Afghanistan: aumentano i matrimoni forzati
Scritto da Radio Bullets in data Luglio 21, 2025
Leila Sarwari non è il suo vero nome, per ragioni di sicurezza dobbiamo tenerlo nascosto, ma Radio Bullets, sa molto bene chi è. Ha studiato all’università di Kabul, ha fatto un master e il suo sogno era diventare una diplomatica.
La sua vita e i suoi sogni, come per tutte le donne afghane che hanno studiato o lavoravano o erano socialmente impegnate, si sono infranti il 15 agosto del 21 quando i talebani hanno preso il potere consegnato dagli americani e dalla Nato che hanno tradito le speranze di milioni di donne che ora vivono in un regime di apartheid di genere.
Sentire la loro voce è un modo per non dimenticarle e per noi un monito di quello che il potere fa quando le società civili non intervengono.
Il matrimonio forzato è da tempo una grave violazione dei diritti umani in Afghanistan, ma la situazione è peggiorata drasticamente da quando i talebani hanno ripreso il controllo del paese nell’agosto 2021.
Instabilità economica, pressioni culturali e politiche sempre più oppressive — in particolare quelle che limitano l’istruzione e la mobilità femminile — hanno contribuito a un drammatico aumento di questi matrimoni.
Spesso si tratta di bambine e adolescenti costrette a sposare uomini molto più grandi, talvolta membri dei talebani stessi, mentre le famiglie lottano per sopravvivere sotto un sistema che le opprime economicamente e socialmente.
Fatima, 25 anni
“Ero solo una ragazza piena di sogni quando la mia famiglia mi disse che dovevo sposarmi. Non per amore, ma per ripagare un debito. Mi hanno portato via l’infanzia, l’istruzione, il futuro. La casa in cui sono entrata non era un rifugio, ma una prigione”.
Il ritorno dei talebani e le restrizioni contro le donne
Con il ritorno dei talebani, le restrizioni imposte alle donne sono state rapide e pervasive: divieto di istruzione secondaria e universitaria, limitazioni all’occupazione, obbligo di un tutore maschio per uscire di casa.
Queste politiche non solo privano le donne dell’autonomia personale, ma le condannano a un futuro privo di opportunità. In un contesto di povertà diffusa e disoccupazione, molte famiglie scelgono di dare in sposa le figlie in cambio di doti o per saldare debiti, soprattutto nelle zone rurali dove il peso delle tradizioni è più forte.
Anisa, 21 anni
“Ogni notte mi chiedo come sarebbe stata la mia vita se avessi potuto studiare. Invece, mi hanno data in sposa a un uomo molto più vecchio. Per lui non sono una compagna, ma una proprietà. Vivo nell’umiliazione e nel silenzio”.
Un sistema patriarcale che legittima l’abuso
La società afghana, profondamente patriarcale, continua a dare priorità all’onore familiare e all’autorità maschile rispetto ai diritti delle donne. Nonostante esistano leggi che proibiscono il matrimonio forzato e minorile, queste pratiche rimangono largamente diffuse: oltre un terzo delle ragazze afghane viene costretta a sposarsi, spesso prima dei 18 anni.
Bambine di appena 10 anni vengono fidanzate o sposate con uomini molto più anziani. Questi matrimoni, privi di consenso, sfociano spesso in relazioni segnate da abusi fisici, emotivi e sessuali. Lo stupro coniugale è comune, ma raramente riconosciuto a causa dello stigma sociale e dell’assenza di tutele legali.
Fawzia, 24 anni
“Quando ho rifiutato il matrimonio combinato, sono stata minacciata, picchiata e rinchiusa. La mia famiglia ha scelto l’onore al posto del mio diritto alla libertà. I segni che porto non sono solo sul corpo, ma nel cuore”.
L’impatto psicologico: tra dolore e disperazione
Le conseguenze del matrimonio forzato vanno ben oltre il danno fisico. Le vittime soffrono frequentemente di depressione, ansia, disturbo da stress post-traumatico e pensieri suicidi. Molte vivono nell’isolamento, nella paura e nella coercizione, ricorrendo talvolta all’autolesionismo o a gesti estremi pur di fuggire.
Il 29 aprile 2025, Abida, una ventenne della provincia di Ghor, si è data fuoco per evitare di essere costretta a sposare un membro dei talebani. Mina, invece, è stata fidanzata a 10 anni con un uomo di 65 dopo che il padre aveva perso il lavoro.
