Muzzopappa: L’inferno spiegato male
Scritto da Valentina Barile in data Luglio 23, 2021
Si può apprendere giocando? E se l’ironia fosse la chiave giusta per incuriosire i più piccoli e avvicinarli alla lettura? Valentina Barile su Radio Bullets con Francesco Muzzopappa – copywriter e scrittore – e il suo ultimo libro “L’inferno spiegato male” (De Agostini – Libri per Ragazzi).
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Trovare le parole
Spesso, quando abbiamo un libro tra le mani, ci viene da dire: chissà come avrà pensato di scriverlo chi lo ha scritto, se era questa la sua idea iniziale, se ha dovuto cambiare qualcosa durante la stesura. Se il progetto, l’idea poi ha preso forma. Francesco Muzzopappa: «In occasione dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri mi è venuto in mente di scrivere “L’inferno spiegato male”. Nonostante il titolo volutamente fuorviante e ottuso, l’inferno è spiegato molto bene, ci ho dedicato tanto tempo e tantissima attenzione, non a caso il libro ha ricevuto il patrocinio del “Comitato nazionale per la celebrazione dei 700 anni” dalla morte di Dante ed è un testo che si propone di raccontare ai ragazzi la prima cantica della Divina Commedia attraverso non solo delle spiegazioni molto divertenti – quindi il libro è umoristico, i ragazzi si divertono a leggere l’inferno – ma soprattutto attraverso delle immagini a corredo che sono state composte da Daw − un fumettista beniamino per i ragazzi − che contribuiscono a raccontare l’inferno attraverso, come dire, un livello molto alto anche perché si tratta a tutti gli effetti di un libro-game, un libro gioco in cui ci sono degli enigmi da risolvere, delle scelte da compiere e quindi totalmente interattivo per i ragazzi».
Libro-game
Cosa è un libro-game o un libro gioco? Un’opera narrativa che offre al lettore la possibilità di partecipare attivamente alla storia. Il libro non è studiato per essere letto linearmente dall’inizio alla fine. Il lettore decide tra alcune alternative proposte dallo scrittore mediante l’uso di paragrafi o pagine numerate. Ogni lettore compie scelte diverse, ciò vuol dire che ognuno deciderà lo svolgimento della storia raccontata. Francesco Muzzopappa: «Scrivere “L’inferno spiegato male” è stato molto divertente. Tecnicamente complicato perché si tratta comunque di un libro gioco, su più livelli, quindi bisognava raccontare tutto inserendo anche dei bivi che portassero da altre parti, quindi anche degli indovinelli, degli enigmi che ho realizzato io stesso perché sono un fan dell’enigmistica da tempo, ma soprattutto la cosa più complicata da fare è stato inserire un livello di parodia molto forte. Io sono sufficientemente anziano da ricordare la favolosa parodia che all’epoca fu fatta dal trio Marchesini-López-Solenghi de “I Promessi Sposi”, e su di me ha avuto un impatto molto importante, nel senso che attraverso l’ironia e la satira io riesco, sono riuscito, a ricordarmi perfettamente tutto il capolavoro di Manzoni. La stessa cosa ho voluto fare io per “L’inferno spiegato male”. È chiaro che l’inferno spiegato bene nel titolo non avrebbe avuto lo stesso impatto sui ragazzi. “L’ho spiegato male“ è una scusa per avvicinarli al mondo di Dante con una frase ludica che si propone, appunto, già dalla copertina e si propone come un primo indirizzo di lettura per l’opera di Dante: non è un sostitutivo, ma semplicemente una infarinatura iniziale a un lavoro più approfondito che poi magari verrà fatto a scuola o con i genitori».
L’ironia
«Io e Paolo ci siamo innamorati per caso. Leggevamo per divertimento un libro su Lancillotto e la regina Ginevra. Durante la lettura ci siamo più volte cercati con lo sguardo e poi, come dire… ci siamo trovati. Che vi devo dire, amici lettori? A me le storie d’amore piacciono: Romeo e Giulietta, Mr Darcy ed Elizabeth Bennett, Jane Eyre e il signor Rochester, Anna Karenina e il conte Vrónskij, Topolino e Minnie. Quando sento parlare d’amore, svengo. E anche in questo caso, sopraffatto dalla storia di Paolo e Francesca, svengo. Come rinviene Dante? Con una bella carbonara? Proseguite con la lettura. Se per rinvenire basta passare da un canto all’altro, andate a pagina 44». – da “L’inferno spiegato male” (De Agostini – Libri per Ragazzi).
Francesco Muzzopappa conclude su Radio Bullets: «L’ironia è uno strumento che utilizzo in tutti i miei libri, sia quando scrivo per i grandi, per gli adulti, sia quando scrivo per ragazzi proprio perché è un viatico importante per raccontare concetti molto più alti e più profondi. L’ironia come veicolo, secondo me, è fondamentale anche soprattutto quando si devono raccontare dei testi classici e apparentemente ostici come, per esempio, quello di Dante Alighieri. Io faccio mio l’insegnamento di Gianni Rodari, di cui sono non solo un gran lettore, ma posso dire di essere proprio un fan sfegatato. Quando si chiede se valga la pena che un bambino impari piangendo ciò che può imparare ridendo, io ovviamente sono dalla parte della leggerezza di calviniana memoria, anche perché secondo me diventa un modo molto più efficace per restare nella testa dei ragazzi e fare in modo che i concetti che imparano da piccoli se li portino dietro per molto e molto tempo».
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