Senegal in rivolta, Sonko condannato a due anni
Scritto da Stefania Cingia in data Giugno 1, 2023
È di poche ore fa la notizia che il leader dell’opposizione, Ousmane Sonko, è stato condannato dal tribunale di Dakar a due anni di carcere per corruzione giovanile, mentre è stato assolto dall’accusa di violenza sessuale e minacce di morte contro Adji Sarr, una giovane donna che all’epoca dei fatti aveva 20 anni.
La sentenza
La Camera Penale del Tribunale di Dakar ha dichiarato oggi, primo giugno 2023, Ousmane Sonko, leader del partito politico segenalese Pastef, non colpevole delle accuse di stupro e violenza sessuale, mentre è stato condannato per corruzione di minori. La corruzione dei giovani è un reato penale in Senegal, descritto nel codice penale come un comportamento immorale nei confronti di persone in età inferiore di 21 anni.
La sentenza mette a rischio la candidabilità di Sonko alle prossime elezioni presidenziali di febbraio 2024: «Con questa sentenza, Sonko non può essere candidato», dichiara Bamba Cisse, uno dei suoi avvocati. Il codice elettorale del Senegal impedisce alle persone condannate per un crimine di candidarsi a cariche politiche.
Sonko è stato portato in tribunale da Adji Sarr, la donna che nel 2021 lavorava in un centro massaggi e che l’ha accusato di stupro e di minacce di morte. Sonko ha sempre negato di aver compiuto tali reati e ha sempre denunciato questo procedimento come un processo politico per boicottare la sua persona e la sua corsa alle elezioni del 2024. Sarr, presente durante la lettura della sentenza, è stata molto attiva sui social media durante tutto il processo, parlando non solo per rispondere a Sonko, ma anche alle sue critiche. Ha utilizzato queste piattaforme per condividere le sue opinioni sul caso, cercando di difendersi da coloro che mettevano in dubbio la sua versione dei fatti. L’avvocato della ragazza, El Hadj Diouf, ha dichiarato che la sua assistita valuterà se fare appello contro le assoluzioni.
Le reazioni in Senegal
Le reazioni non si sono fatte attendere, sia in Senegal che in Italia.
Il sindaco di Thiés, Dr. Babacar Diop, ha dichiarato: «Come ci si potrebbe aspettare, un processo politico si traduce in un verdetto ingiusto. La condanna di Ousmane Sonko a due anni di carcere per corruzione giovanile è la manifestazione più completa della corruzione della giustizia nel nostro Paese».
Tanti giovani stanno manifestando in queste ore nelle città del paese: nel sud (Ziguinchor, Bignona…), nel nord (Saint-Louis, Louga…), nel centro (Mbacké) e nella capitale (Rufisque, Pikine, UCAD, Parcelles Assainies, Médina…) le manifestazioni si sono intensificate dopo questo verdetto.
“Free Ousmane Sonko” è la canzone che cantano. In diverse località le persone si stanno scontrando con la polizia. I giovani si stanno mobilitando sui social, e le manifestazioni si moltiplicano.
È alta la tensione all’Università Cheikh Anta Diop (Ucad) di Dakar, dove sono scoppiati scontri tra polizia e studenti. Da un appello su Facebook, alcuni studenti sembrano essere rinchiusi all’interno dell’università e la biblioteca pare stia bruciando.
Dimostrazioni sono state notate anche a Colobane, Grand-Medine, Parcelles-Assainies, Liberté-6, Dieuppeul, Guédiawaye, Pikine, Keur Massar, tra gli altri.
Stesso scenario alla Gaston Berger University (Ugb) di Saint-Louis. A Ziguinchor, roccaforte del leader Pastef Ousmane Sonko, sono stati segnalati scontri, con i giovani che si dicono determinati a radunarsi in centro città. Anche a Kaolack e Mbour i manifestanti sono scesi nelle strade per sostenere Ousmane Sonko; a Mbour la prefettura sembra essere in fiamme. A Bignona sembrerebbe che ci siano due morti, un giovane e un poliziotto.
In un comunicato stampa uscito a seguito della sentenza, il partito politico Pastef sottolinea la propria indignazione e chiede a tutte le persone senegalesi, in patria o all’estero, di mobilitarsi, di fermarsi e di scendere nelle strade, chiudendo il comunicato con la frase «O la patria o la morte, vinceremo! La democrazia sta cadendo a pezzi».
Mobilitazioni al Consolato Senegalese a Milano
In Italia, dopo la sentenza un gruppo di persone sta manifestando davanti al Consolato del Senegal a Milano, cantando “Libre Sénégal”.
Oury Diallo, il coordinatore Pastef in Italia, già incontrato dalla Radio a marzo, raggiunto da Radio Bullets, dichiara: «Da oggi iniziano le manifestazioni, ma andranno avanti così fino a quando la giustizia non ritornerà sui suoi passi. Le elezioni senza Sonko non sono possibili. È un teatro, loro sapevano che non c’era stupro, e hanno dovuto condannarlo per altri motivi solo per impedirne la candidatura. Come diceva Sankara “solo la lotta libera”, e il popolo senegalese sarà in prima linea e lotteremo per fare tornare la democrazia e lo stato di diritto».
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