25 settembre 2025 – Notiziario Mondo

Scritto da in data Settembre 25, 2025

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  • Gaza: distrutte le poche strutture sanitarie ancora funzionanti a Gaza City
  • GSF: il tempo della scelta tra mediare per far arrivare gli aiuti o continuare
  • Russia: proseguono la guerra in Ucraina e i sorvoli sui cieli europei
  • Uganda: il presidente si ricandida per il sesto mandato
  • Cina: allerta per il super tifone Ragasa
  • Giappone: solo due ore al giorno di smartphone
  • Egitto: Tutankhamon avrà una nuova casa

Questo – e non solo – nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Raffaella Quadri e con Barbara Schiavulli

 

Le notizie sulla Striscia di Gaza sono di Barbara Schiavulli che ci aggiorna direttamente da una delle barche della Global Sumud Flotilla in viaggio verso Gaza.

Gaza

Almeno 64 palestinesi sono stati uccisi oggi negli attacchi israeliani su tutta Gaza, tra cui 42 a Gaza City.

Cinque palestinesi sono stati uccisi e venti feriti mentre cercavano aiuti. Il bilancio complessivo delle vittime dal 7 ottobre 2023 è ora di 65.419 morti e 167.160 feriti.

All’alba di due giorni fa, le forze israeliane hanno compiuto un massacro al mercato di Firas a Gaza City, lasciando fino a 20 morti, mentre ulteriori bombardamenti hanno colpito case nel quartiere di Sabra e il campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza.

Fonti mediche hanno riportato, inoltre, sei morti nel sud di Gaza mentre i carri armati avanzavano e proseguivano le demolizioni su larga scala, secondo Ma’an News.

Il sistema sanitario di Gaza continua a essere preso di mira dall’esercito israeliano: un raid aereo martedì ha ridotto in macerie il principale centro della Palestinian Medical Relief Society (PMRS) a Gaza City, un edificio di sei piani.

Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che collabora con PMRS, ha scritto su X che il centro “era tra le poche strutture ancora funzionanti a Gaza City, forniva servizi di donazione e analisi del sangue, cure per traumi, farmaci oncologici e trattamenti per malattie croniche”.

Ha aggiunto: “La distruzione continua delle strutture sanitarie di Gaza City causerà altre morti e metterà ulteriormente sotto pressione ospedali già sovraffollati nel sud”.

La Mezzaluna Rossa Palestinese ha dichiarato martedì che la centrale dell’ossigeno dell’ospedale Al-Quds di Gaza City si è fermata dopo che le forze israeliane hanno aperto il fuoco, lasciando solo tre giorni di scorte di ossigeno.

Veicoli militari bloccano il cancello sud dell’ospedale, intrappolando personale e pazienti. L’organizzazione ha avvertito che le vite sono a rischio immediato e ha lanciato un appello urgente per una protezione internazionale.

In quello che potrebbe essere il preludio a un altro attacco israeliano contro l’ospedale Al-Shifa di Gaza City, l’esercito israeliano ha diffuso immagini aeree che, a suo dire, mostrerebbero combattenti di Hamas sparare dall’interno dell’ospedale.

L’Al-Shifa, un tempo il più grande ospedale della Palestina, è stato più volte assaltato e bombardato dalle forze israeliane negli ultimi due anni.

Le precedenti accuse israeliane secondo cui Hamas avesse un centro di comando e controllo sotto l’ospedale si sono rivelate infondate.

Una recente valutazione dell’International Rescue Committee (IRC) a Gaza ha riscontrato un forte aumento della fame e delle ferite tra i bambini, incluso un incremento delle amputazioni.

Mercoledì, l’esercito israeliano ha bombardato la filiale principale della Bank of Palestine, nella zona est di Gaza City, secondo Al Jazeera.

Cisgiordania

Israele ha annunciato la chiusura del valico di Allenby/King Hussein, l’unico punto di attraversamento tra la Cisgiordania occupata e la Giordania, “fino a nuovo avviso”.

La decisione è arrivata dopo un attacco al valico la scorsa settimana da parte di un camionista giordano che ha ucciso due soldati israeliani.

È seguita inoltre al riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di diversi paesi membri dell’ONU.

Il valico è l’unico attraversamento per merci e passeggeri disponibile ai palestinesi in Cisgiordania che non porti in Israele, ed è anche una via chiave per evacuazioni mediche e consegne di aiuti umanitari a Gaza.

In una dichiarazione, il ministero degli Esteri palestinese ha definito la chiusura una forma di “punizione collettiva”.

