20 giugno 2019 – Notiziario
Scritto da Radio Bullets in data Giugno 20, 2019
Venezuela, in visita l’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite. Messico approva nuovo accordo per il libero scambio di merci con Stati Uniti e Canada. Come si uccide un giornalista: le Nazioni Unite ritiengono impossibile che il principe ereditario saudita non sapesse dell’omicidio Kashoggi. Pakistan: tribunali speciali contro la violenza sulle donne. Migrazioni, Unhcr: 71 milioni le persone in movimento nel mondo, oggi è la giornata internazionale del rifugiato (in copertina). Questo e molto altro nel webnotiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin
Foto: Confine Libia/Tunisia – Barbara Schiavulli
Yemen
Nuove statistiche per il 2015 dicono il numero totale delle vittime in Yemen è stato di 91 mila persone negli ultimi 4 anni e mezzo. Per la prima volta l’Acled, Armed Conflict Location & Event Data Project, sta estendendo la copertura nei 4 anni di guerra. Questi dati fotografano la situazione dall’inizio dell’intervento internazionale nella guerra civile del paese, con il lancio della joint operation militare guidata dall’arabia saudita.
Arabia Saudita
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, di 101 pagine ci sarebbero prove credibili che il principe ereditario Mohammad Bin Salman sia responsabile dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi. Secondo l’Alta commissione per i diritti umani dell’Onu è inconcepible che il principe non fosse coinvolto nella quadra di 15 uomini mandata ad Istabul per uccidere Khashoggi nel consolato saudita. Il rapporto descrive il giornalista come un animale sacrificale. Il rapporto aggiunge nelle conclusioni anche dettagli particolari, tra cui che ci sia lo spazio davanti al consolato saudita per costruire una statua di Khashoggi che rappresentarebbe la libertà di stampa. Se volete sapere cosa non si trova nel rapporto, tuffatevi in questo articolo
Migranti
Nel mondo ci sono quasi 71 milioni di persone in fuga, una dimensione compresa tra la popolazione Thailandia e Turchia. Il rapporto annuale dell’UNHCR Global Trends, si riferisce al 2018 e prende in esame le persone in fuga da guerre, persecuzioni e conflitti. Si tratta, è detto nel rapporto, del livello più alto registrato dall’UNHCR in quasi 70 anni di attività.
I dati raccolti mostrano che tale cifra corrisponde al doppio di quella di 20 anni fa, con 2,3 milioni di persone in più rispetto a un anno fa.
La cifra di 70,8 milioni è stimata per difetto, considerato che la crisi in Venezuela in particolare è attualmente riflessa da questo dato solo parzialmente. In tutto, circa 4 milioni di venezuelani, secondo i dati dei paesi che li hanno accolti, hanno lasciato il Paese, rendendo la crisi in atto uno degli esodi forzati recenti di più vasta portata a livello mondiale.
UNHCR ALTRI DATI
• MINORI. Nel 2018, un rifugiato su due era minore, molti (111.000) soli e senza famiglia.
• PRIMA INFANZIA. L’Uganda ha registrato 2.800 bambini rifugiati di età pari o inferiore a cinque anni, soli o separati dalla propria famiglia.
• FENOMENO URBANO. È più probabile che un rifugiato viva in paese o in città (61%) che in aree rurali o in un campo rifugiati.
• RICCHI E POVERI. I Paesi ad alto reddito accolgono mediamente 2,7 rifugiati ogni 1.000 abitanti; i Paesi a reddito medio e medio-basso ne accolgono in media 5,8; i Paesi più poveri accolgono un terzo di tutti i rifugiati su scala mondiale.
• DOVE SI TROVANO. Circa l’80% dei rifugiati vive in Paesi confinanti con i Paesi di origine.
• DURATA. Quasi 4 rifugiati su 5 hanno vissuto da rifugiati almeno per cinque anni. Un rifugiato su 5 è rimasto in tale condizione per almeno 20 anni.
• NUOVI RICHIEDENTI ASILO. Nel 2018 il numero più elevato di nuove domande d’asilo è stato presentato da venezuelani (341.800).
• PROBABILITÀ. Nel 2018, 1 persona ogni 108 era rifugiata, richiedente asilo o sfollata. 10 anni prima la proporzione era di 1 su 160.
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