20 agosto 2024 – Notiziario in genere

Scritto da in data Agosto 20, 2024

Le proteste si sono intensificate in India dopo che una folla ha vandalizzato un ospedale dove una dottoressa in tirocinio è stata violentata e uccisa nello stato del Bengala Occidentale. In Gran Bretagna la misoginia estrema verrà trattata come il terrorismo. Tunisia, il pinkwashing di Saied è un lontano ricordo.

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India

Le proteste si sono intensificate in India dopo che una folla ha vandalizzato un ospedale dove una dottoressa in tirocinio è stata violentata e uccisa nello stato del Bengala Occidentale.

L’ospedale è stato attaccato durante la massiccia marcia Reclaim the Night tenutasi nella città di Calcutta per protestare contro il brutale crimine.

Proteste minori si sono svolte anche in molte altre città indiane come Delhi, Hyderabad, Mumbai e Pune.

Il caso

L’India è ancora una volta scossa dalla rabbia per lo stupro e il femminicidio di una medica ospedaliera di Calcutta.

Il caso diventa ogni giorno più scandaloso, sottolineando la persistenza della violenza contro le donne.

Il corpo mutilato della tirocinante di 31 anni è stato ritrovato il 9 agosto in una sala riunioni dell’RG Kar Medical College and Hospital dove esercitava.

Secondo le prime indagini, sarebbe stata violentemente aggredita e violentata mentre era da sola per riposare dopo un turno di 36 ore.

L’ospedale, come molti altri, non dispone di una stanza di guardia.

Un uomo, un volontario incaricato di aiutare le persone a superare le file d’attesa in ospedale, è stato arrestato, ma si ritiene che siano coinvolte altre persone.

La lentezza delle indagini e il comportamento della direzione ospedaliera hanno esacerbato l’indignazione del personale medico.

I giudici incaricati del caso hanno denunciato gravi carenze da parte dell’amministrazione ospedaliera.

Martedì 13 agosto, l’Alta Corte di Calcutta ha deciso di trasferire il caso al Central Bureau of Investigation (CBI), citando la mancanza di progressi significativi nelle indagini e la possibilità che le prove vengano distrutte.

Gran Bretagna

Yvette Cooper on March 12, 2008. Original image by Steve Punter, subsequently re-balanced in Adobe Photoshop CS4.

La misoginia estrema, sarà trattata per la prima volta come una forma di terrorismo nei piani del governo britannico.

Yvette Cooper, ministra degli Interni, ha spiegato al Sunday Telegraph di aver ordinato una revisione della strategia antiterrorismo per affrontare la violenza contro le donne e le ragazze e identificare le lacune della legislazione attuale, esaminando le ideologie emergenti.

Secondo la proposta, gli insegnanti e le insegnanti per esempio dovrebbero per legge indirizzare gli alunni sospettati di misoginia estrema a Prevent, il programma antiterrorismo del governo britannico.

“Per troppo tempo, i governi non sono riusciti ad affrontare l’aumento dell’estremismo”, Cooper ha dichiarato al Telegraph, “sia online che nelle nostre strade, e abbiamo visto crescere il numero di giovani radicalizzati online”.

L’incitamento all’odio di ogni tipo “frattura e logora il tessuto stesso delle nostre comunità e della nostra democrazia. L’azione contro l’estremismo è stata gravemente vanificata negli ultimi anni, proprio quando avrebbe dovuto essere più necessaria”.

La revisione dovrebbe essere completata in autunno come parte di una nuova strategia anti-estremismo che sarà svelata dal ministero degli Interni il prossimo anno.

Esistono diverse categorie di estremismo misogino classificate dal ministero degli Interni, tra cui “incel”, o “celibato involontario”, una sottocultura online in cui una visione del mondo misogina promossa da uomini che incolpano le donne per la loro mancanza di opportunità sessuali.

Il mese scorso, un alto ufficiale di polizia ha avvertito che influencer online come Andrew Tate potrebbero radicalizzare giovani uomini e ragazzi portandoli alla misoginia estrema, nello stesso modo in cui i terroristi attirano i loro seguaci.

Il vice capo della polizia Maggie Blyth, responsabile nazionale della polizia contro la violenza contro le donne e le ragazze (VAWG), ha affermato che l’influenza esercitata sui giovanissimi online è “piuttosto terrificante”.

Tunisia

In Tunisia, attiviste per i diritti delle donne sono scese in piazza in occasione della Giornata nazionale della donna per protestare contro la repressione da parte delle autorità nei confronti di oltre trenta giudici e attiviste critiche nei confronti del presidente Kais Saied.

Il 13 agosto, marciando da Habib Bourguiba Avenue al ministero degli Interni, le manifestanti hanno chiesto il rilascio immediato delle donne tunisine detenute sotto l’accusa di aver esercitato la libertà di parola sotto il governo di Saied.

Secondo l’organizzazione non governativa Legal Agenda, dalla presa del potere di Saied nel 2021, almeno trentaquattro donne sono state arrestate, indagate o è stato loro impedito di viaggiare.

