Stampati nel corpo

Scritto da in data Agosto 12, 2020

La stampa 3D continua a sorprendere la medicina e permette ora di intervenire in maniera poco invasiva, ricostruendo tessuti e organi direttamente nei punti in cui si sono danneggiati. Il tutto è reso possibile da un inchiostro biologico speciale, realizzato negli Stati Uniti da un gruppo di ricercatori.
Musica: “Under my skin” – Frank Sinatra
Photo credits: klimkin da Pixabay

Invece di leggere prova ad ascoltare: la musica e la narrazione renderanno l’esperienza più coinvolgente!

L’inchiostro biologico stampato addosso

Farsi male, ferirsi, danneggiare i tessuti del corpo e ripararli con le proprie cellule. Niente fantascienza, bensì la nuova frontiera della medicina che, per compiere questa importante rivoluzione, si mette, ancora una volta, a braccetto della tecnologia.
Tecnicamente sia chiama bio-printing – ne abbiamo già parlato anche a Technomondo – ed è la tecnologia per stampare, attraverso l’uso di una stampante 3D, materiali biologici con i quali realizzare parti di organi e tessuti biologici.
Oltre alla stampante, è essenziale anche la materia prima, ovvero l’inchiostro biologico – o bioinchiostro – formato dalle cellule che una volta stampate, attraverso l’estrusione con la stampa 3D, vanno a formare il materiale biologico ricercato.

La frontiera della chirurgia

Una tecnica all’avanguardia che sta dando un notevole contributo alla medicina e può davvero rappresentare il futuro della chirurgia. Pensate cosa significa poter realizzare parti sostitutive di un organismo ricorrendo alle sue stesse cellule. Dal punto vista della riduzione del rischio di rigetto di organi o protesi, per esempio, è un enorme passo in avanti. Inoltre non sarebbe necessario dipendere dalle donazioni che a oggi costituiscono spesso l’unica speranza di sopravvivenza.
Se finora, però, si è trattato di stampare parti del corpo umano esternamente per poi impiantarle chirurgicamente, in un secondo momento, all’interno dell’organismo, ora la ricerca sta facendo un passo in più.

L’inchiostro nella pelle

Un gruppo di scienziati di tre istituzioni del mondo scientifico americano, il Terasaki Institute, l’Ohio State University e la Pennsylvania State University, ha creato un inchiostro biologico formulato per poter essere stampato direttamente all’interno dell’organismo. Questo significa poter evitare interventi chirurgici e complicazioni legate a questi ultimi.
Lo speciale inchiostro viene estruso direttamente dove occorre riformare il tessuto danneggiato grazie a un sistema robotico ad alta precisione. Il bioinchiostro è formato da cellule viventi e fattori di crescita ed è in grado di formare una struttura reticolata che aiuta lo sviluppo delle nuove cellule.
Una caratteristica, studiata appositamente, è la temperatura dell’inchiostro: dovendo agire all’interno del corpo umano è fondamentale che sia stampabile a temperatura fisiologica, ovvero a 37° centigradi.
Come in ogni processo di stampa 3D, l’inchiostro, una volta estruso e depositato dove deve servire, ha bisogno poi solidificarsi. Anche in questo caso, il fatto che l’operazione avvenga direttamente all’interno del corpo ha reso necessario il ricorso a uno spettro di luce che garantisse di non danneggiare i tessuti.

Chirurgia su misura

Il ricorso alla tecnica della stampa tridimensionale, inoltre, ha permesso di tentare un’ulteriore via: ancorare la struttura reticolata e un nuovo tessuto rigenerato, direttamente alle parti molli del corpo – zone su cui è più difficile intervenire – permettendo di saldarlo alla parte danneggiata, ricostruendola. La tecnica utilizzata, che gli scienziati hanno definito “meccanismo di interblocco”, ha reso necessario modificare la punta dell’ugello utilizzato per la stampa, in modo che penetrasse nelle superfici molli e potesse rilasciare l’inchiostro biologico ancorando il reticolo alle stesse.
La tecnologia sviluppata negli Stati Uniti da questo gruppo di scienziati permetterà di arrivare un giorno a realizzare interventi mirati in base al danno da riparare e personalizzati sul paziente, con i minori rischi collaterali possibili. Una vera e propria chirurgia su misura.

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