23 gennaio 2025 – Notiziario Mondo

Scritto da in data Gennaio 23, 2025

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  • Svizzera: al World Economic Forum 2025 si parla di industria e clima
  • Europa: fondamentale essere economicamente forti e negoziare con gli Stati Uniti di Trump
  • Gaza: prosegue l’invio degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, l’Italia ospiterà 21 bambini malati oncologici
  • Repubblica Democratica del Congo: nascerà la più grande riserva di foresta tropicale del mondo
  • Grecia: ritrovata in un sacco della spazzatura un’antica statua in marmo

Questo – e non solo – nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Raffaella Quadri.

Svizzera

Si parla di clima e di decarbonizzazione in Svizzera al World Economic Forum 2025.
In corso a Davos, dal 20 al 24 gennaio, il meeting annuale annuncia l’allargamento dell’iniziativa Transitioning Industrial Clusters.

Lanciata alla COP26 nel 2021 e sviluppata con la multinazionale Accenture ed EPRI (Electric Power Research Institute), l’iniziativa ora include 33 cluster industriali in 16 paesi diversi.
Si tratta dalla più grande coalizione tra aziende e istituzioni pubbliche che collaborano per la decarbonizzazione.
I cluster – ovvero aree o hub industriali – lavorano quindi insieme per ridurre le emissioni, stimolare la crescita dell’economia e generare occupazione.

Grazie ai 13 nuovi cluster industriali che si sono uniti all’iniziativa, ora questa rappresenta un potenziale taglio di 832 milioni di tonnellate di CO2 – una quantità pari alle emissioni annue dell’Arabia Saudita – con un contributo diretto al PIL di 492 miliardi di dollari e 4,3 milioni di posti di lavoro.

I nuovi ingressi provengono da Australia, Brasile, Colombia, India, Paesi Bassi, Arabia Saudita, Svezia, Thailandia e Regno Unito.
Alcune di queste regioni, soprattutto della zona Asia-Pacifico, sono in forte crescita economica e la loro partecipazione all’iniziativa globale è di particolare importanza.

L’obiettivo del Transitioning Industrial Clusters è di accelerare lo sviluppo di infrastrutture sostenibili a emissioni zero e di creare nuovi modelli di business.
Il tutto anche attraverso l’adozione di tecnologie digitali avanzate, come l’intelligenza artificiale (AI) e l’analisi dei dati.

Unione Europea

Tengono banco ancora al Parlamento europeo, riunito in seduta plenaria, le reazioni alle esternazioni del neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
I dazi paventati nei confronti delle merci provenienti dall’Europa preoccupano non poco l’Unione europea.

L’intenzione della politica europea è trovare un terreno di discussione con la nuova amministrazione degli Stati Uniti ed essere pronta a negoziare e discutere di interessi comuni.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha ribadito il legame tra le due economie, sottolineando però anche l’intenzione dell’UE di rimanere fedele ai propri principi e di volerli difendere.

L’Europa, quindi, deve rafforzarsi.
In un panorama economico e geopolitico che sta mutando, l’UE – ha detto la presidente – deve cambiare alcuni aspetti ed essere economicamente forte.

Anche il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha sottolineato l’esigenza che l’Europa rafforzi le proprie relazioni a livello internazionale.
Il riferimento è ai prossimi summit che si terranno con il Sudafrica, l’Asia centrale, il Brasile e il Giappone.

Gli Stati Uniti restano i principali partner commerciali e d’investimento dell’UE, ha sottolineato Costa durante la seduta plenaria del Parlamento europeo, ma la cooperazione e il mantenere relazioni commerciali stabili ed equilibrate è nell’interesse di entrambe le parti.

L’Europa proseguirà anche con i propri impegni internazionali in tema di lotta al cambiamento climatico, alla disuguaglianza e di riforma delle istituzioni finanziarie globali.

Donald Trump – secondo una fonte di Ansa – sarebbe intenzionato anche a ridurre la presenza delle truppe statunitensi sul territorio europeo.
Una riduzione del 20%, ovvero di circa 20mila militari, che rientrerebbe nel suo intento di rivedere l’impegno americano nel vecchio continente.

