2 ottobre 2020 – Notiziario Africa
Scritto da Giusy Baioni in data Ottobre 2, 2020
- Tunisia: nuovo accordo di cooperazione militare con gli Stati Uniti (in copertina).
- RdCongo: una giornata di mobilitazione mondiale per chiedere la fine dell’impunità.
- Togo: una donna a capo del governo.
- Camerun: Paul Biya persona non grata a Ginevra?
- Kenya: il presidente Kenyatta in visita in Francia. Pronti nuovi accordi commerciali.
- Coronavirus: secondo l’OMS, l’Africa potrebbe aver superato il picco.
Questo e molto altro nel notiziario Africa di Giusy Baioni. Musica di Walter Sguazzin
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Repubblica Democratica del Congo
Sono trascorsi 10 anni dalla pubblicazione, da parte dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo, di un rapporto che fece scalpore. Parliamo del Rapporto Mapping sui crimini più gravi commessi in Repubblica Democratica del Congo durante la prima e la seconda guerra, fra il 1993 e il 2003. L’inchiesta senza precedenti doveva mettere un termine a oltre un decennio di impunità, ma da allora nessuno dei crimini documentati minuziosamente dal rapporto è stato giudicato. Le raccomandazioni restano lettera morta.
Lo denuncia con forza da mesi il dottor Denis Mukwege, Premio Nobel per la pace 2018. Secondo Mukwege, intervistato ieri da Radio France Internazionale, «è incomprensibile che la comunità internazionale abbia letto questo rapporto e che il Consiglio di sicurezza abbia deciso di chiuderlo in un cassetto. Come premio Nobel per la pace – afferma – come posso mantenere questo titolo onorifico se non lavoro per la pace nella regione? Così da permettere ad alcune persone che vivevano nella paura di sentire che c’è una speranza. Se vogliamo costruire buone relazioni con i vicini, penso che bisogna dire la verità. Bisogna che la giustizia possa affermare chi ha fatto cosa. Solo dopo si potrà passare alla fase della riconciliazione con i vicini e affermare con forza: mai più!».
Très ému par la mobilisation mondiale d'aujourd'hui à l'occasion des 10 ans de la publication du #RapportMapping. Le combat pour la vérité et la justice doit se poursuivre. Nous demandons la création d'un #TPI et des #CSM pour juger les crimes de la #RDC https://t.co/rOeLIYK5iM
— Denis Mukwege (@DenisMukwege) October 1, 2020
Tunisia
Gli Stati Uniti consolidano la cooperazione militare con la Tunisia. Il Segretario di Stato statunitense alla Difesa, Mark Esper, nel quadro di un viaggio nel Magreb, si è recato a Cartagine martedì, in visita al cimitero militare americano che ospita le tombe di oltre 2.800 soldati statunitensi morti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Esper ha siglato un accordo di cooperazione militare per i prossimi 10 anni: un impegno strategico a lungo termine, che permette di consolidare e incoraggiare la collaborazione, basata essenzialmente sulla fornitura di equipaggiamento antiterrorista e sulla formazione dell’esercito tunisino. Gli Stati Uniti costituiscono un alleato di peso in Tunisia per lottare contro le incursioni terroristiche dall’Algeria e dalla Libia. Uno dei timori maggiori viene dalla frontiera sud, dove il conflitto libico minaccia di sconfinare. Tra gli accordi stipulati per il prossimo decennio, figura anche la condivisione di informazioni di intelligence.
Washington stima a un miliardo di dollari i suoi investimenti nell’esercito tunisino dopo la caduta di Ben Ali. Invece, l’idea di una base americana nel sud del Paese, più volte evocata in passato, non è all’ordine del giorno. Notizie non confermate affermano che nel nord del Paese, una squadra statunitense sarebbe stata autorizzata a esercitare nella base tunisina di Bizerte.
Nel suo discorso, Esper ha anche accusato Cina e Russia di intimidire i vicini, mentre espandono la loro influenza autoritaria sul mondo, incluso il continente africano. Il Segretario di Stato ha affermato che Mosca e Pechino hanno un comportamento “maligno, coercitivo e predatorio” con lo scopo di minare le istituzioni africane.
Camerun
Il Gran Consiglio del cantone di Ginevra, in Svizzera, potrebbe vietare il soggiorno in città a Paul Biya, eterno presidente del Camerun, dopo l’aggressione di un giornalista svizzero da parte di 6 guardie del corpo del presidente, avvenuta nel 2019. Oggi l’assemblea legislativa del cantone di Ginevra discuterà di una petizione che chiede alle autorità elvetiche di dichiarare Paul Biya persona non gradita, in seguito a una causa per violenze depositata contro gli uomini del servizio di sicurezza del capo dello Stato camerunese da un giornalista della Radio televisione svizzera RTS. La petizione ha già raccolto oltre 15.000 firme. Il giornalista seguiva una manifestazione di attivisti camerunesi ostili a Biya, che tentavano di entrare nell’hotel InterContinental di Ginevra in cui risiedeva il presidente, quando le guardie del corpo lo hanno attaccato. Giudicati per direttissima, i sei agenti sono stati già condannati con la condizionale.
