Latifa, la principessa scomparsa
Scritto da Barbara Schiavulli in data Febbraio 18, 2021
Le Nazioni Unite hanno promesso che solleveranno il caso della detenzione della principessa Latifa, la figlia dell’emiro di Dubai, con le autorità degli Emirati Arabi Uniti, si legge sulla BBC. La principessa ha accusato il padre di tenerla in ostaggio a Dubai da quando ha cercato di fuggire nel 2018 e in una serie di video, registrati di nascosto e diffusi nei giorni scorsi, ha detto di temere per la sua vita e che se stiamo guardando il video potrebbe significare che è morta. Il ministro degli Esteri del Regno Unito, Dominic Raab, ha definito i video «molto angoscianti» e ha affermato di sostenere l’indagine delle Nazioni Unite, aggiungendo di poter fare poco perché Latifa non è cittadina britannica.
Quando si parla di Emirati Arabi, nell’immaginario collettivo si aprono paesaggi desertici, centri commerciali con piste da sci, macchine mozzafiato e opulenza senza confini. I principi governano e le principesse mettono su musei, studiano o fanno shopping. Eppure anche in uno dei punti più ricchi del mondo non è tutto oro quello che luccica. E Sheika Latifa bin Mohammed al-Maktoum lo sa bene.

Latifa con l’amica Tiina
Non si sa molto di quello che fanno i figli degli emiri, se non quando finiscono nelle cronache mondane delle riviste patinate. In genere viaggiano, studiano, fanno la bella vita, ma Latifa nel 2018 si fa strada sotto alle luci dei riflettori per la sua rocambolesca fuga dal padre, potente sovrano di Dubai. Latifa dice che il padre la maltratta e la tiene prigioniera contro la sua volontà. Grazie a un’amica finlandese scappa, dopo aver pianificato tutto, ma i commando indiano-emiratini che le vengono sguinzagliati dietro intercettano la barca su cui si trova nel Mar Arabico e la trascinano via, scalciando e urlando, racconterà l’amica Tiina Jauhiainen che assisterà alla scena paralizzata dalla paura.
Quasi tre anni dopo la principessa Latifa torna a farsi vedere in una serie di video. Il filmato, pubblicato martedì dal programma Panorama della BBC, la mostra nel bagno di una «villa trasformata in prigione» che racconta di temere per la sua sicurezza e la sua vita. Parla di guardie dentro e fuori.
Chi è la principessa Latifa?
Sheikha Latifa, 35 anni, è una delle figlie dello sceicco Mohammed bin Rashid al-Maktoum. La famiglia al-Maktoum è la famiglia reale al potere dell’Emirato di Dubai. È una delle sei famiglie regnanti degli Emirati Arabi Uniti. L’attuale capo della famiglia reale è anche vicepresidente e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, asceso al regno nel 2006 dopo la morte del fratello.
Dalla morte di suo fratello, al-Maktoum si è concentrato su come rendere gli Emirati Arabi Uniti «uno dei migliori paesi del mondo» entro il 2021. Settantuno anni, è anche un appassionato di cavalli ed è il fondatore della scuderia Godolphin di proprietà della famiglia al-Maktoum e proprietario della Darley, azienda di allevamento di purosangue con attività in sei paesi. Partecipa regolarmente al Royal Ascot e ad altri eventi di corse di cavalli nel Regno Unito ed è anche amico della regina. Lo sceicco Mohammed avrebbe – il condizionale è d’obbligo − avuto almeno sei mogli durante la sua lunga vita.
Il suo primo matrimonio avvenne con la cugina di primo grado Sheikha Hind bin Maktoum bin Juma al-Maktoum, membro della famiglia regnante di Dubai per nascita, che sposò nel 1979. È la First Lady di Dubai e madre di 12 dei suoi figli, incluso il suo erede designato, Hamdan bin Mohammed al-Maktoum.
La principessa Latifa, 35 anni, è figlia dell’algerina Houria Ahmed, con la quale lo sceicco ha avuto altri cinque figli maschi.
Prima del 2018, Sheikha Latifa era una ragazza che amava lanciarsi con il paracadute, tanto che la chiamavano la “principessa del paracadutismo” secondo Free Latifa, il gruppo creato dai suoi amici che lottano per la sua liberazione. Il gruppo la descrive anche come una appassionata vegana e impegnata attivista per i diritti degli animali.
La vita familiare dello sceicco Mohammed diventa una questione pubblica lo scorso anno, durante una battaglia per la custodia con la sua seconda moglie da cui è separato. All’Alta Corte inglese, un giudice stabilisce che lo sceicco aveva “ordinato e orchestrato” il rapimento di Sheikha Latifa e di un’altra delle sue figlie, Sheikha Shamsa.
Il giudice afferma che Shamsa era stata rapita nell’agosto 2000 per le strade di Cambridge, mentre Latifa era stata rapita per la prima volta nel 2002 al confine tra Emirati Arabi Uniti e Oman. Nel mondo arabo, spesso per legge, quando due genitori si separano la custodia dei figli spetta al padre.
Nel 2018, Latifa tenta di fuggire da Dubai. Registra un video, prima di andarsene, sostenendo di aver subito abusi e di essere stata imprigionata a fasi alterne per ordine di suo padre per diversi anni. I video servivano nel caso fosse stata catturata, e così è stato, presa da un commando nel Mar Arabico. Mesi dopo gli Emirati Arabi Uniti pubblicarono foto spot della principessa «a casa mentre viveva felice con la sua famiglia a Dubai».
Il governo ha anche poi aggiunto che Sheikha Latifa aveva incontrato Mary Robinson, ex Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, il 15 dicembre 2018 su richiesta della famiglia.

Latifa e Mary Robinson
Le foto mostrano le due donne sorridenti in quella che sembra essere una casa. Mary Robinson, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani apparsa in quelle foto del 2018 con Latifa dopo il suo ritorno a Dubai, ha detto alla BBC di essere stata ingannata dalle autorità degli Emirati. Ha riferito che le era stato detto che Latifa era una giovane donna travagliata al sicuro tra le cure della sua famiglia. «Mi sono sentita ingannata quando le fotografie sono diventate pubbliche», ha detto Robinson. «È stata una sorpresa totale… Ero sbalordita».
E così si arriva a questi giorni e ai nuovi video della BBC, registrati con un telefonino, nei quali Latifa dice: «Sono un ostaggio», «Questa villa è stata trasformata in prigione», «Non posso nemmeno uscire per prendere aria fresca». La principessa ha aggiunto di non essere sicura di quando verrà rilasciata e di quali saranno le condizioni se ciò dovesse accadere. «Ogni giorno sono preoccupata per la mia sicurezza e la mia vita». Marcus Essabri, un cugino che vive in Inghilterra, ha detto alla BBC che i video che riusciva a mandare, si sono interrotti circa sei mesi fa e da allora non si è più saputo nulla di Latifa.
Lo sceicco Mohammed e la corte reale di Dubai hanno affermato che Latifa è al sicuro tra le cure della sua famiglia. Ma il resto del mondo che conosce la storia, ha qualche dubbio. Ieri, l’organismo per i diritti umani delle Nazioni Unite ha dichiarato che cercherà informazioni dagli Emirati Arabi Uniti per quanto riguarda le accuse della ragazza. «Con mandati pertinenti potrebbero essere coinvolte diverse agenzie, una volta che sarà esaminato il nuovo materiale ricevuto o siano state formulate specifiche accuse», ha detto il portavoce Rupert Colville.
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