Un super cervello antivirus

Scritto da in data Aprile 1, 2020

Un cervellone elettronico italiano, tra i più potenti al mondo, si mette a disposizione della ricerca scientifica anti coronavirus. Si chiama HPC Cresco6 e si trova nel centro Enea di Portici (NA). La sua incredibile capacità di calcolo sta aiutando la ricerca di farmaci e vaccini contro il Covid-19.
Musica: “A Beautiful Mind” di James Horner
Foto da Pixabay

Esiste un sottile ma fortissimo filo rosso che collegata i quattro angoli della Terra. È la lotta alla diffusione del coronavirus con tutti i mezzi a disposizione. Una parte consistente della sfida è giocata dalla scienza e dalla tecnologia.

Contrastare il coronavirus con un super cervello

La lotta al coronavirus – che accomuna ormai tutti i paesi del globo – si esercita dunque su più fronti. In termini di tecnologia Enea – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – ha messo in campo uno dei più potenti super cervelli al mondo. Si chiama HPC Cresco6 ed è un supercomputer in grado di processare fino a 1,4 milioni di miliardi di operazioni matematiche al secondo.
Una capacità non da poco che ha permesso a Cresco6 di collocarsi tra i primi 500 supercomputer al mondo.
La sua casa si trova in Campania, presso il centro di Enea a Portici, in provincia di Napoli, ed è stato messo a disposizione in forma gratuita di tutti i ricercatori scientifici che abbiano necessità di ricorrere alle sue enormi capacità di calcolo.

Infiniti dati per scovare nuovi farmaci

Come possa essere utilizzato per combattere l’epidemia di Covid-19 lo spiega la stessa agenzia Enea: l’elevata capacità di elaborazione di dati di Cresco6 può essere sfruttata negli studi per la ricerca di farmaci e di vaccini contro il coronavirus.
Al momento il super processore sta affiancando il team di ricercatori del professore Piero Procacci dell’Università di Firenze che sta cercando di trovare dei composti inibitori del coronavirus. La ricerca è rivolta a identificare un modo per impedire al virus di replicarsi, bloccandone così lo sviluppo.

Dalla probabilità allo studio molecolare

La funzione del supercomputer, dunque, è di fornire previsioni di elevata affidabilità sulla efficacia dei composti che sono studiati dai ricercatori di Firenze. Il tutto grazie alla sua capacità di effettuare un numero elevatissimo di simulazioni sfruttando migliaia di processori che operano in parallelo, nel giro di poche ore.
Questa mole incredibile di calcoli effettuati da Cresco6 ha già fornito qualche risultato positivo. I test sinora effettuati hanno portato all’individuazione di due composti che potrebbero essere ulteriormente sviluppati. Certo il lavoro non termina con la loro identificazione, ora Cresco6 sarà utilizzato per aiutare gli scienziati a scoprire quale possa essere la struttura molecolare migliore con cui realizzare un farmaco antivirale che possa essere efficace contro il coronavirus.
Il tragitto è ancora lungo, ma con l’aiuto di un super cervello come quello di Napoli si potrà essere più precisi e soprattutto procedere in maniera più spedita.

A servizio della scienza

Il dato interessante, al di là della ricerca dell’Università di Firenze e dei suoi positivi risultati, è che Cresco6 è stato messo a disposizione della scienza.
Tutti i ricercatori scientifici, pubblici o privati che siano, che vogliano utilizzare le risorse del supercomputer potranno inviare un’email a crescoforcovid19@enea.it. Tutte le specifiche si possono trovare sul sito web di Enea.

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