Kenya
Il presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta, è giunto a Parigi per una visita di 5 giorni. Il capo di Stato è accompagnato da cinque ministri, parteciperà a una conferenza della banca pubblica di investimenti, incontrerà il sindacato francese e sottoscriverà importanti contratti. Una visita d’affari, dunque, che dovrebbe concludersi con la firma di contratti per due miliardi di euro. Nel marzo 2019 Macron si era recato in visita in Kenya: era la prima volta di un capo di Stato francese in Kenya. I due presidenti si erano impegnati riguardo a diversi progetti di infrastrutture: malgrado la forte presenza cinese nell’economia keniana, la Francia è attirata da questo Paese strategico in forte crescita. Parigi spera di finalizzare il progetto di costruzione di un’autostrada che unisca Nairobi a Nakuru e Mau Summit. Un contratto del valore di 1,6 miliardi di euro, che agevolerebbe il trasporto merci dalla costa fino alla capitale. Un altro progetto è quello della ferrovia fra la capitale keniana e l’aeroporto.
Il Kenya vuole diversificare i partner commerciali e manifesta un certo malcontento nei confronti di Pechino.
Tanzania
L’ambasciatore degli Stati Uniti in Tanzania, Donald Write, ha espresso preoccupazione riguardo alla crescente tensione in vista delle elezioni, che si terranno il 28 ottobre. L’ambasciatore ha esortato tutti i partiti politici a impegnarsi per un’elezione pacifica, affermando di avere avuto rapporti di violenze con motivazione politica.
Guinea
Un rapporto di Amnesty International denuncia la repressione delle manifestazioni in Guinea, documentando la responsabilità delle forze di sicurezza nella repressione delle dimostrazioni contro la riforma della Costituzione, movimenti che hanno causato la morte di almeno 50 persone in un anno e molti arresti arbitrari. L’inchiesta si concentra sulle manifestazioni che si sono tenute in particolare nel marzo scorso, a margine degli scrutini legislativi e referendari. Secondo Amnesty International, le forze di sicurezza hanno fatto ricorso alle armi da fuoco in maniera illegale in diverse città del Paese.
Etiopia
Le autorità dello stato di Oromia, il più popoloso dell’Etiopia, hanno reso noto di aver fermato oltre 500 persone che stavano – secondo loro – cercando di disturbare il Festival del Ringraziamento Irreecha, celebrato dagli oromo, gruppo etnico maggioritario nel Paese. Il commissario della polizia locale ha affermato ieri che sono state anche sequestrate armi da fuoco e granate.
Gli arresti giungono nel mezzo di crescenti preoccupazioni riguardo alla violenza politica nel Paese. Il festival sarà celebrato sabato e domenica nella capitale Addis Abeba e attraverso l’Oromia. A differenza degli anni precedenti, nei quali decine di migliaia di persone vi partecipavano, quest’anno le autorità hanno imposto restrizioni in base alle misure anti covid-19.
Uganda
L’Uganda riapre i confini per la prima volta da marzo, quando erano stati chiusi come misura di controllo e di prevenzione della diffusione della pandemia. I viaggi erano stati interdetti per i voli passeggeri, ma erano proseguiti via terra e per i voli cargo.
Coronavirus e Africa
Secondo l’OMS, la pandemia in Africa potrebbe aver superato il picco, anche se è assolutamente prematuro abbassare la guardia. Il numero complessivo di nuovi casi giornalieri è sceso per circa due mesi, nonostante alcuni paesi vedano ancora una crescita dei casi. Nelle ultime quattro settimane c’è stata una media di 1,7% di discesa nel numero di nuovi casi settimanali registrati, secondo l’Africa Center for Disease Control (CDC).
Niger
Tre militanti della società civile, in prigione da più di sei mesi, sono stati liberati. Erano stati messi agli arresti lo scorso marzo per aver organizzato una manifestazione non autorizzata. Sei mesi più tardi sono stati liberati, dopo che erano scaduti i termini per la detenzione preventiva.
Togo
Victoire Tomegah Dogbe è la prima donna alla testa del governo. Già ministro dello Sviluppo di base, dell’artigianato, della gioventù e dell’impiego dei giovani, era stata contemporaneamente anche direttrice di gabinetto del presidente. Laureata in economia e marketing, 60 anni, ha lavorato per il PNUD dal 1999 al 2008, prima di rientrare in Togo. Prima donna togolese a occupare le funzioni di Primo Ministro, dovrà ora comporre rapidamente la nuova equipe di governo e pronunciare il suo discorso davanti all’Assemblea nazionale.
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