L’infinito in 500 metri
Scritto da Raffaella Quadri in data Novembre 19, 2020
Il progetto Hyperloop è il più veloce di tutti e non si è mai fermato. Il treno a levitazione magnetica, che permetterà di coprire distanze di centinaia di chilometri in una manciata di minuti, ha proseguito i fondamentali test che lo condurranno alla certificazione prima e alla commercializzazione poi. Nel deserto del Nevada ha superato un test particolarmente importante e atteso: il trasporto passeggeri.
“The Fastest Man Alive” – Blake Neely
Foto di copertina: Virgin Hyperloop
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Ridurre i tempi, semplificare i viaggi, avvicinare città e paesi lontani. Se si pensa alla storia dei trasporti questi obiettivi sono, da sempre, ciò che accomuna progetti di secoli fa a progetti di oggi.
Dal carro al treno, dalle navi agli aeroplani fino ai razzi spaziali il genere umano ha sempre cercato di superare se stesso, andando un po’ più lontano e un po’ più veloce. E ancora ci prova.
Il futuro dei trasporti: il treno a levitazione magnetica
L’obiettivo prossimo dei trasporti via terra è l’ipervelocità. A questo aspetto sta lavorando la statunitense Virgin Hyperloop che è arrivata a un’importante traguardo. Ma prima di scoprirlo, procediamo con ordine.
Stiamo parlando del treno a levitazione magnetica in grado di viaggiare all’interno di una speciale galleria tubolare mantenuta a bassa pressione. La propulsione che si crea all’interno della struttura e la levitazione stessa del treno, che viaggia quindi senza che vi sia attrito con la rotaia, permettono di raggiungere velocità impensabili per un treno: 1.000 chilometri orari. Sarebbe come attraversare l’intero stivale, dalle cime innevate delle Alpi fino alle spiagge dell’isola di Lampedusa, in poco più di un’ora.
Un progetto ambizioso a cui gli ingegneri di Hyperloop stanno lavorando da oltre 6 anni, ma che dovrà attendere ancora prima di diventare una realtà accessibile a tutti.
L’ipervelocità: dall’idea al mercato
Gli step del progetto sono molti e complessi. Un fattore indispensabile è la certificazione del sistema, senza la quale non sarebbe possibile assicurare l’ingresso sul mercato di sistemi hyperloop. L’azienda, per ottemperare a questa parte fondamentale del processo di produzione che condurrà al trasporto a levitazione e ipervelocità, ha realizzato l’Hyperloop Certification Center (HCC) in cui eseguire i principali test di sicurezza necessari alla certificazione di sistemi hyperloop. Questo significa parametri e standard da rispettare.
Il centro era nelle intenzioni dell’azienda da tempo e, a inizio ottobre, i vertici hanno deciso di realizzarlo in West Virginia.
L’ipervelocità negli Stati Uniti è vista come un’opportunità da sviluppare per dare un vero slancio al futuro dei trasporti. Tanto è vero che, a luglio di quest’anno, il Dipartimento dei trasporti e il Consiglio per la tecnologia dei trasporti non tradizionale ed emergente hanno presentato il documento di orientamento per la regolamentazione di Hyperloop.
Non una questione meramente burocratica, perché significa, piuttosto, definire un preciso quadro normativo che riguardi i progetti hyperloop negli Stati Uniti. In pratica il documento definisce un percorso per la regolamentazione e la distribuzione di sistemi hyperloop nel Paese. E, cosa ancora più importante, apre loro la strada ai finanziamenti federali.
Un passo importante verso la certificazione di questi sistemi e il loro lancio sul mercato in tutto il mondo.
Dove eravamo rimasti: test sul trasporto passeggeri
Abbiamo però accennato a un importante traguardo raggiunto da Virgin Hyperloop. Nel lungo processo di avvicinamento alla fase commerciale, un passaggio indispensabile era effettuare e superare la prova che si è svolta all’inizio del mese di novembre, ovvero il test per il trasporto di passeggeri.
Prove di funzionamento, in realtà, erano già state svolte. I test effettuati sinora erano stati oltre 400, ma avevano riguardato solo il veicolo, senza occupanti.
I primi due passeggeri sono stati gli emozionati Josh Giegel, co-fondatore e direttore tecnico di Virgin Hyperloop, e Sara Luchian, direttrice per la “passenger experience” dell’azienda.
Il test è stato realizzato in un sito apposito nel deserto del Nevada, il DevLoop. Su un tratto di soli 500 metri i tecnici dell’azienda americana hanno installato il veicolo XP-2. Una capsula a due posti progettata da due studi di architettura danesi – BIG (Bjarke Ingels Group) e Kilo Design – pensando non solo al comfort per i passeggeri ma anche a tutti gli elementi di sicurezza. Del resto la velocità di crociera è davvero elevata. Quindi sedili ergonomici, doppia cintura di sicurezza – che ricorda quella dei piloti d’aerei – e un ambiente confortevole. Una sorta di capsula spaziale di lusso. Particolare attenzione è stata posta alla sicurezza. XP-2, per esempio, è dotato di un sistema di controllo in grado di rilevare qualsiasi valore fuori parametro e di intervenire immediatamente con un intervento mirato all’emergenza che si è venuta a creare.
Test certificati e prossimi step
XP-2 è stato realizzato solo per la prova, in quanto il veicolo che andrà poi in produzione potrà ospitare fino a 28 passeggeri.
L’intera fase dei test è stata supervisionata da ISA (Indipendent Safety Assessor), un ente di certificazione riconosciuto, terzo e indipendente.
Prossimo traguardo da raggiungere per Virgin Hyperloop? Senza dubbio la certificazione di sicurezza che, nei piani dell’azienda, dovrebbe essere raggiunta entro il 2025 e, a seguire, le prime operazioni commerciali nel 2030. L’azienda intanto sta collaborando con governi e investitori in tutto il mondo. Un progetto molto ambizioso, del resto il logo di Virgin Hyperloop – che campeggia anche sul veicolo utilizzato per il test – è il simbolo dell’infinito… se non è ambizione questa?!
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