Un accordo per Ska

Scritto da in data Marzo 20, 2019

 

Roma tiene a battesimo Skao, l’Osservatorio internazionale preposto a supervisionare i lavori per la realizzazione del più grande radiotelescopio al mondo. L’Italia, rappresentata nel progetto dall’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), parteciperà alla realizzazione dello strumento che ci permetterà di catturare i segnali che provengono dallo spazio più remoto.
Raffaella Quadri per Radio Bullets. Musiche di Walter Sguazzin.
Photo credits: www.skatelescope.org

 

Città di nascita: Roma
data di nascita: 12 marzo 2019
segni particolari: cittadinanza internazionale.
Questa bizzarra carta d’identità si riferisce Skao ovvero lo Ska Observatory, che ha il compito di supervisionare la costruzione del più grande radiotelescopio del mondo: lo Square kilometre array – il cui acronimo è appunto Ska.

Il neonato Skao è venuto ufficialmente alla luce nel nostro paese. Il trattato internazionale che decreta la nascita dell’osservatorio è stato firmato qualche giorno fa in Italia, presso il Miur, il nostro Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
L’osservatorio non è altro che un’organizzazione intergovernativa che riunisce i sette i paesi membri del progetto: Australia, Cina, Paesi Bassi, Portogallo, Sudafrica, Regno Unito e naturalmente Italia, che è entrata a farvi parte nel 2000 con Inaf (Istituto nazionale di astrofisica).
La firma del trattato romano segna l’arrivo di un lavoro di negoziazione durato circa quattro anni. Una lunga gestazione, del resto il progetto che l’osservatorio dovrà supervisionare è di tale portata e complessità che non avrebbe potuto essere altrimenti.
Nel progetto Ska, che dovrebbe portare alla costruzione del radiotelescopio, indicativamente, entro il 2023, non saranno coinvolti solamente i firmatari dell’accordo romano, tanto è vero che – come racconta Inaf – alla firma erano presenti anche altri paesi interessati al progetto.
Un vero e proprio coinvolgimento globale che in totale interessa venti paesi nel mondo: dodici nazioni che, ad oggi, fanno parte della Ska Organisation – Australia, Canada, Cina, Francia, Italia, Nuova Zelanda, Sudafrica, Spagna, Svezia, Olanda e Regno Unito e India – e altre otto nazioni partner – Brasile, Giappone, Malta, Corea del Sud, Polonia, Portogallo, Russia, Stati Uniti.

Di Ska avevamo parlato già nel 2016 a Technomondo, ma il progetto iniziale risale addirittura ai primi anni Novanta e si basa sull’idea di costruire un’enorme rete di radiotelescopi che sarà localizzata su un territorio vastissimo coinvolgendo Africa e Australia. Come suggerisce il suo stesso nome, Square kilometre array, uno schieramento di antenne che coprirà una superficie di un chilometro quadrato, con una capacità di raccolta dati mai avuta prima.
Ska sarà costituito da centinaia di radiotelescopi ad alta frequenza, con parabole di almeno 15 metri di diametro, distribuiti sul territorio africano, e da migliaia di telescopi a bassa e media frequenza, dislocati sia in Africa sia in Australia.
La loro già ampia sensibilità, lavorando insieme, aumenterà notevolmente e ciò permetterà a Ska di raccogliere i segnali radio, anche se debolissimi, che provengono dai luoghi più remoti del cosmo, a miliardi di anni luce dalla Terra. Dati che saranno poi inviati a diversi super computer e messi a disposizione degli scienziati di tutto il mondo.
È stato calcolato inoltre che sarà in grado di monitorare il cielo migliaia di volte più velocemente rispetto agli attuali telescopi e di ottenere immagini con una risoluzione e qualità superiori a qualsiasi altro strumento simile creato sinora.
In altre parole sarà il più grande e più potente radiotelescopio che l’uomo abbia mai puntato verso il cosmo.

Nell’articolo che Inaf ha dedicato all’evento romano è riportato il commento di Philip Diamond, direttore generale di Ska Organisation, che rende perfettamente idea del significato di questo progetto internazionale: «Ska rivoluzionerà la nostra comprensione del mondo che ci circonda. La storica firma mostra un impegno globale dietro questa visione e apre le porte a generazioni di scoperte pionieristiche in futuro».

E con questa prospettiva, che è insieme anche un auspicio, si conclude questa puntata di Technomondo.
Se siete interessati alla vita oltre la Terra, scoprite su Radio Bullets altre notizie sui telescopi e sul cosmo.

Non dimenticate inoltre i racconti di questa settimana su Radio Bullets:
La storia di Derek Redmond nella rubrica dedicata allo Sport di Giuliano Terenzi e ancora la memoria che MondoRoma di Gianguido Palumbo dedica alle persone che hanno perso la vita nell’incidente aereo in Etiopia. Le notizie dall’est Europa di Julia Kalashnyk. Mentre continua l’affascinante viaggio in Africa di Eleonora Viganò con la rubrica Vieni via con me.
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