Uomini, è ora di giocare senza falli!

Scritto da in data Gennaio 29, 2021

To everything turn, turn, turn / There is a season turn, turn, turn – cantavano i The Byrds nel 1965. C’è un tempo per amare, un tempo per odiare. Un tempo per fare la guerra e un tempo per fare la pace. Il tempo per cambiare non è mai così tardi. Valentina Barile su Radio Bullets con Tiziana Ferrario – giornalista, uno dei volti noti del TG1 – e il suo ultimo libro “Uomini, è ora di giocare senza falli!” (Chiarelettere editore).

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Cosa vuol dire maschilismo?

«C’è un’alleanza da costruire, uomini e donne insieme. Ma con quali uomini? Servono uomini nuovi, consapevoli che gli amori possano finire. Servono uomini nuovi che non picchino le donne. Servono uomini nuovi che non stuprino le donne. Servono uomini nuovi che non uccidano la donna che li sta lasciando. Servono uomini nuovi che non scrivano parole di odio in rete contro le donne. Servono uomini nuovi che difendano una donna se è indipendente, libera, sicura delle proprie idee, coraggiosa, brava. Servono uomini nuovi che dicano no alla violenza contro le donne. Servono uomini nuovi che aiutino gli uomini violenti a cambiare. Servono uomini nuovi che non girino la testa dall’altra parte davanti a un’ingiustizia perpetrata ai danni di una donna». – da “Uomini, è ora di giocare senza falli!” (Chiarelettere editore).

Tiziana Ferrario, ai microfoni di Radio Bullets: «Ho voluto fare un libro che parla di uomini, ma non solo di uomini maschilisti, ma anche di uomini nuovi… Chi sono questi uomini nuovi? Sono quelli che hanno girato le spalle al maschilismo e hanno deciso di vivere in un modo diverso, più libero, fuori da quelle gabbie che il maschilismo impone anche agli uomini, impedendo loro di seguire passioni fuori da schemi tradizionali. Li ho cercati, questi uomini nuovi, li ho trovati, li ho intervistati: dicono delle cose molto interessanti anche alle donne. È importante ascoltarli perché è con loro che si può costruire un’alleanza e insieme migliorare la società in cui viviamo».

Che significa femminismo?

L’etimologia della parola femminismo arriva dal francese féminisme, che deriva dal latino femĭna, cioè femmina. Che, a sua volta, si riconduce a due possibili spiegazioni etimologiche che rimandano al concetto di fecondità procreatrice: dalla radice sanscrita dha-, successivamente in greco tha- e in latino fa- rimanda all’idea di allattare, per cui femmina è colei che allatta. E da una seconda radice sanscrita bhu- da cui il greco φύω (fyo), che vuol dire produco, faccio essere, genero; e in latino, dall’unione del prefisso foe- con l’aggiunta del suffisso participiale –mina abbiamo foemina, colei che nutre, che allatta, che genera. Vediamo con Tiziana Ferrario come al cambiare delle latitudini i sensi prendono forme diverse: «In Italia si attribuisce alla parola femminista spesso un significato negativo, nel mondo anglosassone significa credere nelle stesse opportunità per tutti. In Italia c’è una percezione che significhi perdere anche un po’ della propria femminilità. Sicuramente è una sciocchezza. Io spero che ci siano sempre più persone che credano nella distribuzione equa delle stesse opportunità perché il talento viene dato a tutti in tutto il mondo ma le opportunità non sono uguali, conta molto dove si nasce. Noi viviamo in una specie di bolla, qui in Italia, dove comunque il maschilismo è ancora dilagante. È una società patriarcale, lo vediamo in tante manifestazioni. Io ho cercato di elencarle nel mio libro sugli uomini, però, insomma, non riguarda gli atteggiamenti solo degli uomini, ma riguarda gli atteggiamenti anche di alcune donne perché il maschilismo è un atteggiamento, è un credersi superiore agli altri, ad altri che noi riteniamo più deboli. E questo attraversa tutti i sessi, uomini, donne, ed è davvero un peccato. Io spero che finisca al più presto!»

