Le storie di Clarissa, il notiziario di genere 19 settembre

Scritto da in data Settembre 19, 2018

In Marocco una nuova legge criminalizza la violenza contro le donne, dalla bolivia la storia di Edgar che non si arrende e le donne dimenticate dello Zimbabwe. Questo e molto altro nel notiziario di genere di Radio Bullets, a cura di Angela Gennaro

Photo Credits: Carel DiGrappa/Flickr

Entra oggi in vigore in Marocco una nuova legge che criminalizza la violenza contro le donne . Per i critici, riporta Al Jazeera, è solo un primo passo nella giusta direzione. https://www.aljazeera.com/news/2018/09/morocco-violence-women-law-effect-180912061837132.html 

Il disegno di legge è stato approvato dal Parlamento lo scorso 14 febbraio e impone sanzioni più severe ai responsabili di vari tipi di violenze commesse sia nel privato che nel pubblico, tra cui stupri, molestie sessuali e abusi domestici.

Conosciuta localmente come legge Hakkaoui, dal nome della ministra per gli affari di famiglia e le questioni femminili Bassima Hakkaoui, la legge contiene anche la definizione di molestie sessuali, comprendendo atti non richiesti, dichiarazioni o segnali di natura sessuale, di persona, online o per telefono. Oltre alle molestie, spiega ancora Al Jazeera, il testo contiene anche misure che prevedono punizioni per le persone che cercano di costringere qualcuno a sposarsi usando la violenza o la minaccia della violenza. Chi viene riconosciuto colpevole di aver violato la legge deve affrontare pene da un mese a cinque anni e multe da 200 a 1.000 dollari.

La legge però non mette esplicitamente fuori legge lo stupro coniugale o la violenza all’interno del matrimonio e non fornisce una definizione precisa della violenza domestica, lasciando le donne vulnerabili.

Secondo Human Rights Watch, la legge fallisce anche nel fornire assistenza finanziaria alle sopravvissute e non definisce il ruolo del governo nel fornire supporto e servizi alle vittime.

La violenza contro le donne marocchine, ricorda Al Jazeera, rimane diffusa e resta un argomento ampiamente tabù nel paese. 

Nel 2009, un’indagine nazionale ha riportato che il 62,8% delle donne aveva subito abusi fisici, psicologici, sessuali o economici.

Del campione intervistato, il 55% ha riferito di violenza “coniugale” e il 13,5% ha riferito di violenza “familiare”.

Secondo l’agenzia di stampa AFP, circa 1.600 casi di stupro sono stati ascoltati dai tribunali marocchini lo scorso anno: il doppio rispetto agli anni precedenti.

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https://www.independent.co.uk/news/long_reads/zimbabwe-women-domestic-violence-election-gender-equality-rights-rape-mugabe-emmerson-a8539616.html

Forgotten Women, donne dimenticate, è il titolo di una serie di lavori dell’Independent che raccontano la vita di donne comuni nel mondo. Questo mese le luci vengono accese sulla violenza contro le donne in Zimbabwe.“Nella recente ondata di violenze post-elettorali di quest’anno si sono visti uomini e donne soccombere alla violenza con la perdita della vita – e questa è una grande preoccupazione”, dice Abigail Matsvayi, direttrice della Zimbabwe Women Lawyers Association, un’organizzazione che aiuta le donne a reagire agli abusi. “L’accettazione della violenza nel privato permea anche nel pubblico”.

I dati forniti dall’ufficio nazionale di statistica dello Zimbabwe indicano che l’aggressione sessuale è in aumento. Dal 2010 al 2016 c’è stato un aumento del 42% nei casi di stupro, con almeno 21 persone stuprate ogni giorno. Tenendo conto del fatto che molti non segnalano la violenza sessuale, questa cifra è probabilmente più alta.

La violenza domestica continua ad essere un problema importante, con il 78% delle donne che hanno subito violenze dal marito o partner.

“Sono stato abusata da mio marito per otto anni del nostro matrimonio”, racconta Matilda Dube, una madre di 52 anni di Gwanda, nella Provincia del Matabeleland Meridionale. “Mi ha picchiata, insultata, e ha fatto tutto questo di fronte ai miei figli. Mi ha cacciata dalla casa che avevamo costruito insieme.

“Ho provato a passare attraverso i canali tradizionali per questi casi e ho parlato con il capo villaggio, ma mio marito non ha voluto ascoltare quei leader tradizionali, e nulla è cambiato”.