Sposata a 15, vive oggi in una casa violenta, senza più speranza di diventare giornalista. Elaha, studentessa di medicina, è stata obbligata a sposare un ex portavoce talebano; ha subito mesi di abusi e prigionia, fino a quando il suo video di denuncia non ha fatto il giro del mondo.
Razia, 28 anni
“Il matrimonio forzato è una condanna a vita. Mi ha tolto il diritto di scegliere chi amare, dove andare, cosa diventare. Ma io sono più di una moglie: sono una donna, e merito rispetto. Sogno un Afghanistan in cui ogni ragazza sia libera di scrivere la propria storia”.
Educazione negata, indipendenza cancellata
Il matrimonio forzato compromette irrimediabilmente l’istruzione e l’indipendenza economica delle ragazze afghane. Spesso vengono ritirate da scuola subito dopo il matrimonio, e il divieto imposto dai talebani all’educazione femminile oltre la primaria aggrava ulteriormente la situazione.
Senza istruzione né competenze, molte giovani spose restano dipendenti economicamente dai mariti o dalle famiglie, alimentando il ciclo della povertà e riducendo la partecipazione femminile alla forza lavoro. L’esclusione delle donne indebolisce anche l’economia del paese, privandolo di professioniste, insegnanti, mediche e lavoratrici qualificate.
Rischi sanitari e maternità precoce
I rischi per la salute associati al matrimonio forzato sono allarmanti. Le gravidanze precoci, comuni tra le spose bambine, aumentano il tasso di mortalità materna e comportano gravi complicazioni durante il parto.
L’Afghanistan registra uno dei più alti tassi di mortalità materna della regione, acuito dalla mancanza di accesso a cure mediche e dalla vulnerabilità delle giovani madri. I matrimoni forzati, dunque, non solo danneggiano le donne, ma mettono sotto pressione l’intero sistema sanitario.
Marginalizzazione sociale e mancanza di protezione
Le conseguenze sociali sono altrettanto gravi: le donne costrette al matrimonio sono spesso isolate, escluse dalla vita pubblica e stigmatizzate. L’erosione delle istituzioni che un tempo offrivano protezione — come rifugi, centri di assistenza legale e gruppi per i diritti delle donne — ha lasciato le sopravvissute senza alcuna rete di sicurezza.
Chi osa opporsi al matrimonio forzato rischia minacce, violenze, carcere o persino la morte, nel nome dell’onore familiare. Con il sistema giudiziario sotto controllo talebano, le protezioni legali sono ormai nulle.
Un’emergenza che devasta il futuro delle donne e del Paese
Il matrimonio forzato in Afghanistan è una crisi multilivello, alimentata da povertà, norme patriarcali e governo repressivo. Strappa alle donne la libertà, le espone alla violenza, nega l’istruzione e perpetua l’ingiustizia.
Il matrimonio forzato rappresenta una delle più gravi e urgenti crisi dei diritti umani in Afghanistan. Distrugge la vita di migliaia di donne e ragazze, privandole della libertà, della dignità e del futuro, ma mina anche il tessuto sociale ed economico del paese.
L’intreccio di repressione talebana, norme tribali e miseria ha creato un ambiente letale dove il matrimonio forzato prospera senza controllo. Eppure, nel buio, brilla la forza delle donne afghane: la loro resilienza, le loro voci, i loro gesti di resistenza sono un faro che il mondo non può permettersi di ignorare.
Un cambiamento reale richiederà un impegno internazionale costante, pressione diplomatica, e soprattutto, sistemi di supporto che restituiscano potere alle donne: attraverso l’educazione, la protezione legale e l’indipendenza economica.
Solo affrontando il matrimonio forzato con determinazione, l’Afghanistan potrà avvicinarsi a un futuro fondato sulla giustizia, sull’uguaglianza e sulla libertà.
Questo pezzo è stato scritto grazie al sostegno di alcune associazioni di Frascati che ci hanno permesso di fare la differenza. In Afghanistan oggi le giornaliste non possono scrivere, andare ad una conferenza stampa o apparire in televisione.
Ma il fatto che non possano farlo nel loro paese, non significa che non possano farlo da qualunque altra parte. Radio Bullets vuole tenere una luce accesa sull’Afghanistan e le afghane hanno bisogno che si sappia cosa sta succedendo loro. Per saperne di più cliccate sul pezzo sotto.
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