Mercoledì, le forze israeliane hanno ucciso un ragazzo di 19 anni durante un’incursione nella cittadina di Anzah, vicino a Jenin.

Intanto, almeno tre tredicenni sono stati arrestati dalle forze israeliane durante un raid nel villaggio di Deir Abu Mishal, vicino a Ramallah, secondo l’Ufficio media dei prigionieri palestinesi. Altri studenti sono stati fermati ad Al-Khalil/Ebron.

Assemblea Generale ONU

Trump ha incontrato i leader di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Egitto, Giordania, Turchia, Indonesia e Pakistan all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA), definendolo il suo “incontro più importante” della giornata, con colloqui incentrati su un cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e la crisi umanitaria a Gaza.

Il presidente turco Erdoğan ha definito la sessione “molto fruttuosa”, mentre i media emiratini hanno confermato che è attesa una dichiarazione congiunta.

In precedenza, Trump si era scontrato con il presidente francese Macron, il cui governo lunedì ha riconosciuto la Palestina come Stato, con Macron che ha avvertito che la strategia di guerra israeliana non è riuscita a indebolire Hamas.

All’UNGA, Trump ha affermato falsamente che Hamas continua a rifiutare le proposte di cessate il fuoco.

Un precedente accordo graduale, basato sui termini di Israele e Washington, era stato accettato da Hamas il 18 agosto, ma Israele non ha ancora risposto.

All’inizio del mese, Israele ha bombardato gli uffici di Hamas in Qatar, uccidendo sei persone, mentre l’ultimo piano di Trump era ancora sul tavolo.

L’emiro del Qatar ha detto all’assemblea che Israele “negozia con le delegazioni e trama per assassinare i membri dei team di negoziato”, rendendo impossibile la cooperazione con una parte che “non rispetta nemmeno i più minimi standard di collaborazione”.

Israele tratta i negoziati come “una continuazione della guerra con altri mezzi” ha aggiunto, ingannando la sua opinione pubblica mentre rende Gaza invivibile, senza istruzione né cure mediche.

Il presidente colombiano Gustavo Petro, nel suo ultimo discorso all’assemblea, ha accusato Donald Trump di complicità in genocidio in Palestina e ha avvertito che la stessa violenza potrebbe diffondersi in America Latina.

Parlando per quasi 45 minuti, Petro ha denunciato i crimini di guerra statunitensi, le politiche migratorie, la guerra alla droga, l’inazione climatica e le atrocità in corso a Gaza, spingendo la delegazione americana ad abbandonare l’aula.

Global Sumud Flotilla

E ora veniamo a noi, reduci sa una notte quella di ieri attaccata dai droni in acque internazionali vicino a Creta.

La nostra e altre tre barche hanno subito danni tali che una ha dovuto ritirarsi, mentre noi possiamo viaggiare solo a motore.

L’attacco ha spinto l’Italia ad annunciare l’invio di una nave della marina verso la flottiglia per offrire assistenza, nave che però non abbiamo ancora visto. In serata la Spagna ha annunciato l’invio di una sua barca di scorta.

Le Nazioni Unite hanno chiesto un’indagine sugli attacchi. “Deve esserci un’indagine indipendente, imparziale e approfondita sugli attacchi e sulle molestie riferite da droni e altri oggetti” ha dichiarato in un comunicato il portavoce dell’Ufficio ONU per i diritti umani, Thameen al-Kheetan.

Durante il giorno alla luce letteralmente del Sole, abbiamo proseguito con il mare mosso in acque internazionali fino a che è arrivato il tramonto e indicazioni di diverse fonti che Israele questa notte non solo avrebbe mandato i droni ma ci sarebbe stata un’escalation.

Abbiamo ripiegato in acque greche dove un attacco in acque nazionali sarebbe considerato un’invasione di territorio sovrano e, nonostante i droni che ci hanno comunque sorvolato, abbiamo tirato dritto.

Il problema è che oggi la costa finisce e la flottiglia sarà in mare aperto per giorni prima di arrivare a Cipro.

E qui si pone il problema venire ad un compromesso e ad una mediazione per fare arrivare gli aiuti, al costo di porre fine alla missione, o tirare avanti con il rischio non che si venga arrestati, opzione che è valsa per le flottiglie precedenti e che si era disposti a subire nel tentativo di rompere l’assedio a Gaza, ma si mettere a repentaglio vite umane addirittura molto prima di arrivare nelle acque internazionali vicino a Gaza.

