20 gennaio 2020 – notiziario in genere

Scritto da in data Gennaio 20, 2020

Donne al potere, i Luanda Leaks rivelano la rete di affari sospetti di Isabel dos Santos (foto); Stati Uniti, 4° Women’s March; GB, indagine sulle molestie sul lavoro; Francia, contro la procreazione medicalmente assistita; Spagna, terzo femminicidio dall’inizio dell’anno.

Questo e molto altro nel notiziario di genere di Radio Bullets, oggi a cura di Paola Mirenda. Musiche di Walter Sguazzin.

Spagna

Una ragazza di 29 anni è stata uccisa dal suo ex compagno, un agente dei Mossos de Esquadra che in seguito si è suicidato. Lui l’aveva perseguitata a lungo dopo la fine delle relazione, pedinandola di frequente, entrando nei posti in cui lei andava, telefonando di continuo. Pretendeva che ritornassero insieme, cosa che non era affatto nelle intenzioni delle ragazza. Il Tribunal Superior de Justicia de Cataluña dice che non c’erano state denunce da parte di lei, che stava facendo i primi passi come infermiera, era tornata a vivere dalla madre a Terrassa, nei pressi di Barcellona. Venerdì sera lui l’ha seguita per l’ennesima volta, è entrato nel garage della palazzina dietro di lei, le ha sparato in testa con la propria pistola d’ordinanza, poi si è ucciso. Non ci sarà processo per lui, ma la polizia ha classificato l’omicidio come violenza machista.

È già il terzo in Spagna quest’anno, il secondo in Catalunya. Lo scorso anno sono state 55 le donne assassinate per mano del loro compagno o ex compagno, più di una a settimana, il numero più alto negli ultimi cinque anni. Ieri nel centro di Terrassa si sono riunite centinaia di persone contro la violenza degli uomini verso le donne e il sindaco ha dichiarato tre giorni di lutto. Manifestazioni sono previste oggi in diverse città della Catalunya.

Stati Uniti

Nell’ambito dell’ampio studio Turnaway – una della maggiori indagini mai fatte negli Usa su come l’aborto influisca sulle donne fisicamente, socialmente, emotivamente ed economicamente – è stato dimostrato come a 5 anni da un’interruzione volontaria di gravidanza, le donne continuano a essere certe di aver fatto la scelta giusta. Nei dati pubblicati la settimana scorsa emerge come l’84 per cento delle donne che hanno partecipato allo studio riferisca di sentimenti positivi o di assenza di sentimenti e solo il 6 per cento di un sentimento negativo rispetto all’aborto. Ma se si parla della scelta in sé, per il 99 per cento è stata quella giusta. Secondo una delle ricercatrici che hanno elaborato i dati, “puoi provare l’emozione del rimpianto, eppure sentire di aver fatto ciò che era giusto per te”. I dati sono in forte contrasto con le campagne anti aborto che insistono sul “pentimento” delle donne.

Gran Bretagna

Victoria Atkins, parlamentare conservatrice, sottosegretaria di Stato e incaricata del ministero delle Donne, ha lanciato una indagine conoscitiva sulle donne molestate sessualmente sui luoghi di lavoro, invitando le cittadine britanniche a condividere, anche in modo anonimo, la loro esperienza.Un sondaggio del 2017 rivelava come il 40 per cento delle donne e il 18 per cento degli uomini avessere sperimentato comportamenti sessuali indesiderati sul luogo di lavoro. La stessa Atkins ha rivelato alla Bbc di essere stata molestata. “Non entro nei dettagli perché non voglio essere definita dal comportamento sporco che gli uomini hanno avuto nei miei confronti”, ha detto. Ma, ha aggiunto, raccontare ciò che è stato è utile per far capire alla politica quel che la politica deve fare per evitare che altri abusi si ripetano. Intanto la Commissione per l’uguaglianza e i diritti umani – una organizzazione para statale no profit – ha pubblicato una guida per i datori di lavoro, affinché riconoscano e prevengano le molestie sul posto di lavoro. Rebecca Hilsenrath, a capo della Commissione, sostiene che, nonostante i passi avanti fatti negli ultimi due anni dopo l’emergere del movimento MeToo, ci siano ancora troppe aziende dove i comportamenti sessisti sono tollerati, spesso perché nemmeno ritenuti tali. “Nessuna forma di molestia può mai essere giustificata”, scrive in una dichiarazione sul sito della Commissione, “Per troppo tempo l’onere di contestare un trattamento inappropriato è caduto sulla vittima. Con questa guida vogliamo che l’onere torni sui datori di lavoro”.


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