La scienza che cambia il mondo

Scritto da in data Gennaio 2, 2019

 

Le Scienze, la nota rivista di divulgazione scientifica italiana, in occasione del proprio cinquantesimo, ripropone gli articoli di alcune tra le scoperte che ci hanno accompagnati negli ultimi cinquant’anni. Un viaggio nella storia della scienza contemporanea che ricorda le innovazioni realizzate e le basi di quelle a cui arriveremo nei prossimi anni. Intanto il 2019 inizia con un successo, il sorvolo dell’“ultima terra conoscibile” da parte della sonda New Horizons.
Raffaella Quadri per Radio Bullets. Musica di Walter Sguazzin.

Per questo primo appuntamento del nuovo anno con Technomondo faremo un ben augurante excursus tra alcuni studi che sono stati e che saranno alla base di nuove scoperte scientifiche e tecnologiche. L’occasione me l’ha fornita la rivista Le Scienze che a fine 2018 ha realizzato una raccolta speciale per festeggiare il proprio cinquantesimo. La rivista fu pubblicata per la prima volta a settembre del 1968 come versione italiana della statunitense Scientific American  fondata nel 1845, una rivista di divulgazione scientifica prestigiosa e ancora oggi molto diffusa, con versioni in tutto il mondo.
Tra gli oltre cinquemila articoli pubblicati dal 1968 al 2018, ne sono stati selezionati trentacinque. Si tratta di ricerche che hanno avuto e hanno ancora rilevanza nella vita di tutti noi; le tecnologie che utilizziamo o che, per diversi motivi, sono nelle nostre vite se non nascono da studi scientifici di certo si sviluppano e migliorano anche grazie a questi. Mi è parso interessante quindi dare un’occhiata al passato per capire dove siamo arrivati e dove andremo.

Selezionare gli articoli per la raccolta non deve essere stato semplice, i curatori hanno dovuto scegliere quali lavori, scoperte e ricerche abbiano segnato passaggi importanti della storia della scienza contemporanea sviluppatasi in solo mezzo secolo di vita. Scorrere il sommario è stato quindi come fare un viaggio nel tempo.
Un articolo pubblicato nel 1971, per esempio, presenta i progressi negli studi per la fecondazione in vitro, che allora era agli inizi, mentre nel 1975 si affrontava il tema dell’esistenza e della ricerca nell’universo di forme di vita extraterrestri.
Per non parlare poi di due firme eccellenti come Albert Einstein e Stephen Hawking. Del primo, nel 1979, in occasione del centenario della nascita dello scienziato, la rivista italiana propose la ripubblicazione di un articolo apparso nel 1950 sull’edizione americana e dedicato alla teoria della gravitazione. Di Hawking, invece, la raccolta propone un articolo datato 1977 nel quale il fisico inglese – venuto a mancare il 14 marzo 2018 – trattava della meccanica quantistica dei buchi neri.

Nel compendio compare poi un lavoro del 1987 che anticipava quanto sarebbe stato fatto in seguito per gli studi sulle onde gravitazionali, con la creazione degli interferometri Ligo e Virgo, di cui abbiamo parlato anche in questa rubrica; come ricorderete gli interferometri permisero nel settembre del 2015 di catturare per la prima volta i segnali delle onde gravitazionali, un passo importantissimo per la fisica moderna.
Da ricordare è anche l’articolo a firma di Andre Geim e Philip Kim sulla scoperta del grafene, ottenuto per la prima volta nel 2004, portando lo stesso Geim a conseguire, insieme a Konstantin Novoselov, il premio Nobel per la fisica nel 2010.
Sempre tra le pubblicazioni degli anni Ottanta spicca un articolo dedicato alla scoperta dei geni che provocano il cancro, che ha segnato un traguardo fondamentale per gli studi medici, e ancora la scoperta di come replicare segmenti di DNA, riproposta invece in un articolo del 1990; mentre quattro anni dopo si parlava della sostituzione mirata dei geni.
Per passare poi agli anni Duemila, con un articolo sul teletrasporto delle particelle di luce, un altro, del 2006, dedicato alla scoperta dell’esistenza dei neuroni specchio, sino ad arrivare al 2012 con la pubblicazione di un articolo sul bosone di Higgs che, teorizzato nel 1964, fu rilevato per la prima volta al Cern di Ginevra proprio nel 2012 e che valse ai suoi teorizzatori, François Englert e Peter Higgs, il Nobel per la fisica 2013.

Questi sono solo alcuni dei trentacinque articoli della raccolta, ma ciò che è interessante è proprio il dipanarsi degli argomenti lungo l’arco temporale di cinquanta anni. Vedere cosa è stato realizzato in passato dà l’opportunità di immaginare cosa potrà accadere nei prossimi anni; anche perché molte delle scoperte scientifiche hanno lunghi tempi di incubazione, sia per passare dalla teoria alla pratica sia per le tempistiche inevitabilmente complesse di realizzazione. È stato così e lo sarà ancora.

Un esempio, in questo senso è quanto accaduto proprio in questo primo scorcio del 2019: il sorvolo del corpo celeste chiamato Ultima Thule – ultima terra conoscibile – da parte della sonda spaziale New Horizons della Nasa, effettuato proprio il primo giorno del nuovo anno. Ultima Thule si trova a circa 6,5 miliardi di chilometri dalla Terra ed è il corpo celeste più lontano che l’uomo abbia sinora esplorato.
Un obiettivo individuato nel 2015, dopo che la sonda aveva sorvolato Plutone, e che è parte una missione ai confini del nostro sistema solare iniziata il 19 gennaio 2006, con il lancio di New Horizons da Cape Canaveral, in Florida. Un viaggio lungo tredici anni, che ci ha regalato un inizio 2019 che non è niente male!

Tagged as

[There are no radio stations in the database]