Inoltre, nell’idea del presidente degli Stati Uniti, il contingente che resterebbe in Europa dovrebbe essere finanziato, almeno in parte, dagli stessi Stati che lo ospitano.

Gaza

In Palestina l’inviato di Trump per il Medio Oriente Steve Witkoff ha affermato che visiterà Gaza come parte di una squadra di ispezione, schierata in città e lungo il confine per garantire l’adesione al cessate il fuoco.

Israele, come dichiarato dal ministro israeliano Ron Dermer, ha bisogno di «unire le forze con gli Stati Uniti e le altre forze regionali per un piano per il giorno dopo».
Un piano post bellico, dunque, in cui la collaborazione con gli Stati Uniti è fortemente auspicata da Tel Aviv.

Dermer ha affermato, inoltre, che Israele non ha fatto alcuna promessa sulla creazione di uno Stato palestinese in cambio della normalizzazione delle relazioni bilaterali con l’Arabia Saudita. I negoziati in merito erano stati bruscamente interrotti dall’attacco del 7 ottobre 2023.

E proprio riguardo agli eventi del 7 ottobre la Knesset – il parlamento israeliano – ha bocciato il disegno di legge per istituire una commissione statale d’inchiesta su quanto accaduto due anni fa.

Intanto, dal quotidiano israeliano Haaretz, si apprende che Israele, durante la prima fase dell’accordo di cessate il fuoco, permetterà a 50 militanti feriti di Hamas di lasciare Gaza per cure mediche ogni giorno.

Un ministro israeliano vicino al primo ministro Netanyahu ha però affermato anche che, dopo la prima fase dell’accordo, «Israele riprenderà la guerra in modo decisivo».

Il vice capo della Jihad islamica palestinese ha riferito che le fazioni palestinesi a Gaza sono disposte a rinunciare al controllo su di essa e ha dichiarato che «nessuno fornirà aiuti [a Gaza] se Hamas manterrà il controllo».

A Davos, in Svizzera, intervenendo al World Economic Forum, il ministro degli Affari esteri dell’Autorità Palestinese, Varsen Aghabekian, ha espresso un cauto ottimismo dopo il cessate il fuoco tra Israele e Hamas.
Il ministro ha poi sottolineato la necessità di un intervento di soccorso immediato per affrontare la crisi umanitaria a Gaza.
«Dobbiamo assicurarci che gli aiuti raggiungano la popolazione» ha detto il ministro, sottolineando l’esigenza di una pianificazione a lungo termine.

Egitto

Intanto dall’Egitto sono pronti a fare il loro ingresso nella Striscia di Gaza altri 263 camion con aiuti umanitari.
Tra questi, secondo un messaggio diffuso dall’Ufficio stampa del governo egiziano, ci sarebbero anche 13 autocisterne cariche di diesel e 4 cariche di benzina.

Da domenica 19 gennaio, con la dichiarazione del cessate il fuoco, sarebbero già entrati nella Striscia più di 2.400 automezzi di aiuti.

Yemen

Proprio in seguito al cessate il fuoco e all’inizio della tregua della guerra in Palestina, in Yemen il gruppo armato degli Houthi ha annunciato, attraverso un comunicato ufficiale, la liberazione dell’equipaggio della nave Galaxy Leader.
Fermato nel novembre del 2023 durante un’operazione navale nel Mar Rosso, l’equipaggio è rimasto nelle mani dei ribelli per quattordici mesi.

Italia

Nell’ambito degli aiuti alla popolazione di Gaza rientra anche il progetto italiano di assistenza sanitaria immediata.
Se n’è discusso durante la riunione di “Food for Gaza” convocata ieri alla Farnesina dal ministro degli Esteri Antonio Tajani.
L’Italia accoglierà nelle proprie strutture sanitarie un primo gruppo di 21 bambini malati oncologici provenienti dalla Striscia di Gaza.

