Le ragazze di Tarlabasi
Scritto da Francesca Mancini in data Giugno 18, 2020
EXTRA, il podcast che ti racconta un’altra parte della storia. Di Francesca Mancini
Foto Cover @Nikos Pilos
Invece di leggere prova ad ascoltare: la musica e gli inserti presenti nel podcast renderanno l’esperienza più coinvolgente!
Istanbul 2005
Nikos è un fotografo greco, appassionato di società e politica, lavora come reporter e a quei tempi è uno di quelli che sopravvive, con tenacia, solo grazie alle pubblicazioni sui giornali. Tutti, dal più locale al più internazionale.
In quel periodo intercetta l’interesse di alcuni giornali sulla vicina Turchia e riesce a farsi assegnare diversi lavori sull’attualità. Decide così di trasferirsi ad Istanbul per qualche tempo.
“Istanbul è una delle città che preferisco al mondo. Specialmente in quegli anni, parliamo della fine degli anni 90 inizio anni 2000, c’era un’aria rilassata, la gente ambiva ad uno stile di vita occidentale e la città era la faccia turca dell’Europa. Sono i primi anni del governo Erdogan che mira a far entrare il paese nell’Unione. Era un posto dove davvero potevi goderti la vita”.
La fortuna vuole che due amici e colleghi raminghi, a caccia di storie anche loro in giro per il mondo, Vanessa e George, gli lascino le chiavi del loro appartamento dietro Taksim Square, in pieno centro.
Ha tempo Nikos. Qualche assignment a cui dedicarsi e un posto dove dormire a costo zero.
Da esperto freelance qual è, è deciso a sfruttare al meglio la situazione.
Ha in testa da tempo di fare una storia sui bordelli di Istanbul. In Turchia la prostituzione è legale dagli inizi del secolo scorso, ed è l’unico paese musulmano ad averla regolarizzata. È un punto da cui partire per trovare una nuova storia.
Ma una volta arrivato nel distretto di Kartal, dove si trova il più grande bordello pubblico della città, realizza che entrare come fotografo è impossibile. Vietato riprendere. All’entrata un grande metal detector ispeziona gli ospiti e la polizia controlla chi entra e chi esce. No way.
Decide di fare una passeggiata in città, di notte. Istanbul a quei tempi è una città accogliente ed è facile trovarsi in situazioni divertenti. In un bar di Tarlabasi, quartiere malfamato non distante da lì, un paio di travestiti in cerca di clienti lo ammiccano. E Nikos non se lo fa ripetere due volte.
Il giorno dopo si mette in cerca di un fixer, una persona del posto con cui muoversi. Ma ogni volta che dice di voler lavorare a Tarlabasi gli dicono che no, non sono disposti a girare per quel quartiere.
L’incontro con Ozgùr
“Tarlabasi è uno dei due quartieri del centro città abbandonati a seguito dei pogrom contro armeni e greci, negli anni 50. E anni dopo, le case nei palazzi fatiscenti sono state occupate da gente ai margini della vita sociale, poveri, immigrati, tossicodipendenti e anche prostitute e transessuali. È pericoloso girare da quelle parti, ma Nikos che ha vissuto posti dove la tensione si tagliava col coltello, nei quartieri di Beirut, di Baghdad, di Sarajevo, è sicuro di potersi muovere bene.
Un’amica allora gli presenta un ragazzetto, che frequenta le sue lezioni all’università. È un tipo sveglio e si da fare. Si chiama Ozgùr, non ha una lira in tasca e potrebbe lavorare per lui in cambio di un po’ di soldi e di ospitalità. La casa dopotutto è grande.
Ho incontrato cinque fixer diversi finché non si è presentato Ozgùr. Era un ragazzo giovane e affascinante, un bocconcino prelibato per le ragazze, tutte lo guardavano come i topi il formaggio, tutte volevano rimorchiarlo, era un gioco da pazzi!
Con il tempo è diventato un bravissimo fotografo, e per me è stato, ed è, (oltre che un amico) uno dei migliori fixer che abbia mai incontrato. Ha un’abilità speciale nell’avere a che fare con le persone, nel metterle a proprio agio, nella condizione migliore per essere fotografate”.
La prima ad agganciarlo è Denise, in un parrucchiere. Perché è strano trovare un parrucchiere aperto di notte, ma Tarlabasi non è un posto come gli altri, ed è li che le ragazze vanno a farsi i capelli prima di attaccare il turno in strada, in cerca di clienti.
Denise è diversa dalle altre, è una tipa allegra.
Ha una storia dura alle spalle ma Denise sembra aver trovato una sua stabilità. Ha un fidanzato della sua età e una casa normale in cui vivere, ha trovato una sua dimensione sessuale ed è sicura delle scelte che ha fatto.
