Un anello per… monitorarli
Scritto da Raffaella Quadri in data Marzo 23, 2023
La salute è il bene più prezioso e controllare come stiamo − qualunque cosa stiamo facendo e in qualsiasi momento, anche durante il sonno − è un bel vantaggio per preservarla.
Quindi, siete stressati, soffrite di palpitazioni o non vi sentite affatto in forma? Non legatevi i problemi al dito, piuttosto metteteci un anello per monitorarli.
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Come funzionano i sensori sui dispositivi medici indossabili
I PPG (photoplethysmogram) sono particolari sensori utilizzati da tempo nei dispositivi indossabili per monitorare i parametri vitali – ci troviamo nel campo della medicina per quanto riguarda la prevenzione anche domestica dei problemi di salute. Si basano sulla fotopletismografia, dal cui termine inglese prendono il nome, un metodo di misurazione ottica che avviene attraverso la diffusione dei raggi infrarossi all’interno dei tessuti. Sfruttando la riflessione di un fascio di luce LED che emettono attraverso la pelle, i sensori sono in grado di misurare diversi segni vitali, come la frequenza cardiaca e quella respiratoria, i livelli di ossigeno nel sangue e la pressione arteriosa. Una volta che i fotorilevatori catturano la luce riflessa dai LED, immettono i dati così raccolti in un sistema di lettura elettronico che, attraverso appositi algoritmi, calcola i segni vitali della persona che indossa il dispositivo. I risultati possono poi essere letti direttamente su dispositivi mobili, come gli smartphone, grazie ad apposite App.
I dispositivi indossabili per misurare i parametri vitali sono dotati di:
- sorgenti luminose a LED
- fotorilevatori
- sistema di lettura elettronico
Tra i dispositivi che fanno ricorso ai sensori PPG ci sono gli smartwatch, gli orologi intelligenti. Tuttavia questi strumenti hanno dimostrato, nel tempo, due limiti: da un lato una misurazione che non è sempre perfettamente affidabile, in quanto dipende dalle dimensioni e dalla forma del polso, dall’altro il fatto di non poter essere utilizzati sempre: per alcune persone potrebbe risultare scomodo indossare l’orologio in alcuni frangenti, per esempio mentre si dorme.
Ecco che una giovane azienda, spin-off del Politecnico federale di Losanna (EPFL), ha trovato la soluzione.
Iris: l’anello smart con sensori miniaturizzati
Il suo nome è Senbiosys e i suoi due fondatori – Antonino Caizzone e Assim Boukhayma – sono riusciti a sviluppare un dispositivo dotato di sensori miniaturizzati in grado di occupare un’area ampia appena un quarto rispetto a quella sinora necessaria per i sensori PPG posti negli orologi smart. I sensori di Senbiosys misurano solo quattro millimetri cubi, ciò significa che se ne possono installare in un numero ben superiore rispetto a quanto fatto sinora. Proprio queste dimensioni e il fatto che le letture prese sul dito siano più affidabili di quelle fatte al polso, hanno spinto il team dell’azienda a collocare i loro micro sensori all’interno di un anello, realizzando Iris.
Oltre alla migliore capacità di lettura, questo innovativo smart ring ha un design ultracompatto. È quindi un oggetto poco ingombrante, che può essere indossato facilmente e utilizzato ventiquattro ore al giorno, diventando così uno strumento ideale per un vero monitoraggio continuo.
Ma non è tutto. Esistono già in commercio altri smart ring e proprio la miniaturizzazione ha permesso a Iris di essere dotato di un numero ben più elevato di componenti: diciotto LED – contro i quattro di analoghi strumenti dei concorrenti – e sei fotorilevatori – contro i due di altri anelli intelligenti. Il loro numero consente quindi di raccoglie una quantità di dati sufficiente per calcolare le medie per diversi parametri.
A tutto questo si aggiunge un ultimo aspetto interessante: il basso consumo energetico di Iris e la possibilità di ricaricarlo completamente in appena mezz’ora.
Dal prototipo alla produzione
Iris è il frutto di un lungo lavoro, iniziato nel gennaio del 2018 con lo sviluppo dei primi sensori PPG di Senbiosys.
L’azienda ha concluso da poco la campagna di raccolta di fondi indetta su Kickstarter per passare dalla fase di prototipazione di Iris alla sua produzione su larga scala, e il mercato sembra già apprezzare. L’azienda è riuscita a raccogliere un totale di oltre seicentomila euro, sei volte più della cifra che si era posta inizialmente come obiettivo.
I prossimi passi riguarderanno la produzione, nell’agosto del 2023, dei primi lotti della versione beta, mentre per la produzione su larga scala si dovrà attendere la fine dell’anno.
Questa prima versione di Iris fornirà misurazioni riguardanti:
- frequenza cardiaca
- conteggio dei passi
- livello di ossigeno nel sangue
- qualità del sonno
- livello di stress
- calorie bruciate
Per il 2024 è già prevista una seconda versione con l’implementazione di nuove funzionalità, comprese la lettura della pressione arteriosa e della fertilità.
Proseguirà poi nel tempo l’aggiornamento sia degli algoritmi di Iris sia della sua App per smartphone. L’idea dei suoi ideatori è di aggiungere anche altri tipi di funzioni, come l’allarme, il pagamento contactless e l’autenticazione biometrica.
Per il momento, però, l’obiettivo è fornire un dispositivo personalizzato per tenere traccia di diversi indicatori di salute.
Quindi, se il vostro fidanzato, inginocchiato davanti a voi, vi porgerà una piccola scatola in velluto con dentro Iris, non prendetevela. Non sarà romantico come un diamante, ma dimostrerà tutta la sua preoccupazione per la vostra salute… se questo non è amore?!
Musica: “Boy Band” – Velvet
Foto in copertina: Senbiosys
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