Spazi pubblici appassionati e desideranti
Scritto da Le Funambole in data Novembre 10, 2020
Che cos’è oggi lo spazio pubblico e perché parlarne: questo il punto di partenza di queste pillole in cui chiacchieriamo con Federica Castelli, filosofa, scrittrice, attivista femminista, componente del collettivo F9 e di IAPH Italia (associazione internazionale delle filosofe) e accademica.
Prendiamo le mosse dal libro di cui è autrice, “Lo spazio pubblico” (Ediesse 2019), per riflettere con lei su quali strumenti di comprensione del presente possiamo trarre rimettendo questo tema al centro della nostra elaborazione e situandolo in un momento come quello che stiamo vivendo, un momento storico in cui la presenza è negata e con essa, sembra, l’azione collettiva per trasformare la società.
Siamo partite dalla nostra paura che rientrare in uno spazio solamente privato, con un lockdown più o meno completo, blocchi le nostre possibilità di partecipazione, ma, nello stesso tempo, siamo anche partite dall’urgenza di incontrarci e di confrontarci con i nostri corpi, per riprendere a costruire insieme un agire politico partecipato. Guardando da vicino ci sono però degli elementi che ci possono sorprendere, perché svaniscono delle retoriche che avevamo dato per scontate e possiamo legittimarci un posizionamento meno oggettivizzante e più attento alle differenze.
Le nostre riflessioni spazieranno dal dibattito novecentesco sulla presa di parola nello spazio pubblico fino all’esplosione dei “soggetti imprevisti” degli anni 70, il femminismo e l’irruzione sulla scena delle donne e di altre soggettività non normate, verso una nuova idea di spazio pubblico, che nasce da soggettività incarnate e dalle loro pratiche, conflitti, alleanze.
Ci faremo accompagnare dalle parole di Hannah Arendt sullo spazio pubblico e sul senso dell’azione politica cercando nelle sue parole le origini della politica partecipata e consapevole come risposta allo svuotamento attuale. Rifondare la politica a partire dal suo significato più profondo e attivo per reagire al depotenziamento della cittadinanza e ritornare a una dimensione dove cambiamento e trasformazione sono possibili e realizzabili collettivamente.
In copertina Wikimedia.com/ Camelia.boban | Manifestazione di Non Una Di Meno in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Roma, 24 novembre 2018
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