Condizione femminile

Ogni anno, il 13 agosto, la Tunisia celebra la Giornata nazionale della donna.

Ma quest’anno, la giornata ha visto una piccola ma appassionata protesta contro “la misoginia del regime”, come descritta da Chaima Issa, che è stata la prima prigioniera politica tunisina sotto Saied.

Issa è stata arrestata lo scorso febbraio insieme ad altri personaggi politici.

Successivamente è stata rilasciata, ma ha ricevuto una condanna a un anno con sospensione della pena per aver “offeso” il presidente.

“La dualità e l’odio del regime per le donne sono evidenti”, ha rimarcato Issa durante la protesta. “Non sorprende che le detenute e i/le blogger siano presi di mira ai sensi del Decreto 54, e forse altri casi devono ancora verificarsi”.

Giro di vite sulle donne: dalla politica alla migrazione

L’ultimo obiettivo della repressione di Saied è stata Abir Moussi, capa del Partito Destouriano Libero, che è in prigione da ottobre.

La settimana scorsa è stata condannata a due anni di carcere, pochi giorni dopo aver annunciato la sua candidatura alle elezioni presidenziali.

Moussi doveva essere l’unica candidata donna in gara.

Abir Moussi

Le autorità tunisine hanno preso di mira anche le organizzazioni femminili che contestano le politiche anti-immigrazione dello stato.

L’8 maggio, Saadia Mosbah dell’Associazione antirazzismo Manamti e Sherifa Riahi, ex leader di Tunisia Land of Asylum, sono state arrestate con l’accusa di riciclaggio di denaro.

Saied aveva accusato le ONG di aiutare i migranti a “destabilizzare lo Stato” utilizzando fondi esteri.

Il presidente ha anche affermato che l’afflusso di migranti dall’Africa sub-sahariana è “parte di un complotto per alterare la composizione demografica della Tunisia”.

Sono state indagate anche Ghufran Benous della ONG Manamti e Fatima Zahra Latifi dell’Associazione Integrazione per la Giustizia e l’Uguaglianza, così come Mira Ben Salah del ramo Integrazione di Sfax.

Ha riferito che la sua organizzazione è stata presa di mira per accuse di “insediamento di migranti” e di “cospirazione con i sionisti”, cosa che lei nega categoricamente.

Inoltre, le indagini condotte dal governo hanno preso di mira le avvocate che difendono i critici di Saied e gli ex attivisti, tra cui Bouchra Belhaj Hmida, che sono stati ritirati dal pensionamento per affrontare l’accusa di “cospirazione contro lo stato”.

Le ONG per i diritti delle donne temono che molte più donne tunisine saranno perseguite ai sensi del decreto 54, che prevede pene detentive fino a cinque anni per aver diffuso “notizie false” o “calunniato altri” e fino a dieci anni se l’obiettivo è un pubblico ufficiale.

Firmato da Saied nel settembre 2022, questo decreto di ampia portata gli ha permesso di reprimere le voci dissenzienti, dice l’opposizione.

Il presidente Saied e il pinkwashing

Najla Bouden, Prime Minister of Tunisia, speaking in the Realizing Africa’s Century session at the World Economic Forum Annual Meeting 2023 in Davos-Klosters, Switzerland, 19 January, 2023. World Economic Forum / Boris Baldinger

Quando Saied ha assunto per la prima volta poteri straordinari, ha smantellato gradualmente gli organi democraticamente eletti, sostituendoli con nuovi direttamente sotto il suo controllo, e spesso con un tasso più elevato di rappresentanza femminile.

Ha salutato questo atto come “un trionfo e un omaggio” alle donne tunisine, in particolare quando ha nominato Najla Bouden come prima donna prima ministra nella regione, per poi sostituirla due anni dopo senza fornire alcuna motivazione ufficiale.

Emna Sammari, un’analista di genere tunisina, sostiene che l’attenzione di Saied sull’uguaglianza di genere era una distrazione per la sua presa del potere.

“Quando una democrazia debole precipita nell’autoritarismo, manipolare i diritti delle donne è un modo per placare le critiche occidentali”, afferma.

Sembrava aver funzionato, e Saied è riuscito a focalizzare l’attenzione internazionale sulla presenza delle donne nella sua amministrazione, lontano dai critici locali che avvertivano di un colpo di stato democratico in corso.

La facciata “femminista” di Saied ha ora lasciato il posto a un approccio più cospiratorio e xenofobo, con particolare enfasi sulle presunte agende straniere.

Con questo spirito, nel 2022 ha promulgato una nuova costituzione che impone allo Stato di “sostenere i valori islamici”, il che potrebbe limitare i diritti umani, in particolare per le donne, afferma Human Rights Watch (HRW).

Le femministe tunisine temono di perdere le protezioni legali e sociali per cui hanno lottato duramente sin dall’indipendenza del paese nel 1956.

Saied ha anche bloccato gli sforzi per legalizzare l’eredità parziale e migliorare i diritti socio-economici delle donne.

Mentre Saied cerca la rielezione il 6 ottobre, i suoi più forti oppositori – e oppositrici – rimangono dietro le sbarre o squalificati.

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