No all’articolo 5: una vergogna europea
Scritto da Radio Bullets in data Febbraio 11, 2024
di Sabrina Prioli
Il 6 febbraio 2024 la direttiva europea per contrastare la violenza di genere ha cancellato l’art 5 del testo originario che conteneva la definizione di stupro come “rapporto sessuale senza consenso”.
Solo 2 ore di discussione, simbolo del disinteresse che ruota attorno a questo tema. Per i politici, le questioni che riguardano le donne non sono prioritarie.
Questa direttiva fa arretrare i diritti delle donne e ostacola ancora di più l’accesso alla giustizia per le donne che hanno subito crimini orribili.
La direttiva
La direttiva non fa più riferimento alle molestie sessuali nei luoghi di lavoro; la diffusione di immagini intime non è più riconosciuta come forma di violenza in sé e le donne sono chiamate a dover dimostrare “danni gravi” per poter avere giustizia se subiscono violenze in ambito digitale.
La Direttiva infine non fa alcun riferimento alla formazione delle forze dell’Ordine e della Magistratura.
Quindi, con questa direttiva, se una donna violentata non riesce a reagire, si paralizza o perde i sensi (reazione al trauma), dovrà poi in tribunale provare che davvero ha resistito alla violenza.
È ciò che ho dovuto dimostrare in corte marziale in Sud Sudan: il mio non reagire, il mio stato di shock e quindi la mia condizione di totale paralisi e immobilità hanno dato “quasi” ragione ai miei aguzzini.
La storia di Sabrina
Abbiamo incontrato Sabrina Prioli durante il lockdown e ci ha raccontato la sua terribile storia di violenza ma anche rinascita. Di forza e coraggio.
Il viaggio della fenice di Sabrina Prioli
Le violenze sessuali e di genere in Sudan del Sud rimangono impunite nella quasi totalità dei casi. Sabrina è riuscita a fuggire. Sa di essere una privilegiata e vuole sfruttare questo privilegio per lei e per tutte quelle donne che non avranno mai giustizia.
“Non posso fermarmi, anche se gli scogli sembrano così alti dall’abisso in cui sto sprofondando”, scrive nel suo libro “Il Viaggio della Fenice“.
Foto di engin akyurt su Unsplash
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