24 settembre 2024 – Notiziario in genere

Scritto da in data Settembre 24, 2024

Repubblica Democratica del Congo, un rapporto delle Nazioni Unite fa luce sugli stupri nella prigione di Makala durante un’evasione mortale. Malala manifesta per le donne davanti all’Onu. A Cuba arrestata, di nuovo, Berta Soler, leader delle ‘Donne in Bianco’.

Ascolta il podcast

Repubblica Democratica del Congo

Un rapporto interno del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, l’agenzia delle Nazioni Unite incaricata di migliorare la salute riproduttiva e materna, ha scoperto che 268 delle 348 donne detenute nella prigione di Makala nella Repubblica Democratica del Congo, quasi l’80%, sono state vittime di stupro e altre violenze sessuali quando un tentativo di evasione dalla prigione all’inizio di questo mese si è rivelato mortale.

Il rapporto, visionato da Human Rights Watch che ne dà notizia e riportato per la prima volta da Reuters, rileva che 17 delle sopravvissute alla violenza sessuale avevano meno di 19 anni.

A seguito della violenza in prigione il 2 settembre, il ministro degli Interni congolese Jacquemain Shabani ha annunciato lo stesso giorno che 129 prigionieri sono morti e 59 sono rimasti feriti.

Ha anche affermato che c’erano state “alcune donne violentate”.

Il 4 settembre, una prigioniera ha dichiarato a Human Rights Watch di aver assistito allo stupro di alcune donne e che nessuna aveva ricevuto cure mediche adeguate.

Il rapporto rileva che, sebbene siano state fornite cure tempestive post-stupro, come la contraccezione di emergenza contro la gravidanza e la profilassi post-esposizione all’HIV, a un certo numero di sopravvissute entro 72 ore dalle aggressioni, non c’è stato un adeguato supporto psicologico fino all’11 settembre.

La violenza sessuale è un problema cronico nelle prigioni del Congo.

I precedenti

A settembre 2020, una rivolta carceraria nella prigione centrale di Kasapa a Lubumbashi ha causato un incendio nella sezione femminile che ha costretto le prigioniere a entrare nel cortile principale della prigione per tre giorni. La prigione non è riuscita a fornire alcuna protezione.

Per tre giorni, i prigionieri maschi hanno ripetutamente violentato diverse decine di prigioniere, tra cui un’adolescente.

Un processo tenutosi 16 mesi dopo è stata un’occasione persa per indagare in modo significativo su quanto accaduto e chiamare a rispondere i responsabili, compresi i diretti autori e i funzionari statali.

A complicare la situazione ci sono il sovraffollamento e le scarse condizioni di vita e igieniche comuni a Makala e in molte altre prigioni congolesi.

Il 2 settembre, Shabani ha affermato che sarebbe stata creata una commissione mista per stabilire i fatti relativi all’incidente nella prigione di Makala.

Sebbene questa commissione affronterà diverse sfide, dovrebbe concentrarsi in modo particolare su una domanda critica: cosa deve fare il governo per affrontare la violenza sessuale nelle prigioni del Congo e garantire la dignità e la sicurezza di donne e ragazze?

Nazioni Unite

L’attivista pakistana, vincitrice del Premio Nobel per la pace, Malala Yousafzai ha guidato una manifestazione di donne fuori dell’edificio delle Nazioni Unite che ospita il Summit of the future.

“Abbiamo chiesto alle leadership mondiali di ascoltare le ragazze e dare priorità alle loro richieste nell’ambito del Summit”, scrive su X Malala.

“Le donne nel mondo fanno fronte a realtà diverse. In Afghanistan sono state bandite dalla scuola superiore. A Gaza vivono costantemente sotto le bombe e in Nigeria patiscono gli effetti drammatici delle inondazioni”.

“Poiché ho fiducia nelle istituzioni e nei leader politici chiedo loro di fare di più per le donne e le ragazze”.

Cuba

European Parliament | Ladies in White: Sakharov prize is a shield protecting our peaceful fight for freedom in Cuba

Una leader del dissenso a Cuba, Berta Soler, è stata nuovamente arrestata all’Avana: a darne notizia è il marito, l’ex prigioniero politico Ángel Moya.

Soler guida il movimento di protesta ‘Donne in Bianco’ e il suo arresto sarebbe avvenuto dopo che la donna aveva lasciato la sede del gruppo di opposizione, nel quartiere di Lawton della capitale.

La Fondazione nazionale cubano-americana ha dato conto su X della situazione, avvenuta proprio dopo che Soler la settimana scorsa era stata minacciata da un componente delle forze di repressione paramilitari noto come ‘Felo’.

Considerato a lungo l’unico gruppo di opposizione a cui il governo cubano consente di dimostrare, il movimento ‘Donne in bianco’ è composto da parenti dei dissidenti incarcerati che chiedono il loro rilascio.

Lo fanno sfilando con abiti bianchi quasi ogni domenica.

Ti potrebbe interessare anche:

E se credi in un giornalismo indipendente, serio e che racconta il mondo recandosi sul posto, puoi darci una mano cliccando su Sostienici


[There are no radio stations in the database]