Matematico destino
Scritto da Raffaella Quadri in data Febbraio 26, 2020
Addio a una delle figure femminili più emblematiche dell’ente spaziale americano. Katherine Johnson, la signora della matematica, si è spenta a 101 anni. La NASA la ricorda e la celebra. Il suo contributo fu fondamentale nella scienza e di esempio contro le barriere razziali e di genere.
Musica: “People Have The Power” di Patti Smith
Photo credits: NASA
Provate a immaginare una persona laureata a pieni voti in matematica. Provate a immaginare che con i propri calcoli questa persona fosse più affidabile di un computer, e che con il proprio lavoro abbia contribuito a risultati storici nel campo della scienza e delle missioni aerospaziali.
Non è certo roba da tutti e già di per sé questi elementi sarebbero sufficienti a destare ammirazione.
Ma ora immaginate qualcosa di più: che questa persona abbia lavorato nell’America razzista degli anni Cinquanta, che sia una donna e che sia afroamericana. È così che la tenacia e l’indiscussa bravura la rendono un’eccezione.
Il suo nome è Katherine Johnson e la sua è la bella storia di una signora d’altri tempi, incredibilmente attuale.
Matematica oltre le barriere
“Un’eroina americana”. È così che l’ha definita in un Tweet la NASA. Katherine Johnson aveva 101 anni e si è spenta negli Stati Uniti il 24 febbraio 2020.
Se già la sua età basterebbe a fare di lei una signora dai numeri invidiabili, ancora di più lo sono le capacità che ha saputo mettere a frutto nel proprio ruolo da matematica e che si sono dimostrate essenziali nel lavoro che svolse per l’ente spaziale americano.
Nata nel 1918 nel West Virginia, Katherine Johnson vive gli anni della sua gioventù nel clima delle lotte razionali. Un periodo che sarebbe stato difficile per chiunque, tanto più per una giovane donna talentuosa.
Gli ingredienti per raccontare una storia particolare ci sono già tutti. A diciannove anni si laurea in matematica ottenendo il massimo dei voti e due anni dopo – siamo nel 1939 – viene scelta, insieme a due suoi colleghi maschi, per essere tra i primi afroamericani a frequentare la scuola specialistica in matematica della West Virginia University, sino ad allora ammessa solo ai bianchi.
Una vita tra famiglia e scienza
Ma gli eventi che avrebbero segnato la carriera di Katherine Johnson devono ancora accadere. Il corso specialistico non lo concluderà mai, scegliendo di dedicarsi alla famiglia ma ripromettendosi di tornare alla sua più grande passione, la matematica, una volta che le tre figlie fossero cresciute.
E fortunatamente torna a occuparsi di numeri, prima come insegnante – mestiere che aveva già svolto da neolaureata – poi entrando alla West Area Computing presso il laboratorio del Langley Research Center dell’allora NACA (National Advisory Committee for Aeronautics), l’agenzia federale americana che sarebbe poi diventata NASA (National Aeronautics and Space Administration).
Siamo nel 1953 e lì Katherine Johnson avrebbe lavorato per 33 anni, fino alla pensionamento.
Meglio di un computer
Fu proprio il passaggio alla NASA e la spinta che gli Stati Uniti diedero al loro programma spaziale a dare alla scienziata la possibilità di emergere.
Con il suo lavoro da matematica e, in particolare, la sua competenza nel calcolo della traiettoria di volo, contribuì al successo della missione nel 1961 di Alan Shepard, il primo americano ad andare nello spazio. E ancora fu lei a verificare i calcoli per lancio in orbita di John Glenn nel 1962 – lo stesso astronauta volle che fosse proprio lei a verificare la correttezza dei calcoli già effettuati dai computer.
La NASA si affidò alle sue capacità matematiche anche per i calcoli della sincronizzazione tra modulo lunare e di comando dell’Apollo 11 che nel 1969 portò l’uomo sulla Luna.
Successivamente Katherine Johnson lavorò a diversi progetti, tra cui il programma Space Shuttle.
Lasciò la NASA nel 1986 ma il suo contributo non fu mai dimenticato e le valse nel 2015 la medaglia presidenziale della libertà che le fu conferita dall’allora presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.

Katherine Johnson, ex matematica della NASA, nel 2015 ottiene da Barack Obama il massimo riconoscimento civile degli Stati Uniti: la medaglia presidenziale della libertà
Quello di Katherine Johnson è un esempio illustre del fondamentale apporto delle donne scienziate al mondo della ricerca e della scienza. Un apporto che oggigiorno riesce a concretizzarsi sempre più di frequente e in diversi campi a livello internazionale.
Della sua storia resta però anche la forza del sapere contro tutte le barriere: sociali, di razza e di genere.
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