La risposta alla domanda ancora non c’è e non resta molto tempo a disposizione. Al prossimo tramonto tutto potrebbe essere possibile.

E dalla barca Morgana è tutto.

Russia

Vladimir Putin mostra i muscoli e prosegue per la propria strada.

Il governo russo, non solo afferma che l’operazione militare in Ucraina continuerà nell’interesse nazionale della Russia ma, attraverso il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, bolla come “infondate” le accuse di violazioni dello spazio aereo Nato.

Violazioni a cui si aggiunge, nelle ultime ore, anche la segnalazione tedesca di un sorvolo russo su una nave nel Mar Baltico.

Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha parlato di episodi ripetuti di incursioni russe nei cieli europei, segnalando una crescente pressione sui confini della Nato.

A New York, a margine dell’Assemblea generale dell’ONU, il segretario di Stato americano Marco Rubio ha incontrato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, chiedendo “passi significativi verso la pace” e il cessate il fuoco in Ucraina.

Secondo il Dipartimento di Stato, Rubio ha ribadito che la pazienza di Washington non è illimitata.

L’appello di Zelensky all’ONU

Intanto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, nel suo intervento, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato la comunità internazionale a non restare in silenzio di fronte all’aggressione russa.

Ha definito l’attuale scenario un “collasso del diritto internazionale”, denunciando la corsa globale agli armamenti e la necessità di nuove regole per droni e tecnologie militari avanzate.

Le crisi che si stanno verificando in diverse parti del mondo – e cita anche la Palestina – sono il sintomo della debolezza delle istituzioni internazionali, ha sottolineato Zelensky.

Ringraziando poi Washington per il rinnovato sostegno, il presidente ucraino ha chiesto un impegno concreto a Europa, Stati Uniti, Cina e India per fermare il conflitto e impedire un’espansione della guerra.

«La pace» ha affermato «dipende da tutti».

Ciò che occorre è un’azione coordinata per difendere il diritto internazionale e sostenere l’Ucraina.

Corea del Nord

Prove di distensione tra regime coreano e presidenza americana.

Kim Jong Un si dice pronto a dialogare con Washington, ma solo se gli Stati Uniti rinunceranno a chiedere la denuclearizzazione del paese.

Il leader nordcoreano ha definito questa richiesta come una “ossessione delirante” degli States.

Se Washington dovesse abbandonare questa strada e dichiararsi intenzionato a una coesistenza pacifica con la Corea del Nord, Kim Jong Un si dice pronto a concretizzare tale desiderio.

Uganda

Il presidente dell’Uganda Yoweri Museveni, al potere dal 1986, ha annunciato la propria candidatura alle prossime elezioni.

Le urne si apriranno a gennaio 2026 e per l’attuale presidente si tratterà della candidatura al sesto mandato.

La Commissione elettorale ha confermato che oltre due milioni di firme sostengono la sua corsa, resa possibile dall’abolizione del limite d’età e che è stata approvata nel 2017, proprio per volere di Museveni.

Il suo oppositore Bobi Wine, sconfitto nel 2021, in passato aveva denunciato brogli.

Mentre un altro storico rivale, Kizza Besigye, resta in carcere a Kampala accusato di alto tradimento.

credit: National Resistance Movement – NRM

Sudan

Nuova strage in Darfur: un drone delle Forze di Supporto Rapido ha colpito una moschea nel campo profughi di Abu Shouk, uccidendo 75 persone.

L’attacco, avvenuto il 19 settembre, mirava a espellere l’esercito regolare dalla città di El-Fasher, già teatro di pesanti scontri tra le due fazioni in conflitto.

Intanto, sempre in Sudan, a Khartoum gli ospedali sono al collasso per la diffusione di malaria, tifo e febbre dengue.

Sono oltre 5.000 i casi segnalati in un solo distretto nell’ultimo mese e decine già le vittime.

Quasi metà delle strutture sanitarie della capitale è stata distrutta dai combattimenti tra l’esercito regolare e le milizie delle Forze di Supporto Rapido.

Un conflitto che, iniziato nell’aprile del 2023, ha prodotto, secondo l’ONU “la peggiore crisi umanitaria al mondo”.

Le organizzazioni umanitarie avvertono che i contagi e i decessi continueranno a crescere.

Le forniture mediche scarseggiano e molti centri sono costretti a ricorrere a cure di fortuna.

Mentre migliaia di sfollati tornano in città in cerca di assistenza.

