamata TCP fast, capace di interagire con la luce – nel caso specifico si tratta di luce blu – e di fotoattivare i neuroni uditivi, ovvero di innescare l’attività dei neuroni che sono coinvolti nella capacità uditiva attraverso impulsi luminosi.
Il dato interessante è che tutto questo avviene senza alcuna manipolazione genetica dei neuroni cocleali. Una pratica che invece in passato si era resa necessaria per poter riattivare le loro capacità. Il nuovo composto si lega chimicamente a una proteina neurorecettrice e diventa una sorta di interruttore che permette ai neuroni di reagire, una volta che questi siano colpiti dalla luce.
Una stimolazione molto più precisa rispetto a quella elettrica dei tradizionali impianti cocleali. Il risultato è un udito migliore di quello che si otterrebbe con un impianto tradizionale, con un recupero della capacità di percepire i suoni che i ricercatori stessi hanno definito “quasi fisiologico”.

I passi futuri

Al momento sono state effettuate solo prove in laboratorio e si è ancora lontani dalla prima applicazione umana, ma i risultati sinora raggiunti aprono delle prospettive molto interessanti.
I prossimi passi, sostengono i ricercatori, consisteranno nel migliorare le caratteristiche della molecola.
Il controllo artificiale dell’attività neuronale sarà comunque un campo da esplorare ulteriormente e potrà portare a realizzare protesi capaci di regalare una migliore capacità uditiva, persino a chi è affetto da sordità totale.

Musica: “Ti sento” – Matia Bazar
Foto in copertina: geralt da Pixabay

 

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