Meditazione 4.0

Scritto da in data Novembre 3, 2021

Mettere insieme passato e futuro, tradizione millenaria e tecnologia di domani. È tutto possibile e tutto vero, per di più in un campo decisamente inaspettato. Benvenuti nella meditazione 4.0.

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Il protagonista è l’EPFL + ECAL Lab, il centro di ricerca sul design di EPFL (École Polytechnique Fédérale de Lausanne), che troviamo alle prese con un’innovazione inattesa. A sorprendere non è tanto la tecnologia che ha trattato bensì la sua applicazione. Siamo nel campo della meditazione e ci si attende qualcosa di ben distante da applicazioni scientifiche e ritrovati tecnici. Invece non è affatto così.

Meditazione e sollecitazioni sensoriali

Il laboratorio elvetico ha collaborato con il centro taoista Ming Shan, che nel proprio tempio nel Cantone di Vaud sul massiccio del Giura, in Svizzera, ha inaugurato il Ming Shan Digital Experience, dedicato appunto alla meditazione tech.
I ricercatori del politecnico e del laboratorio di design, con il supporto del centro taoista, hanno realizzato una commistione tra mente e strumentazioni tecniche creando, dopo tre anni di ricerca, un apparecchio in grado di leggere i segnali provenienti dal corpo e di tradurli in specifici suoni e luci che hanno la capacità di stimolare la concentrazione e di agevolare la meditazione.

Sensori che gestiscono luci e suoni

Sono state create postazioni singole formate ognuna da una pedana rotonda in legno, su cui ci si deve accomodare nella postura tipica della meditazione.

Ogni postazione è formata da:

  • una pedana con seduta
  • un cerchio per la diffusione della luce
  • un guanto con sensori

La pedana è sovrastata da un cerchio che, una volta seduti, si chiude a livello della testa ed emette la luce. L’emissione luminosa nella sua intensità, nei colori e nel ritmo che assume è gestita dai parametri fisiologici della persona che sta meditando. Questa indossa una sorta di guanto sul quale sono posizionati dei sensori con il compito di rilevare tali parametri, nello specifico la respirazione e la frequenza cardiaca.
La risposta fisiologica influisce sul sistema − che modula in tempo reale luci e colori − e lo fa in modo assolutamente personalizzato.
A essere gestita in questo modo non è solo la luce, la rilevazione dei parametri influenza anche l’emissione di suoni e musiche tipiche della pratica meditativa che sono poi diffuse nell’ambiente. Ogni stazione diventa così una sorta di strumento musicale che emette vibrazioni ispirate ai suoni tradizionali usati in meditazione.
Allo stesso modo un gioco di luci viene proiettato nella stanza, contribuendo insieme agli altri elementi a stimolare concentrazione e rilassamento.

Dalla meditazione al benessere ambientale

Il sistema si basa sulla tecnica chiamata biofeedback multimodale che mira a influire beneficamente sulla salute agendo sull’attività fisiologica della persona. Nel progetto svizzero, la tecnica è stata applicata alla pratica della meditazione. Ma non va dimenticato che nasce da un insieme di conoscenze della fisiologia e della psicologia umana, che si avvalgono poi dell’utilizzo di strumentazioni tecnologiche.
La ricerca condotta dal laboratorio del politecnico di Losanna, quindi, non è fine a sé stessa, un semplice virtuosismo. Niente affatto. Lo studio, come spiegano i ricercatori stessi, potrà portare un domani a concepire un design di interni e la realizzazione di oggetti e mobili che potranno interagire con i nostri parametri corporei e adattare, di volta in volta, l’ambiente al nostro benessere psico-fisico.
Nell’attesa di questi sviluppi, possiamo sempre dedicarci alle antiche pratiche taoiste, nella nuova versione però di una meditazione 4.0.

Una curiosità: la nuova struttura della Ming Shan Digital Experience ha ottenuto riconoscimenti a livello mondiale e il progetto del laboratorio dell’ateneo svizzero è tra i finalisti dello “Swiss Design Prize”.

Musica: “Musica tibetana – 450A”
Foto di copertina: EPFL + ECAL Lab / Daniela & Tonatiuh

 

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