Gaza, WeWorld: “Condizioni drammatiche”

Scritto da in data Gennaio 16, 2025

È stato raggiunto un accordo per un cessate il fuoco a Gaza a partire da domenica 19 gennaio 2025.

“Oggi adottiamo un pacchetto di aiuti per 120 milioni di euro a Gaza per affrontare la crisi umanitaria in corso. Sappiamo che la situazione lì è catastrofica e che i palestinesi hanno urgente bisogno di cibo, forniture mediche, tende e altre protezioni”, dice la portavoce della Commissione Ue Eva Hrncirova nel corso di un incontro con la stampa.

Nel complesso gli aiuti umanitari dell’ Ue a paesi terzi raggiungeranno quest’anno 1,9 miliardi, spiega.

In bilico

WeWorld

L’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha diffuso una nota in cui afferma che “Hamas ha rinnegato parti dell’accordo raggiunto con i mediatori e Israele nel tentativo di estorcere concessioni dell’ultimo minuto. Il gabinetto israeliano non si riunirà finché i mediatori non comunicheranno a Israele che Hamas ha accettato tutti gli elementi dell’accordo”.

In un’altra dichiarazione diffusa nella notte l’ufficio del premier Netanyahu afferma che Hamas “sta chiedendo di dettare l’identità” dei prigionieri palestinesi da rilasciare ma Israele ha il diritto di veto sul rilascio di “assassini di massa che sono simboli del terrore”.

L’ufficio di Netanyahu accusa quindi il movimento islamista al potere nella Striscia di Gaza di cercare di “tornare indietro” sui termini dell’accordo di tregua relativi al rilascio dei palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.

“Tra le altre cose, in contrasto con una clausola esplicita che dà a israele il diritto di porre il veto sul rilascio di assassini di massa che sono simboli del terrore, Hamas sta chiedendo di dettare l’identità di questi terroristi”, si legge.

“Il primo ministro ha incaricato il team negoziale di rispettare gli accordi presi e di respingere categoricamente i tentativi di ricatto dell’ultimo minuto da parte di Hamas”, viene aggiunto.

La speranza

Questo passo, ancora molto fragile, rappresenta un momento fondamentale della guerra su Gaza che va avanti da oltre un anno, scrive oggi l’ong italiana WeWorld.

“Chiediamo che venga rispettato il diritto umanitario internazionale in tutte le fasi di questo accordo e che il cessate il fuoco diventi effettivamente permanente”.

“Per quel che riguarda la risposta umanitaria – il nostro lavoro -, ancora niente è cambiato”.

Per supportare le persone colpite da 15 mesi di bombardamenti, sono necessarie risorse e risposte rapide.

“Ad oggi, le condizioni della popolazione a Gaza rimangono drammatiche: lo sfollamento, le basse temperature, il mancato accesso a beni di primissima necessità e condizioni prolungate di sofferenza”.

“Rimaniamo a fianco delle persone a Gaza, continuando a fornire accesso ad acqua, cibo, kit igienici e qualche momento di svago per i bambini e le bambine, e chiediamo che venga fatto il necessario per garantire adeguati aiuti umanitari alla popolazione”.

“È per me impossibile tradurre in parole il dolore, la disperazione, il senso di impotenza e le paure riportate in questi ultimi 15 mesi dai nostri colleghi e colleghe di Gaza. Ci auguriamo che questo cessate il fuoco sia duraturo e che ci permetta di continuare a lavorare al miglioramento delle condizioni di vita di una popolazione alla quale in questo momento manca una casa, l’accesso alla salute, all’acqua, al cibo, all’educazione…tutto”, dice Dina Taddia, CEO WeWorld.

Abbiamo raggiunto a Ramallah Giovanna Fotia, rappresentante della ong per la Palestina.

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