Costa Rica

L’Assemblea legislativa del Costa Rica ha respinto la richiesta di revocare l’immunità del presidente Rodrigo Chaves, accusato di presunta estorsione.

Sono mancati solo quattro voti per raggiungere la maggioranza qualificata di 38, ma tanto è bastato al presidente.

A questo punto il caso di Chaves potrà essere affrontato dai tribunali solo al termine del suo mandato.

Brasile

Nasce il Forum globale per la transizione energetica equa e tra i suoi promotori c’è il presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva.

La nuova piattaforma, che è stata presentata a New York durante la Climate Week e l’apertura dell’Assemblea Generale dell’Onu, riunisce governi, istituzioni finanziarie e imprese.

L’intento è accelerare il passaggio alle energie rinnovabili.

L’obiettivo è ambizioso: triplicare la capacità rinnovabile e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030, arrivando a 11 terawatt installati nel mondo.

La lettera congiunta dei leader, diffusa durante la Climate Week di New York, prepara la strada alla Cop30 che di terrà il prossimo novembre a Belém, in Amazzonia.

Uno dei temi è l’urgenza di ridurre le disuguaglianze nell’accesso ai finanziamenti e alle tecnologie.

Il documento, inoltre, evidenzia il potenziale dell’America Latina, che è ricca di risorse naturali per sviluppare energia pulita e carburanti sostenibili.

Tra i firmatari figurano, oltre al Brasile, paesi di tutti i continenti e le principali agenzie internazionali dell’energia.

Cina

Massima allerta nel sud della Cina per il super tifone Ragasa, il più potente del 2025, che ha costretto all’evacuazione quasi 1,9 milioni di persone nella provincia del Guangdong.

Nei giorni precedenti erano già state evacuate oltre 400 mila persone nella città di Shenzhen, mentre più di 700 voli sono stati cancellati, con scuole e fabbriche chiuse in almeno dieci città.

Il ciclone ha toccato terra il 24 settembre lungo la costa dell’isola di Hailing, nella città di Yangjiang, provocando forti venti che hanno sradicato alberi, divelto insegne e danneggiato recinzioni.

Prima di arrivare in Cina, il tifone Ragasa aveva già colpito Hong Kong e ucciso almeno 15 persone a Taiwan, lasciando dietro di sé ingenti danni e diffusi blackout.

Le autorità cinesi mantengono l’allerta massima, mentre continuano le operazioni di soccorso e di messa in sicurezza delle aree costiere.

Giappone

Solo due ore al giorno.

Dal prossimo ottobre a Toyoake, città del Giappone di circa 70 mila abitanti nella prefettura di Aichi, entrerà in vigore un’ordinanza che invita i residenti a limitare l’uso di dispositivi digitali.

Niente smartphone o videogiochi dunque per più di due ore al giorno al di fuori dall’orario di scuola o di lavoro.

Il provvedimento, approvato dal consiglio comunale, entrerà in vigore dal 1° ottobre, ma non saranno previste sanzioni.

La norma raccomanda di spegnere i telefoni entro le 21:00 per i bambini delle elementari ed entro le 22:00 per gli studenti più grandi, seguendo così le linee guida del ministero della Salute giapponese.

Si tratta di precauzioni che nascono dai timori per gli effetti dell’iperconnessione sul benessere psicofisico, soprattutto tra i giovani.

Il sindaco Masafumi Kouki ha spiegato che l’obiettivo del provvedimento è proteggere il sonno e la crescita dei ragazzi, invitando le famiglie a fissare regole chiare.

I genitori non saranno però lasciati soli in questo arduo compito, il sindaco ha infatti promesso di riservare loro sostegno e consulenza.

Egitto

Il celebre Tesoro di Tutankhamon lascerà il vecchio Museo Egizio di piazza Tahrir a Il Cairo il prossimo 20 ottobre.

La sala chiuderà proprio in quella data per consentire il trasferimento degli oltre 5.000 reperti verso la loro nuova collocazione.

Ad ospitare il meglio dei reperti archeologici e di opera d’arte egiziane sarà il nuovo Grand Egyptian Museum (GEM) di Giza.

Dopo anni di rinvii – l’ultima data prevista era il 3 luglio 2025 – il governo egiziano ha fissato l’inaugurazione ufficiale del GEM per il 1° novembre 2025, come annunciato dal primo ministro Mostafa Madbouly.

Sarà la prima volta che l’intera collezione di Tutankhamon verrà esposta in un’unica sala dedicata, all’interno del più grande museo egizio del mondo.

Foto di copertina: OMS – ospedale Al Ahli

 

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