L’Italia ha stanziato anche un nuovo pacchetto di aiuti da 10 milioni di euro, finalizzati a interventi di emergenza.
È previsto per le prossime settimane l’arrivo nel porto israeliano di Ashdod della nave con 15 camion donati al Programma Alimentare Mondiale e 15 tonnellate di nuovi aiuti sanitari di emergenza.

Siria

Intervenuto al World Economic Forum 2025 il ministro degli Esteri siriano Asaad Hasan AlShaibani ha illustrato i piani del nuovo governo.

«Non guarderemo al passato. Guarderemo al futuro» ha affermato. «E promettiamo al nostro popolo che questa miseria non si ripeterà».
Il ministro ha anche sottolineato l’intenzione del nuovo governo di rispettare i diritti delle donne e di mantenere unito il paese superando le divisioni interne.

Al contempo, AlShaibani ha sollecitato la rimozione delle sanzioni ancora in vigore contro la Siria. Nelle sue parole la rassicurazione di un paese cambiato, che non rappresenterà più una minaccia, e che ha bisogno di iniziare una nuova fase della propria storia.

«Migliaia di persone stanno tornando in Siria e devono aiutare a ricostruire il Paese» ha dichiarato. «Ora si apre una nuova pagina… Abbiamo bisogno che la Siria sia un paese di pace».

Repubblica Democratica del Congo

Félix-Antoine Tshisekedi Tshilombo, presidente della Repubblica Democratica del Congo, ha annunciato al World Economic Forum 2025 la creazione della più grande riserva di foresta tropicale del mondo.
La riserva sarà il Corridoio verde Kivu-Kinshasa e proteggerà oltre 550.000 chilometri quadrati di foresta in tutto il bacino del fiume Congo.

La creazione della riserva sarà una fondamentale iniziativa di conservazione dell’ambiente e avrà, nel contempo, un’importante valenza per lo sviluppo economico del paese.

«Questa iniziativa storica e senza precedenti trasformerà non solo i nostri paesaggi naturali, ma anche i mezzi di sussistenza di milioni di cittadini» ha dichiarato il presidente Tshisekedi Tshilombo.

ONU

Espansione incontrollata dell’intelligenza artificiale (AI) e crisi climatica sono le due sfide globali che il mondo deve affrontare. A parlarne al meeting WEF in corso a Davos è stato il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres richiamando a un’azione immediata e unitaria da parte dei governi e del settore privato.

Il segretario ha indicato nel “Global Digital Compact” adottato dall’ONU, ovvero l’accordo per assicurare che le tecnologie digitali siano utilizzate responsabilmente e a beneficio di tutti, un utile strumento per governare l’enorme potenziale dell’AI.
È necessario, ha spiegato, che questo venga fatto con una cooperazione a livello internazionale.

«Dobbiamo collaborare affinché tutti i paesi e le persone possano beneficiare della promessa e del potenziale dell’AI per sostenere lo sviluppo e il progresso sociale ed economico di tutti» ha dichiarato Guterres.

Per la lotta al cambiamento climatico ha invece esortato i governi a produrre quest’anno nuovi piani d’azione nazionali a livello economico per il clima.
Inoltre, ha ricordato che anche il settore privato non deve fare marcia indietro rispetto agli impegni assunti in materia di clima.

Grecia

Una raccolta fin troppo differenziata.
A Salonicco, è stata trovata, abbandonata in un sacco della spazzatura, una statua di marmo che potrebbe avere più di 2.000 anni – si legge su CNN.

Grande 80 centimetri, la piccola opera d’arte, raffigurante una donna senza testa, è stata consegnata alle autorità da un uomo che l’aveva ritrovata accanto a un bidone dell’immondizia.

Gli archeologi ritengono che possa risalire all’era ellenistica – tra il 323 e il 31 a.C.
E mentre sono in corso esami più approfonditi della statua, la polizia indaga su chi possa averla abbandonata.

Una volta terminate le analisi il pezzo sarà consegnato all’autorità locale per le antichità.

Foto in copertina: Chris Heeney – World Economic Forum.

 

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