La violenza non è limitata agli adulti: secondo Unicef, una ragazza su tre nello Zimbabwe subisce violenza sessuale prima di compiere 18 anni.

Il “capo villaggio” di cui parla Matilda fa parte di un doppio sistema giuridico in base al quale le usanze tradizionali sono parallele alle leggi formali e statutarie dello stato, il che complica ulteriormente le cose.

Ciò si applica in particolare al matrimonio infantile, con un problema continuo di ragazze costrette a stare con uomini più anziani.

http://www.gvc-italia.org/bolivia_edgar_rifiutato_perche_autistico_oggi_e_il_nostro_campione.html

Sul sito di GVC – Gruppo di Volontariato Civile, organizzazione non governativa laica e indipendente, nata a Bologna nel 1971, ho trovato la storia di Edgar.

Edgar non si era mai sentito così solo. Tutti rifiutavano di accoglierlo. Spaventati dal suo autismo, in tanti continuavano a dire di no a sua madre e a chiudere le porte. Lei però non si è arresa. “Speravo di trovare per lui delle attività che fungessero da terapie di sostegno – spiega Rossmary -. Ma veniva continuamente respinto. Lo guardavano, stavano ad ascoltarlo un po’ e poi mi dicevano: non riuscirebbe ad adattarsi. “Litiga con gli altri bambini. Non obbedisce, non capisce. Non può rimanere” racconta. Un giorno, però, mano nella mano, lei ed Edgar si sono fermati di fronte al campo di calcio di uno dei quartieri più poveri di El Alto, in Bolivia. Qui, gli allenatori che animano il progetto “Homo Ludens”, realizzato da APEA – Acción por una Educación Activa in collaborazione con la Organizzazione di Volontariato Girotondo di Trento e GVC e con il finanziamento della Regione autonoma del Trentino Alto Adige, aiutano i bambini ad acquisire fiducia nelle loro capacità e a esprimersi attraverso il gioco e il movimento. “Passavamo di lì per caso. Non pensavo lo accettassero perché il mio bimbo ha problemi comportamentali, di attenzione e di linguaggio” racconta Rossmary. E invece, quattro anni dopo, Edgar è ancora parte a tutti gli effetti della squadra. “Ormai si è inserito. Lo lascio tranquillamente da solo al campo” spiega. 

In Bolivia, si stima che il 38,6% della popolazione viva al di sotto della soglia della povertà. Ritardo della crescita, mortalità infantile e analfabetismo, così come anche violenza e appartenenza a famiglie fortemente problematiche, sono solo alcuni dei problemi che riguardano più da vicino bambini e adolescenti. A vivere in strada,secondo dati Unicef, sono in 366mila. Molti ragazzini finiscono per fare abuso di sostanze stupefacenti e alcol. L’abbandono scolastico si aggira intorno al 43%. Il 23% subisce discriminazione e il 17% ha un basso rendimento. Il problema più evidente rimane nel 40% dei casi la stigmatizzazione dei minori che spesso finiscono per vivere in piccoli gruppi e per essere emarginati (27%), anche perché per il 25% di loro la strada è più sicura della loro stessa casa. Forse anche per questo, secondo la stessa indagine, la mancanza di affetto (40%) è tra le più grandi che denunciano mentre tra i più sentiti c’è il bisogno di creare relazioni con gli altri coetanei.

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E finiamo con gli Stati Uniti, dove un progetto di legge volto a combattere i crimini violenti contro le donne sta per scadere senza che il Congresso lo riautorizzi. La legge sulla violenza contro le donne scadrà il 7 dicembre a meno che i leader repubblicani non organizzino un voto bipartisan per rinnovarlo.

46 repubblicani della Camera hanno inviato una lettera al portavoce Paul Ryan e al leader della maggioranza Kevin McCarthy il 7 settembre, chiedendo un voto bipartisan sulla “reauthorization rapida” del Violence Against Women Act.

“Da quando ha firmato la legge nel 1994, VAWA ha contribuito a proteggere e sostenere milioni di americane che hanno subito violenze domestiche, violenza sessuale, aggressioni sessuali e stalking”, si legge nella lettera. “Questa non è una questione di parte, il VAWA è stato continuamente ri-autorizzato su base bipartisan al Congresso, dobbiamo agire ora per mantenere e rafforzare questa legge fondamentale”.

 


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