Senegal: elezioni in assenza
Scritto da Stefania Cingia in data Gennaio 29, 2024
Sabato 20 gennaio il Consiglio costituzionale senegalese ha pubblicato la lista definitiva dei venti candidati per le elezioni presidenziali del 25 febbraio. Erano novantatré inizialmente le persone che avevano presentato la propria candidatura, scremate poi dal lavoro della Corte Costituzionale, numero che aveva creato diverse ironie e meme nei confronti del Senegal e della sua situazione politica.
A meno di un mese dal giorno delle elezioni, il Senegal si prepara a vivere uno dei momenti più importanti della sua storia democratica. Più della lista dei venti nomi, richiama l’attenzione l’assenza di personaggi politici importanti che, per una ragione o per l’altra, sono stati dichiarati incandidabili dal Consiglio costituzionale.
I grandi assenti
Il primo grande assente è Ousmane Sonko, leader e fondatore del partito Pastef – les Patriotes, nato nel 2014 e di impronta sovranista e panafricanista, critico nei confronti dell’ingerenza e dell’influenza della Francia sulla vita politica, sociale, economica senegalese; sua, per esempio, l’idea dell’abolizione del Franco CFA, la moneta colonialista usata in 14 paesi africani, che già nell’acronimo originario (Colonie Francesi d’Africa, poi diventato Comunità Finanziaria Africana) racconta un legame di sudditanza alla Francia. La vita politica di Sonko è una telenovela: denunciato nel 2021 per violenza sessuale e minacce di morte su una giovane ragazza di un centro massaggi, poi assolto dall’accusa, ma condannato nello stesso processo per “corruzione di minore” a giugno 2023, è in prigione da fine luglio 2023 per aver rubato dei cellulari. A gennaio 2024 la Corte Suprema ha confermato la condanna a sei mesi di carcere per diffamazione nei confronti del Ministro del turismo Mbaye Niang, decisione che secondo la legge del Senegal rende Sonko ineleggibile per cinque anni.
Al suo posto, il partito Pastef, ufficialmente disciolto da Macky Sall a luglio dell’anno scorso, candida Bassirou Diomaye Faye, cofondatore del partito: è già partita la campagna comunicativa che vede nella forza del suo slogan “Faye c’est Sonko”, con le foto dei due accostate, la certezza della comprensione della sostituzione tra i due. Pastef non esiste più ufficialmente – e Faye si presenta infatti con la Coalizione Diomaye Président – ma il lavoro fatto dai sostenitori e attivisti nei mesi precedenti non solo in Senegal, ma anche in Italia e nel resto del mondo, permetterà al “progetto Pastef” di andare avanti al di là del leader che lo guiderà. Faye è in carcere, ma non ancora condannato perché in attesa di sentenza, e quindi è ritenuto candidabile. Il presidente Sall dovrebbe concedergli la possibilità di uscire per portare avanti la campagna elettorale.
Il secondo grande assente è Karim Wade, figlio dell’ex presidente Abdoulaye Wade: la sua candidatura è stata rifiutata perché al momento della presentazione della stessa aveva la doppia nazionalità senegalese e francese, e, secondo il Consiglio costituzionale, il politico ha formalizzato la rinuncia alla cittadinanza francese tropo tardi. Wade a ridosso della decisione ha postato su X il suo rammarico, dichiarando la decisione scandalosa e annunciando un ricorso alla Corte di Giustizia della CEDEAO.
La récente décision du Conseil Constitutionnel est scandaleuse, c’est une atteinte flagrante à la démocratie.
Cette décision est fondée sur des prétextes fallacieux. Elle viole mon droit fondamental de participer à l'élection présidentielle du 25 février 2024, alors que j’ai… pic.twitter.com/bUbW1aeoeN— Karim Wade (@KarimWade_PR) January 21, 2024
Infine, il terzo assente è il presidente Macky Sall: per la prima volta nella storia elettorale del Senegal il presidente uscente non sarà tra la rosa dei candidati. Questo perché Sall sarebbe al terzo mandato, eventualità non ammessa dalla Costituzione. Tra le motivazione delle manifestazioni avute luogo l’anno scorso organizzate da parte della popolazione senegalese vicina a Pastef, anche la richiesta di rispettare la Costituzione da parte di Sall e non presentarsi per il terzo mandato: a luglio 2023 il presidente, eletto la prima volta nel 2012 e la seconda nel 2019, ha dichiarato che non si sarebbe ricandidato. In continuità con il governo attuale, il candidato alle elezioni del partito Benno Bokk Yakaar di Sall è Amadou Ba, Ministro delle economie e delle finanze dal 2013 al 2019 e oggi Primo ministro da meno di un anno e mezzo. La scelta di Ba non è supportata dall’ex primo ministro Mahammed Boun e l’ex ministro Aly Ngouille Ndiaye, anch’egli tra i venti candidati.
I venti candidati
Questi i nomi che saranno scritti sulle schede elettorali il 25 febbraio:
- Amadou Ba
- Habib Sy
- Khalifa Sall
- Rose Wardini
- Aliou Mamadou Dia
- Mamadou Lamine Diallo
- Aly Ngouille Ndiaye
- Mouhamed Boun Abdallah Dionne
- Boubacar Camara
- Thierno Alassane Sall
- Serigne Mboup
- Malick Gackou
- Pape Djibril Fall
- Bassirou Diomaye Fall
- Mame Boye Diao
- Cheikh Tidiane Dieye
- Idrissa Seck
- Déthié Fall
- Anta Babacar Ngom
- Daouda Ndiaye
Se il 25 febbraio non dovesse esserci nessun vincitore, si andrà al ballottaggio nelle due settimane successive.
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