da destra, Tiziana Ferrario e Guido Wilhelm – fine anni ’70

«Servono uomini nuovi che non paghino per fare sesso con ragazze che potrebbero essere loro figlie. Servono uomini nuovi che si chiedano chi sono quelle ragazze che si prostituiscono ai bordi delle strade. Servono uomini nuovi che denuncino chi riduce in schiavitù le donne. Servono uomini nuovi che non abbiano timore di esporsi quando vedono un molestatore in azione. Servono uomini nuovi che non giudichino una donna per come è vestita. Servono uomini nuovi che credano realmente nella parità in casa e nel lavoro. Servono uomini nuovi che condividano le responsabilità in casa. Servono uomini nuovi che non dicano: “Ma se è lei che comanda in casa!” per giustificare il loro non far niente. Servono uomini nuovi che ascoltino che cosa hanno da dire le donne. Servono uomini nuovi che non si sentano a disagio se le loro compagne guadagnano di più. Servono uomini nuovi che non chiedano alla madre dei loro figli di optare per il part time, lo facciano loro». – da “Uomini, è ora di giocare senza falli!” (Chiarelettere editore).

Tiziana Ferrario: «La divisione di ruoli poteva avere un senso nel passato quando la forza fisica tipica dell’uomo – che ha un corpo sicuramente più possente di quello della donna – era indispensabile. Era indispensabile per affrontare una vita molto dura, molto complicata. Oggi non è più così, oggi ci affidiamo alle macchine: i lavori duri e pesanti vengono fatti ormai dalla tecnologia e le donne hanno dimostrato di potere fare tutto. Il problema è che non tutte le strade sono aperte a loro senza ostacoli sul cammino, e quindi, diciamo che si tratta di andare oltre i pregiudizi, si tratta di andare oltre questi ostacoli che impediscono alle donne di arrivare dove vorrebbero inseguendo i loro sogni, le loro passioni».

Tiziana Ferrario, Afghanistan 2001

Donne maschiliste?

Servono uomini e donne che corrano per gli stessi diritti. Uomini femministi, nell’accezione anglosassone, e donne femministe, che lottino per le stesse possibilità. I nuovi microcosmi che si vanno affermando ci fanno sapere che gli estremismi e la barbarie sottraggono il bello che può arrivare. I confini, gli spazi delimitati con impeto dalla donna all’uomo, rappresentano l’inciviltà. E siamo in ritardo. Ma mai così tardi per non poter cambiare. Tiziana Ferrario conclude su Radio Bullets: «Nel mio libro scrivo che ci possono essere anche le donne maschiliste. È vero! Sono quelle donne che arrivate a un certo punto della loro carriera – quindi, a un punto molto alto – poi non tendono una mano alle altre donne e non le aiutano. Sono quelle donne che non amano lavorare con le donne, che non amano fare squadra. Per fortuna è una specie in via di estinzione; sono sempre meno le donne che cercano di arrivare da sole perché hanno capito che in gruppo si è più forti, e che insieme si possono raggiungere più obiettivi e, forse, anche il cammino è meno complicato se si fa squadra».

«Servono uomini nuovi che si sentano offesi quando una donna viene offesa. Servono uomini nuovi che si dicano orgogliosi delle loro figlie. Servono uomini nuovi che non sognino “il figlio maschio”. Servono uomini nuovi che restino a casa dal lavoro quando i figli hanno la febbre. Servono uomini nuovi che prendano il permesso di paternità quando nasce un figlio. Servono uomini nuovi che non facciano battute volgari sulle donne. Servono uomini nuovi che facciano rete con tutti gli altri uomini che la pensano come loro. Servono uomini nuovi che facciano crescere altri uomini nuovi. Servono uomini nuovi che non si vergognino di dire: “No, io non ci sto” quando si insultano le donne (che siano famose o sconosciute, che siano belle o brutte, che siano povere o ricche, che siano giovani o vecchie, che siano malate o in salute). Quando gli uomini vivranno la violazione di un diritto di una donna come la violazione di un loro diritto, solo allora le donne scopriranno di essere davvero libere».

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