Vivere in un mondo di NO
Scritto da Raffaella Quadri in data Settembre 25, 2023
No. No. NO.
Provate a immaginare di trascorrere una vita in cui la risposta a ogni vostro desiderio, a ogni bisogno e addirittura a ogni vostro diritto sia sempre la stessa: NO.
Un monosillabo semplice, ma dal significato inequivocabile e pesante come un macigno. A rimanere schiacciate sono alcune vite. Le vite delle donne afghane. Una serie disegni ci racconta la loro storia.
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Le immagini a cui mi riferiscono nascono dalla creatività e dal cuore di un illustratore italiano, Giancarlo Caligaris, che ha saputo interpretare una realtà, quella della condizione femminile in Afghanistan, scoperta anni fa iniziando a seguire le attività di NOVE, Caring Humans. L’associazione, presente dal 2013 in Afghanistan, ha dato vita nel Paese a una serie di progetti di sviluppo dedicati proprio all’universo femminile.
NOVE e i progetti afghani
Caligaris segue le attività di NOVE ben prima del ritorno nel Paese del regime talebano, ed è stato ispirato dai progetti che l’associazione porta avanti in quei territori.
Per uno di questi, il “Pink shuttle”, nel 2020 ha raccontato la storia di Fatima, una ragazza cresciuta con il sogno di diventare un’autista professionista e che, una volta diventata adulta, ha avuto la tenacia di riuscirci e l’occasione di farlo grazie a uno dei progetti di NOVE. Le hanno dato la possibilità di prendere la patente e di mettere in piedi un servizio di trasporto gestito da donne e dedicato esclusivamente a loro. Una conquistata di liberà dal significato importante: in un Paese in cui le donne non possono fare nulla senza che vi sia un uomo al loro fianco, guidare e farlo addirittura per professione è un affronto a un radicato tabù.
Storie vere che prendono forma dalla matita di Caligaris per arrivare fino a noi. Come quella, del 2021, che narra l’impegno di un’anziana professoressa che girava la città a bordo di uno scooter per poter raggiungere tutti i suoi studenti.
Giancarlo ha tracciato linee e mischiato colori di una realtà che sapeva di riscatto e di voglia di farcela.
Almeno fino all’estate del 2021.
Afghanistan: ritorno dei talebani e oblio delle donne
Con il ritorno dei talebani al potere, il 15 agosto di due anni fa, gli spazi di autonomia delle donne, così faticosamente conquistati un passo dopo l’altro, sono stati nuovamente risucchiati nel vortice di una mentalità che le vuole relegate ai margini della società. Le donne sono costrette a ricoprire solo due ruoli, quello di moglie e quello di madre. Senza diritti, sono considerate proprietà di padri, fratelli e mariti. Dal suo ritorno alla guida del Paese, il regime talebano opera un sistematico e incessante logorio dei loro diritti, riducendole al silenzio e all’impotenza. Imprigionandole, di fatto, in un mondo di NO.
Caligaris, ancora una volta, ha guardato dentro a quel mondo e l’ha riportato su carta.
I divieti dei talebani imposti alle donne: il no allo studio
L’artista ha creato tre strisce, ognuna composta da quattro illustrazioni in cui ha riportato i principali divieti imposti dal regime di Kabul alle donne.
Sono disegni dai colori accesi che stridono con la realtà che ritraggono. Gli abbiamo chiesto di spiegarci cosa lo abbia ispirato a voler raccontare con le immagini la condizione femminile.
Abituato per lavoro a rappresentare il reale con il disegno, Giancarlo ci ha detto di essere stato mosso, questa volta, anche da una grande rabbia: «Sono divieti impossibili da capire − dice − crudeli e assurdi».
Il primo a essere sviluppato è stato il divieto imposto alle donne di accedere all’istruzione universitaria. Subito dopo averlo realizzato, spiega l’illustratore, è giunta la notizia «ancor più tremenda» della proibizione per le bambine di andare oltre la terza classe.
Limitare o addirittura vietare l’istruzione è una forma di controllo e di sottomissione tanto abietta quanto efficace, e i talebani l’hanno adottata sin da principio. Appena insediati al potere hanno emesso il divieto per le ragazze di andare oltre la sesta classe – che per noi equivale indicativamente all’educazione delle scuole medie – concedendo invece di portare a termine gli studi universitari solo alle studentesse che avessero già iniziato l’Università. Dopo appena qualche mese anche questa concessione è venuta meno. Niente istruzione superiore, dunque, per le femmine.
Di recente è giunta notizia che, in alcune province più conservatrici del Paese, il limite è stato ampliato ulteriormente: le bambine possono studiare solo fino alla terza classe.
Afghanistan: vietati i parchi alle donne
A chi è nato e cresciuto in una parte del mondo in cui la libertà della persona è rispettata e difesa, pare assurdo che vi siano leggi atte, di fatto, a cancellare una parte della società. Ma in Afghanistan questo è proprio ciò che sta accadendo alle donne.
«Ho realizzato tra i primi il disegno sulla giustizia» prosegue Caligaris, «con una forza pari allo sgomento che genera la crudeltà con cui non lasciano speranza alle donne».
Un’altra immagine a cui l’illustratore è particolarmente legato è quella ispirata al divieto imposto alle donne di frequentare i parchi. «Ho visto chiaramente la volontà di sotterrare le donne, di farle scomparire dal mondo» dichiara, confessando di essersi trattenuto nel disegnare le figure maschili: «pupazzetti» in contrasto alle immagini delle donne «eleganti e altere».
Il processo creativo ha un effetto, prima che sul pubblico, sull’artista stesso. Gli abbiamo chiesto, quindi, cosa avesse provato nel guardare il proprio lavoro, una volta terminato.
«Disegnare queste situazioni ottenendo un buon risultato fa sì che ci si compiaccia dei propri buoni disegni. Ma in questi casi non si riesce» afferma. «Si stringe lo stomaco pensando che laggiù le donne vengono cancellate progressivamente dalla vita».
Donne afghane: il silenzio da non dimenticare
L’unica speranza è che il silenzio di queste bambine, ragazze e donne riesca a superare i confini afghani.
Il nostro compito è di non smettere di ascoltare quel silenzio e di dargli eco, di non voltare loro le spalle pensando che, in fondo, sia una questione culturale e che non ci riguardi. Il compito di tutti noi, che viviamo in un mondo in cui inseguire i propri sogni e vedere rispettati i propri diritti è non solo possibile ma dato per scontato, è di non dimenticarle.
Dedicato a NOVE, Caring Humans e al suo sostegno alle donne in Afghanistan.
Musica: Respect, di Misterbates
Immagini di Giancarlo Caligaris
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