Noa canta la protesta
Scritto da Radio Bullets in data Agosto 24, 2020
Nelle ultime nove settimane, migliaia di israeliani sono scesi in piazza contro il premier Benjamin Netanyahu. Si sono dati appuntamento davanti alla residenza del primo ministro e spesso si sono scontrati con la polizia. Decine le persone fermate.
La cantante israeliana Noa, sempre impegnata sul fronte dei diritti, ha scritto una canzone insieme al suo chitarrista Gil Dor. Questo il messaggio è arrivato su Whatsapp a Radio Bullets:
Cari amici,
nelle ultime settimane, Gil e io siamo stati profondamente coinvolti nel crescente movimento di protesta in Israele. In realtà, lo facciamo da 25 anni, ma ora si sono uniti a noi decine di migliaia di cittadini israeliani responsabili e solidali, che manifestano con passione e non violenza per salvare il nostro paese.
Molti hanno chiesto: contro cosa state manifestando?
La risposta è: stiamo invocando le dimissioni di Netanyahu, lui è stato accusato di frode, corruzione e abuso d’ufficio e deve dimettersi ed essere processato. Nel frattempo, sta facendo tutto ciò che è in suo potere per evitare di assumersi la responsabilità delle sue azioni, e in questo processo sta distruggendo Israele, attaccando le sue Istituzioni democratiche, incitando contro i suoi stessi cittadini (chiunque non sia allineato con il suo programma è un traditore), seminando odio e paura, avvelenando il paese con razzismo e bugie, e degradandolo a un orribile abisso di oscura violenza. Questo va avanti da anni, ma la scellerata gestione della crisi legata al Coronavirus, influenzata da interessi politici e ciarlataneria, ha colpito gli israeliani come uno schiaffo in faccia e li ha svegliati, così ora decine di migliaia sono a Gerusalemme e sui ponti, ogni fine settimana.
E questo sta crescendo.
Gil e io abbiamo scritto il testo per “We will rock you” dei Queen e abbiamo creato un video che vi mostrerà quello che stiamo vivendo qui in Israele.
Il video è stato realizzato dal mio caro amico Mosh Ben Bassat, che ha prestato servizio con me nell’esercito, un video editor di incredibile talento. Abbiamo fatto pubblicità su FB chiedendo filmati e abbiamo ricevuto tonnellate di immagini incredibili, regalateci amorevolmente da cittadini israeliani che hanno documentato questo momento storico con le loro fotocamere e i loro telefoni.
Non ho idea di dove stia andando tutto questo… è chiaro che il lavoro più duro è ancora davanti a noi, politicamente, socialmente, economicamente. Questa è una lotta per l’anima stessa di questo paese e sarà una strada lunga e difficile. So che molti di voi provano sentimenti profondi per Israele, è un luogo unico, sacro per molti, affascinante per altri, carico di emozione… quindi suppongo che, per molti versi, questa lotta sia anche la vostra.
Una cosa è certa: restare fermi e in silenzio non è un’opzione.
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