3 maggio 2019 – notiziario

Scritto da in data Maggio 3, 2019

Bénin: elezioni, scontri e morti dopo la proclamazione dei risultati / Sudafrica: pochi giovani andranno a votare l’8 maggio /Venezuela: prossima settimana incontro Stati Uniti Russia in Finlandia/ Israele e Palestina: 6000 i minori palestinesi arrestati dal 2015 / Portogallo: governo sconfitto sul “periodo congelato” degli insegnanti / Cipro: femminicidi, si dimette il ministro della Giustizia.

Questo e molto altro nel web notiziario di Radio Bullets, un podcast di notizie dal mondo oggi a cura di Paola Mirenda e Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin. Foto di copertina: Ji-Elle [CC BY-SA 4.0]

Gli approfondimenti del notiziario:

Stati UnitiUn nuovo studio pubblicato dal Pentagono ieri mostra che il numero di aggressioni sessuali è aumentato nel 2018 arrivando a 20.500, quasi gli stessi livelli di 5 anni fa. Queste cifre sono incluse in un sondaggio anonimo che conduce il Pentagono ogni due anni che stima il tasso di violenza sessuale tra i militari.

Israele e Palestinasono almeno seimila i minori palestinesi che sono stati detenuti dal 2015 secondo l’associazione dei prigioni palestinesi. Il 98 per cento di questi ragazzini sono stati soggetti ad abusi fisici o psicologici mentre erano in custodia israeliana. Decine di questi minori sono stati arrestati dopo che erano stati feriti dai soldati. Oggi nelle prigioni israeliane ci sono 5600 palestinesi, tra cui 48 donne e 250 minori.

Durante la cerimonia del Memorial Day, israeliani e palestinesi si ritrovano per una volta dalla stessa parte a condividere il dolore per i morti da entrambe le parti del conflitto. Ma quest’anno i 181 palestinesi che dovevano essere presenti alle cerimonia  che si tiene a Tel Aviv non hanno ricevuto le autorizzazioni per partecipare. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz l’ordine è arrivato direttamente dal premier Netanyahu che è anche ministro della Difesa.

Sudafrica, ci si avvicina alle elezioni del prossimo 8 maggio, le seste elezioni da quando il Paese è uscito dal regime del’apartheid e ha ritrovato la democrazia. L’African National Congress, il partito che fu di Mandela, continua a essere il favorito della consultazione, nonostante gli scandali che hanno colpito la sua leadership, soprattutto con l’ex presidente Jacob Zuma – sotto processo per corruzione – e l’incapacità politica del nuovo presidente, Cyril Ramaphosa, di rispondere alla crisi economica. Su questo terreno si è inserito Julius Malema, ex leader dei giovani dell’Anc ma dal 2013 a capo di un proprio partito, Economic Freedom Fighters, considerato un partito populista di sinistra, accreditato negli ultimi sondaggi di un consenso tra il 10 e il 15 per cento. Malema ha promesso che, in caso di vittoria, metterà sia Zuma sia Ramaphosa dietro le sbarre. Alle elezioni di maggio parteciperanno pochi giovani, secondo gli ultimi dati: il 52 per cento degli elettori nella fascia tra i 18 e i 30 anni non si è iscritto nelle liste elettorali.


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