Come molti trans a Tarlabasi, Denise viene da un paesino della provincia turca di Diyarbakir, a maggioranza curda. Scappa di casa a 16 anni, quando non può più nascondere che si sente una donna. Inaccettabile per una famiglia fondamentalista di un paesino sperduto tra le montagne, un disonore intollerabile. Scappa Denise e non lascia più traccia di sé, non una telefonata o una riga scritta, nulla, perché sa di aver macchiato per sempre l’onore della famiglia e che da quelle parti, il disonore, deve essere vendicato.
Non si sentiva parlare molto di questo, dei tanti ragazzi uccisi dalle famiglie stesse per le loro scelte sessuali.
Ma Tarlabasi, negli anni, diventa la roccaforte per la difesa dei diritti della comunità transgender turca, una comunità che si organizza e prende parte alla vita politica del paese.
Sono tanti i trans a Tarlabasi. Nikos non ne ha mai visti tanti in pubblico; in una città musulmana poi meno che mai. Sono gente tosta disposta a combattere per i propri diritti. E sono curdi.
Hanno idee politiche molto chiare, non c’è da scherzare. E Nikos ci mette un po’ a farsi accettare dalla comunità, è pur sempre un greco e la Grecia non si è comportata affatto bene con il loro leader Öcalan qualche anno prima.
Passano quindici giorni prima che Nikos faccia la prima foto, Nel mentre si vive la storia e gli piace.
Passa il tempo con le ragazze a chiacchierare di casa in casa, a bere nei bar. A volte diventano competitive e si litigano la piazza, ma infondo tra di loro c’è una forte solidarietà.
Passano molto tempo a farsi belle e Nikos si stupisce della femminilità che le pervade e di quel fascino che è proprio solo di chi si sente davvero donna dentro, dentro.
Dopo qualche settimana, il lavoro è finito, editato e mandato ai giornali. La storia delle ragazze di Tarlabasi viene pubblicata da tre testate diverse.
E potrebbe finire qui, se non fosse per il fatto che un giorno Nikos ad Atene riceve una telefonata.
Il ritorno ad Istanbul
Torna ad Istanbul col primo volo perché Denise è stata ammazzata.
Questo è un lavoro che non ti lascia scampo.
Dal momento in cui chiedi di entrare nella vita della gente ne diventi parte e la rabbia, l’indignazione, il senso delle cose che ti vivi fanno parte del gioco.
Denise viene uccisa dal fratello dieci anni dopo la sua fuga dalla famiglia di origine.
E Nikos non riuscirà mai a sapere dove sia finito il suo corpo.
“Quando vivi in una società povera, specialmente nelle campagne, vengono stabiliti ruoli sociali moto rigidi ai fini della sopravvivenza. Le persone contano sulla famiglia i parenti e gli amici e non sullo Stato. Sono cresciuto in una comunità del genere, molto solidale nei confronti dei membri del gruppo ma anche con regole sociali molto rigide. Quindi puoi immaginare in un paese musulmano, dove già di per sé ufficialmente non c’è libertà sessuale se non all’interno del matrimonio, quale colpa sia per una famiglia avere un transessuale tra i suoi membri. Una colpa tale da poter uccidere un figlio pur di espiarla. È qualcosa che attinge alla religione, qualcosa di tremendamente duro, di medievale. Sono fortunato perché ho lasciato il mio paese molto giovane, a 17 anni, e perché quel tipo di società dove sono cresciuto è cambiata totalmente. In 40 anni è diventata occidentale e progressista, grazie al benessere sociale e allo sviluppo tecnologico che ha in parte sconfitto l’isolamento. Quando c’è benessere i ruoli sociali cambiano immediatamente e radicalmente. In una società che gode di buona salute, ognuno è libero di seguire la propria strada”.
Isolamento e povertà. Questo riconosce Nikos come premessa necessaria affinché in una società, la famiglia si prenda il diritto di stabilire le leggi che regolano i comportamenti, sostituendosi allo Stato.
L’isolamento che strozza qualsiasi forma di evoluzione, la povertà che legittima ogni strategia di sopravvivenza.
Negli ultimi anni la situazione in Turchia è drammaticamente peggiorata, nel 2016 viene vietato il Gay Pride per motivi religiosi. Gli omicidi commessi contro i trans in Turchia tra il 2008 e il 2016 sono stati 44 secondo Transgender Europe, due casi tra tutti quello dell’attivista Hande Kadere e del giovane siriano Wisàm Sànkari.
La comunità LGBT continua a battersi perché i propri diritti vengano tutelati dalle leggi dello Stato, perché nessun altro mai, in futuro, possa decidere della vita degli altri.
Avete letto ‘Le ragazze di Tarlabasi’ il primo episodio di Extra, un podcast ideato e condotto da Francesca Mancini. Questa storia è tratta da un’intervista a Nikos Pilos di cui potete sapere di più visitando il suo sito nikospilos.com.
Le musiche scelte per questo episodio sono di Sezen Aksu
Nel prossimo episodio il racconto di una storia di Claudio Palmisano, sempre qui su Radio Bullets.
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