La sposa bambina

Scritto da in data Maggio 2, 2020

“Ho dieci anni e voglio il divorzio”. Nojoud lo dirà al giudice e sarà la prima sposa bambina ad ottenerlo nel mondo. Una storia vera, che si svolge nello Yemen e che è diventata un film.

La storia di Nojoud Ali

Nojoud Ali nasce nel 1998. Oggi ha 22 anni ed è una scrittrice e un’attivista yemenita contro il matrimonio forzato: è la più giovane divorziata al mondo. Ha raccontato la sua storia di incredibile coraggio in un libro tradotto in 15 lingue. Secondo quanto riporta la sua pagina su Wikipedia, la piccola Nojoud scappa dal suo villaggio con la famiglia. In seguito si scoprirà perché Mona, sua sorella maggiore, viene rapita e messa incinta – e viene forzata a sposare il suo rapitore. La vicenda lascia uno stigma sulla famiglia d’origine perché, a causa dello stupro, Mona non è vergine il giorno del matrimonio.

La famiglia va a vivere a San’a. Ma qui i figli devono arrangiarsi per vivere , il padre non riesce a trovare lavoro e la povertà lo porta ad accettare la proposta di matrimonio di un uomo di trent’anni per la figlia Nojoud di nove anni. “Così la bambina, in brevissimo tempo e contro la sua volontà convola a nozze, e quindi è obbligata a lasciare i coetanei e vivere nella casa del marito, occupandosi dei soli lavori domestici; come se non bastasse il marito la picchia e la violenta, con il supporto della madre propria”, si legge ancora Wikipedia.

“Voglio il divorzio”

Due mesi dopo il matrimonio Nojoud riesce a tornare a casa a visitare i genitori. Che non riescono dirle altro che che non possono far nulla. Ma la seconda moglie di suo padre, Dowla, le suggerisce di scappare e di andare in tribunale. La bambina scappa, va in tribunale, trova aiuto, e viene affiancata nella sua battaglia da un’avvocata, Chadha Nasser. Fa causa al marito e anche al padre che l’ha costretta al divorzio. Vincerà, otterrà la libertà ma dovrà pagare il marito per la rottura del contratto di matrimonio. Nello Yemen i matrimoni sono consentiti da 15 anni in su. Ma con “un emendamento introdotto nel 1999 in riferimento al matrimonio del profeta Maometto, sposatosi con Aisha, una bambina di nove anni, consente lo stesso lo svolgersi del rito matrimoniale, la consegna della dote alla famiglia della sposa, ma vieta i rapporti sessuali con le giovani spose, fino a quando queste non abbiano raggiunto la pubertà”. Nojoud è stata violentata dal marito. Nel 2008 otterrà il divorzio: una sottoscrizione di un giornale le permetterà di pagare il prezzo della libertà.

Il libro e il film

A Parigi la sua incredibile storia diventa un’autobiografia scritta insieme alla giornalista franco-iraniana Delphine Minoui, intitolata Moi Nojoud, 10 ans, divorcée (Io, Nojoud, dieci anni, divorziata). E poi diventa un film, La sposa bambina, della regista Khadija al-Salami, uscito in Italia nel maggio 2016.

“Quando la mia famiglia mi ha dato in sposa avevo otto anni. Non capivo come potessero avere autorizzato quello che, di fatto, era uno stupro”, ha raccontato la regista yemenita in occasione di una presentazione de La sposa bambina. “La stessa cosa era successa a mia madre ma non aveva gli strumenti culturali per impedire che quell’orrore – che aveva vissuto sulla sua pelle – fosse rivissuto dalla figlia. Avevo provato a chiedere aiuto alla nonna ma, per quanto mi amasse, era stata irremovibile: il destino di una donna è sposarsi, oppure finire sottoterra”. Il suo è stato il primo film yemenita ad essere sottoposto alla considerazione per l’Oscar al miglior film in lingua straniera all’ottantanovesimo Academy Awards.

Nojood – che in yemenita significa “nascosta” – ha cambiato il suo nome in Nojoom, che vuol dire “stelle”. Nel 2013, si legge ancora su Wikipedia, Nojoud ha lamentato che il padre ha cacciato la figlia da casa, ha utilizzato i proventi dell’autobiografia non per migliorare il tenore di vita della famiglia, ma per procurarsi altre due mogli e ha combinato un matrimonio per un’altra figlia, Haifa; l’ex marito Faez nel frattempo si è risposato e passa a Nojoud 20-30 dollari al mese.

*Questo podcast è stato pubblicato per la prima volta su RadioBullets nel giugno 2016.

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