A Firenze “Violenza e utopie”

Scritto da in data Novembre 27, 2024

Sabato 30 novembre tutta la giornata e domenica 1° dicembre (solo la mattina) si terrà al Il Giardino dei Ciliegi di Firenze il convegno Violenza e utopie con il sostegno della Società delle Letterate e di Arci Firenze

e con FactoryA – pensieri scorretti – e Radio Bullets media partner.

Guerre e razzismo

Assistiamo da mesi ad una serie di orrorismi (Adriana Cavarero) a Gaza, dove le donne sono costrette in una condizione disumana da un punto di vista igienico e sanitario e dove si muore di bombe, di sete, di fame, di malattie, di abbandono, di attesa di soccorsi bloccati dal Governo di Israele al valico di Rafah.

L’UNRWA ha dichiarato che “il numero di bambin* uccisi in poco più di 4 mesi a Gaza è superiore al numero di bambin* uccisi in 4 anni di guerre in tutto il mondo”.

Questa guerra “è una guerra contro le bambine e i bambini”.

“È una guerra contro la loro infanzia e il loro futuro”.

La nostra umanità è ormai nella spirale di una politica di potenza che già ovunque nel mondo, dove ha potuto, ha rotto i vincoli legali, mutandosi in guerra.

Ma è proprio lì, in quella Striscia di Gaza stratificata da dolore, rabbia e sofferenza, che ora brucia l’anima del mondo, perché lì si consuma quotidianamente una strage che non è solo di corpi e di anime, è di significato e verità (Roberta De Monticelli).

Come restituire umanità a un luogo disumanizzato e anestetizzato dal dolore?

Le guerre ormai si combattono sempre di più contro le popolazioni piuttosto che contro gli eserciti: la vittima di queste guerre asimmetriche sono sempre più spesso la semplice passante, i corpi interscambiabili di esemplari qualsiasi della specie umana, l’inerme senza possibilità di difesa.

Ed è da questa prospettiva che l’orrore appare ormai dilatato in una dimensione quotidiana e reso possibile da una preventiva degradazione della vulnerabilità umana.

Così la de-umanizzazione si esprime anche nelle violenze sessuali, nella oggettificazione delle donne e nel trattamento disumano dell’esule, di chi viene rinchius* nei CPR.

Va colta criticamente la riproduzione di logiche e dispositivi coloniali nel governo delle migrazioni e nelle tendenze a una gerarchizzazione dell’umano che lo innervano, nel Mediterraneo così come nei tanti luoghi di sfruttamento dove vivono le persone migranti impiegate per esempio in agricoltura in Italia e altrove in Europa.

Le retoriche intorno a «padroni a casa nostra» così come l’esaltazione dei prodotti tipici italiani occultano, sottolinea Annamaria Rivera, che buona parte del «tipicamente nazionale» (dal parmigiano doc ai pomodori, agli agrumi) è il risultato del lavoro delle persone migranti, pesante, al nero, malpagato.

Sono spesso costrette a rapporti di lavoro e a condizioni di esistenza servili, poiché dipendono dai loro sfruttatori e dai caporali al loro servizio, per salario, per alloggi e trasporto, esponendo le lavoratrici anche a ricatti, molestie e violenze.

Caro Bertold Brecht dove sei?

Dove sono poete e poeti per dire l’orrore, la guerra, il dolore?

Ma Appelli dì solidarietà

coscienze sgomente e indignate

persone che informano, pensano, si impegnano

manifestano in strade e piazze del mondo

contro ogni guerra….

s’uniscono per infrangere il sudario di silenzio

e il sentimento d’impotenza che tra venti e burrasche ci avvolge in un cono d’ombra

Toni Maraini

Alla violenza epistemica occorre contrapporre il primato dell’immaginazione, inteso come “un modo di farsi altr*, che sia accoglimento dell’altr* e trasformazione di sé, in un movimento simultaneo” (Gayatri Chakravorty Spivak).

Il presente è cupo, ma possiamo immaginare molti domani diversi possibili, vedendo in atto pratiche di accoglienza, di relazione, di co-esistenza e di cura, di dialogo…

Se nell’oggi, infatti, il potere vuole costringere tutt* nello spazio soffocante della paura, impedendo sogni in avanti, emerge una speranza disubbidiente che fa uscire dall’afasia suscitata dallo smarrimento per questo mondo in cui non si è scelto di vivere: le varie pratiche di opposizione al sistema del dominio e della sopraffazione, cogliendo i germi di ciò che nella realtà odierna ha possibilità di divenire, contrastano così cinismo e indifferenza e aprono alle utopie.

Clotilde Barbarulli, Barbara Bonomi Romagnoli, Giada Bonu, Elisa Coco, Laura Marzi, Antonella Petricone

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