Russia, detenuti in rivolta
Scritto da Julia Kalashnyk in data Aprile 29, 2020
Russia, rivolta e morti in una delle colonie nelle regione di Irkutsk, dove i detenuti per protestare ai pestaggi si tagliano le vene e incendiano alcuni edifici.
Foto di Paweł Czerwiński su Unsplash
Siamo nella colonia numero 15 di Angarsk, una cittadina nella regione di Irkutsk in Siberia. Il 10 aprile detenuti della colonia si sono rivoltati dopo che le guardie avevano pestato uno dei reclusi, incendiando alcune parti della colonia. E’ una delle rivolte più grandi nelle carceri russe negli ultimi tempi e ha provocato anche i morti.
Come racconta Pavel Glushenko, l’attivista per i diritti umani nella regione di Irkutsk, il conflitto è partito il giorno prima, quando un carceriere ha picchiato brutalmente un detenuto. Il pestaggio è avvenuto nella caserma di alta sicurezza dove vengono trasferiti coloro che violano l’ordine prestabilito nella colonia. Non sempre però, il trasferimento avviene per le colpe reali. Per opporsi al pestaggio il detenuto si è tagliato le vene, che è una forma di protesta nelle colonie e carceri soprattutto in Russia e Ucraina, assieme con lo sciopero di fame.
Nel messaggio video il prigioniero racconta di essere stato picchiato dal carceriere Kurtynov, l’assistente del capo della colonia. Spiega anche che si è tagliato in segno di protesta, perché non è la prima volta che la polizia nella colonia agisce illegalmente. Dopo l’accaduto le guardie lo hanno picchiato un’altra volta. Successivamente, in segno di protesta e solidarietà, tutti detenuti che si trovavano nella caserma di alta sicurezza (circa 17 persone) si sono autolesionate, tagliandosi.
La rivolta del giorno dopo
Non finisce qui. Il pestaggio e i maltrattamenti ha scatenato altre reazioni violenti: il 10 aprile i detenuti hanno dato il fuoco ad alcune parti della colonia. L’incendio p stato accompagnato da pestaggi di massa, come hanno raccontato alcuni parenti dei detenuti alle redazione di Siberia.Reality. Poi sono arrivate le forze speciali di FSIN (Servizio Penitenziario Federale) – circa 300 soldati – e hanno circondato la colonia, secondo i dati dell’attivista Glushenko.
Sempre gli attivisti hanno raccontato che le forze speciali hanno usato forza eccessiva contro i detenuti per reprimere la rivolta. Hanno ricevuto molte chiamate dai parenti dei detenuti, i quali fungendo da tramite a loro volta, raccontavano cosa stesse succedendo nella colonia. Stando a questi racconti e alle conversazioni telefoniche registrate, la polizia ha lanciato bombe fumogene e picchiato duramente i detenuti. Una delle mogli ha raccontato alla redazione di Siberia.Reality che le forze speciali di FSIN hanno incendiato le baracche abitate dai detenuti.
Nel video sopra, girato nella colonia, i detenuti chiedendo l’aiuto mostrando le mani tagliate e incolpando la polizia di pestaggio.
In serata l’agenzia statale TASS, basandosi sulle proprie fonti in polizia, ha scritto che nella colonia c’erano scontri tra prigionieri e forze speciali dell’FSIN. Gli abitanti della zona, invece, potevano vedere la zona della colonia in fiamme. Dopo, stando alle dichiarazioni di FSIN, la rivolta è stata sedata.
Gli attivisti denunciano che dopo la rivolta molti parenti non sono più riusciti a mettersi in contatto con i detenuti né tantomeno a ricevere una risposta riguardo al loro stato di salute. Gli stessi attivisti faticano ad accedere alla colonia, e le autorità carcerarie si nascondono dietro i divieti dovute alla pandemia di coronavirus.
Dopo l’accaduto, è stato trovato un morto, con segni di violenza sul corpo, ha annunciato all’agenzia russa Interfax il commissario per i diritti umani nella regione di Irkutsk Viktor Ignatenko. Il commissario che si è recato sul posto, non esclude che la rivolta fosse stata pianificata da tempo dai carcerati. Qualche giorno fa il detenuto da cui è partito tutto gli avrebbe confessato che il video in cui mostra l’avambraccio tagliato, era una impostura e che a farlo l’hanno costretto altri detenuti.
Foto: canale Telegram Омбудсмен полиции
Posizione delle autorità
FSIN della Russia (Servizio Penitenziario Federale) ha dichiarato che il detenuto, da cui è scattato tutto, si sottraeva alla perquisizione, spingeva le guardie, diceva parolacce ed esortava altri detenuti a infrangere le regole. Secondo l’agenzia i carcerati avevano rotto i vetri delle telecamere per usare i frammenti per poi tagliarsi gli avambracci. Una delle guardie è stata ricoverata all’ospedale con lesioni. Al momento le autorità stanno investigando sull’accaduto.
Russia Behind Bars (Russia dietro le sbarre)
Il capo dell’organizzazione per i diritti umani Russia Behind Bars Olga Romanova ha chiesto alle Nazioni Unite di indagare sulle cause della rivolta nella colonia di Angarsk e sull’eccessivo uso della forza per reprimere la rivolta nonché sulla morte di due detenuti – uno impiccato (stando alle dichiarazioni ufficiali c’è solo un morto, comunque non è chiaro se si tratti dello stesso detenuto). Secondo gli attivisti, proprio questa volta, viste le dimensioni dell’accaduto e, soprattutto, grazie alla connessione diretta tra i detenuti e loro parenti, le autorità non sono riuscite a nascondere la rivolta né le violenze. Maltrattamenti e torture nelle carceri e nelle prigioni in Russia e altri paesi ex sovietici sono ancora i tasti molto dolenti.
L’articolo è stato preparato basandosi sul materiale di Mediazona, Meduza e Real.Siberia.
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