Onda Lunga – La rassegna stampa delle funambole

Scritto da in data Giugno 23, 2020

Libertà di informazione e di espressione a rischio: donne in prima linea. Nella nuova puntata di Onda Lunga, la rassegna stampa a cura di Loretta Bondì delle Funambole RadioAttive, si parla di questi temi e dei casi nelle Filippine, in Egitto e in altri angoli nel mondo con Roberta Lisi di Giulia, Giornaliste Libere e Autonome.

Filippine

Maria Ressa, notissima giornalista delle Filippine, è stata condannata per diffamazione via internet e rilasciata su cauzione. Persona dell’anno 2018 per Time, ora rischia sei anni di carcere. Il tribunale di Manila ha sancito che Maria Ressa, il suo sito di notizie online Rappler e l’ex reporter Reynaldo Santos Jr. sono colpevoli di aver diffamato un ricco uomo d’affari, Wilfredo Weng. La storia pubblicata su Rappler il 29 maggio 2012 citava un rapporto dell’intelligence che collegava l’uomo ad un omicidio, allo spaccio di droga e al traffico di esseri umani. “Il verdetto contro Maria Ressa evidenzia la capacità del leader violento delle Filippine di manipolare le leggi per inseguire voci critiche e rispettate dai media qualunque sia il costo finale per il paese”, dice Phil Robertson di Human Rights Watch. Il verdetto è stato “un attacco frontale alla libertà di stampa che è fondamentale per proteggere e preservare la democrazia filippina”.

Egitto

Qualche tempo fa è stata arrestata e poi rilasciata in Egitto la direttrice di Mada Masr, ovvero quello che viene considerato l’unico sito d’informazione indipendente nel paese. Le forze di sicurezza hanno prelevato Lina Attalah mentre stava intervistando la madre del blogger Alaa Abdelfatah, uno dei volti più noti della rivoluzione del 2011. La giornalista era già stata fermata per alcune ore a novembre insieme ad altri giornalisti in una retata delle forze di sicurezza nella redazione. Non L’accusa è sempre la stessa: sostegno al terrorismo e diffusione di notizie false. E negli ultimi giorni sono stati arrestati, scrive AgoraVox, almeno altri tre giornalisti: Sameh Hanin, cristiano copto, Haisam Hasan Mahgoub e Moataz Abdul Wahab. A renderlo noto è la Rete araba di informazione sui diritti umani, la stessa che il 21 maggio ha denunciato l’arresto ad Alessandria di una sua ex ricercatrice, Shayma Samy, che collaborava col giornale di un partito socialista.

“La libertà di informazione e la libertà delle donne provano ad arginare lo strapotere dell’uomo forte”, dice Roberta Lisi. “La libertà di informazione è un bene preziosissimo che si può restringere con vari strumenti. Per esempio nel mondo occidentale con la concentrazione della stampa in poche mani che appartengono ad ambienti economici e politici ben definiti”.

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