Settembre nero

Scritto da in data Settembre 1, 2019

Si sono chiusi alle 18 i seggi in Brandeburgo e Sassonia. L’estrema destra populista può cantare vittoria. I risultati definitivi in tarda serata. 

L’unica cosa certa finora è l’affluenza alle urne, più alta di quanto lo fosse stata nelle precedenti elezioni: il 60 per cento in Brandeburgo, il 66 in Sassonia. Poi ci sono i primi, parzialissimi risultati, che in alcuni distretti elettorali vedono l’estrema destra oltre il 30 per cento, ben più avanti di quanto ipotizzato. Al di fuori di questi numeri ci sono per ora solo proiezioni ed exit poll. Ma corrispondono quasi interamente alle previsioni della vigilia e non sono consolanti per i partiti attualmente al governo in entrambi i Länder: in Sassonia la Cdu è al 32,3 per cento (-7,1) e l’Spd al 7,6 per cento (-4,8), in Brandeburgo l’Spd è al 27,0 per cento (-4,9) e Die Linke al 10,6 per cento (-8,0). Dunque le vecchie coalizioni, con questi risultati, non sarebbero confermate. Il mancato raggiungimento del quorum per i liberali del’Fdp rende difficile alleanze stabili in Brandeburgo e pone seri problemi per un governo in Sassonia. L’ostacolo si chiama Alternative für Deutschland: l’estrema destra prende il 23,1 per cento in Brandeburgo e il 27,8 in Sassonia, più di quello che rivelavano i sondaggi realizzati poco prima del voto. Ma più che la vittoria (annunciata) del partito di Alice Wiesel e Alexander Gauland, preoccupa il crollo della Linke – che perde mediamente il 10 per cento – e il mancato successo dei Verdi, che crescono di molto poco rispetto alle previsioni e anche rispetto al risultato delle europee.

Il meccanismo del “voto utile” spiega solo in parte questo mancato consenso, mentre potrebbe invece valere per il liberali che hanno mancato davvero di poco il quorum.
Die Linke non nasconde lo sconforto: “I risultati delle elezioni in Sassoni e in Brandeburgo sono per noi amari”, scrive il partito su Twitter.


I Verdi invece sottolineano solo il lato positivo del voto (“la maggioranza della gente ha scelto una politica che cambia e guarda con fiducia al futuro”), attirandosi numerose critiche per la mancata autocritica.

 

Festeggiano, ovviamente, al quartier generale di Alternative für Deutschland e si attende una folla numerosa per l’annuncio definitivo dei risultati. In un voto simbolico prima delle elezioni 12mila giovani al di sotto dei 18 anni avevano optato per altre scelte, con il 27,2 per cento a favore dei Verdi e solo il 6,8 per cento per AfD. Ma ora la loro avanzata preoccupa tutti: Ingo Kramer, presidente della  Bundesvereinigung der Deutschen Arbeitgeberverbände (una sorta di Confindustria) ha detto di essere preoccupato per l’impatto che questo voto potrà avere nelle relazioni economiche l’estero (“potrebbe danneggiare la buona reputazione degli affari internazionali”) mentre la presidente della comunità ebraica di Monaco e dell’Alta Baviera, Charlotte Knobloch, ha descritto i risultati dell’AfD come “spaventosi”. Prima di lei giudizi fortemente negativi erano stati espressi da Christoph Heubner, vicepresidente esecutivo del Comitato internazionale di Auschwitz: “se più di un elettore su cinque va in questa direzione, la democrazia in Germania ha un problema serio”. O per dirla con le parole di un candidato della Linke in Sassonia, è una “desäströse Scheiße“.

 

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