Le rivoluzioni sono diventate di destra?
Scritto da Valentina Barile in data Agosto 20, 2021
Come l’anti progressismo e la corruzione politica stanno costruendo un nuovo sentire comune, e perché la sinistra dovrebbe prendere in considerazione ciò che sta accadendo. Valentina Barile su Radio Bullets con Federico Rodríguez Lemos – giornalista e produttore radiofonico argentino – (doppiato dal nostro Giuliano Terenzi) e Pablo Stefanoni – giornalista, economista e storico argentino – con il suo ultimo libro “¿La rebeldía se volvió de derecha?”, pubblicato da Siglo Veintiuno Editores.
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La destra vuole cambiare il mondo?
La destra estrema, per meglio dire, le varie correnti di destra vogliono cambiare la struttura fisica e politica del mondo. E questo sembra essere gradito da milioni di persone. Nazionalismi, xenofobia, razzismo e misoginia, per elencare solo alcune delle posizioni disumane, con l’aggiunta di slogan LGBTI e ambientalisti per attrarre le nuove generazioni e farle sentire al sicuro. Ma sono solo strategie per reclutare nuovi adepti. Federico Rodríguez Lemos, per noi, su Radio Bullets: «Il mondo si trova a un crocevia, come mai prima, dovuto alla situazione pandemica. E credo che certe fazioni si stiano posizionando radicalmente in una ottica economica globale. Ciò a cui stiamo assistendo nel mondo è l’odio razziale, sessuale, etnico fomentato senza vergogna dalle destre, in molte questioni sociali. La pandemia ha provocato una grossa destrutturazione in tutti i sistemi nazionali che provocherà altri effetti collaterali. Senza dubbio, uno di questi sarà il senso delle future democrazie. Per la destra, questa sarà una possibilità unica per approfittare della confusione sociale e creare così una società più elitaria e individualista. Le democrazie del mondo devono tenere ben presente questa tendenza, e porre le basi per una nuova consapevolezza nelle persone, devono far tornare le persone a credere nei miglioramenti promessi. Devono dare risposte a stretto giro perché la democrazia sta correndo il rischio di rafforzare le fazioni estreme».
Pablo Stefanoni, nel suo ultimo libro dal titolo “¿La rebeldía se volvió de derecha?” (tradotto letteralmente, “La rivolta è diventata di destra?”) analizza il dissenso globale, l’anima confusa del nostro tempo, e cerca di identificare chi sta provando a speculare sul caos generale per renderlo efficacemente sociale, culturale, politico. Pablo Stefanoni su Radio Bullets: «Sembrerà strano che le rivolte ormai siano di destra, ma è ciò a cui stiamo assistendo in questo preciso momento storico: le rivolte sono diventate di destra. Soprattutto per mano della destra alternativa che sta affrontando questioni di matrice progressista in tutto il mondo, che stanno coinvolgendo le forze anticonformiste, comprese nell’ambiente giovanile, e interessando diversi tipi di azioni collettive. L’evento che ha dato impulso a tutto questo è stato il trionfo politico di Donald Trump, nel 2016, che sta rilasciando i suoi effetti ancora adesso nonostante la sua sconfitta elettorale. Ciò che vediamo oggi è che di fronte a questo logorio del progressismo, in un contesto di crisi sia della democrazia sociale sia della sinistra radicale, molti fattori della destabilizzazione dello status quo sono causati dalla destra, dalla destra estrema, dal populismo di destra: varianti diverse dell’anti progressismo, ma che hanno lo stesso senso in diverse parti del mondo».
Quale speranza?
La storia, i giovani. Le voci delle generazioni hanno dimostrato che scendendo in strada e manifestando il proprio dissenso, i cambiamenti sono possibili. È sempre stato così o è solo una illusione? Federico Rodríguez Lemos: «I giovani, nel corso della storia, hanno portato aria nuova. Questa generazione, in particolare, sta affrontando tematiche importanti relative all’ambiente, all’alimentazione, alla diversità sessuale e ai diritti degli animali. Ma, molto spesso, la vecchia e la nuova generazione sono in conflitto, perché quest’ultima guarda in modo critico i paradigmi su cui hanno lavorato le precedenti. Gli adulti devono comprendere senza slogan, ma con i dati alla mano, che la democrazia è l’unico sistema per lo sviluppo sui fondamenti di giustizia, libertà e opportunità per tutte e tutti. I giovani, senza la pandemia, avrebbero ereditato un mondo ingiusto e ferito. Adesso, con l’aggravante della pandemia, le conseguenze sono peggiori. Non ho dubbi che le nuove generazioni porteranno cambiamenti positivi. La difficoltà del cambiamento, però, parte proprio dalla situazione mondiale che lasciamo loro, ma sono fiducioso».
Per il futuro?
La retrotopia è la negazione della negazione dell’utopia; secondo Zygmunt Bauman, è quell’attitudine di donne e uomini dell’oggi a cercare nel passato il senso della vita perché la speranza è stata loro rubata. Pablo Stefanoni conclude su Radio Bullets: «Stiamo vivendo una crisi dell’idea di futuro, dell’idea positiva del futuro, del futuro migliore, che è stata d’impulso per lo sviluppo della sinistra e del liberismo democratico. Oggi molta gente crede che il futuro sarà peggiore del presente e peggiore del passato, e penso che questa sia una sorta di retrotopia basata sull’idea di un passato d’oro, che alimenta un tipo di anticonformismo, un tipo di critica radicale al sistema che si unisce all’idea di emancipazione. In questo senso, credo che il progressismo offra poco in relazione al concetto di futuro. Penso al trionfo del progressismo in diversi ambiti, come l’avanzare del femminismo, dei diritti LGBT, dell’antirazzismo. Però sembra esserci una nuova idea di anticonformismo radicale che investe le società, alimentata da un certo nichilismo che favorisce le rivolte sociali di destra. Di quella destra che ha elementi in comune, senza voler troppo esagerare, con il contesto politico degli anni Trenta del Novecento, dominato dalla democrazia liberale, in cui la destra cercava di avere una posizione centrale nella gestione dello stato per togliere qualsiasi tipo di potere dalle mani della sinistra radicale».
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