25 giugno 2025 – Notiziario Mondo

Scritto da in data Giugno 25, 2025

  • Cessate il fuoco tra Israele e Iran, durerà?
  • Gaza: altre decine di persone uccise in attesa degli aiuti.
  • Mozambico: rapiti oltre 120 bambini da miliziani jihadisti.
  • Argentina: Milei sotto accusa per aver preso di mira un bambino autistico di 12 anni.
  • Erotismo, censura e repressione in Cina: il caso Haitang

Introduzione al notiziario: La pace secondo gli assassini
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets a cura di Barbara Schiavulli

Israele, Iran e Stati Uniti

Israele e Iran hanno confermato di aver concordato quello che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha definito un cessate il fuoco “completo e totale” per la “GUERRA DEI 12 GIORNI”.

Trump ha annunciato che l’accordo era stato raggiunto lunedì sera e, intorno alle 8 di mattina (ora di Israele) di martedì, ha pubblicato su Truth Social che il cessate il fuoco era ufficialmente in vigore, avvertendo: ” PER FAVORE NON VIOLATELO” .

L’ufficio del primo ministro Netanyahu ha dichiarato di aver accettato la proposta di cessate il fuoco di Trump “alla luce del raggiungimento degli obiettivi” della guerra e ringrazia Trump e gli Stati Uniti.

Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha affermato che Teheran manterrà il suo impegno a rispettare il cessate il fuoco con Israele finché Israele farà lo stesso.

Trump ha mediato l’accordo di tregua in una chiamata con Netanyahu mentre il suo team, tra cui l’inviato speciale Steve Witkoff e il vicepresidente JD Vance, era in contatto con funzionari iraniani, ha dichiarato un alto funzionario della Casa Bianca.

Il Primo Ministro del Qatar Mohammed Al Thani ha affermato che Washington ha chiesto a Doha di comunicare con l’Iran per determinare la sua disponibilità a un accordo di cessate il fuoco dopo aver ottenuto il consenso di Israele.

Un alto funzionario della Casa Bianca ha dichiarato al New York Times che molti funzionari dell’amministrazione sono rimasti sorpresi dalla mossa.

Un’ora dopo l’inizio del cessate il fuoco, le IDF hanno dichiarato di aver intercettato due missili iraniani dopo il suono delle sirene nel nord di Israele.

I media statali e le forze armate iraniane hanno negato il lancio di missili. Il Ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato di aver “ordinato alle IDF di rispondere con forza” con “attacchi potenti… nel cuore di Teheran”.

Trump ha criticato sia Israele che l’Iran per aver violato il cessate il fuoco , affermando di essere particolarmente insoddisfatto del fatto che Israele abbia sganciato “un carico di bombe” sull’Iran subito dopo la conclusione dell’accordo.

Ha scritto su Truth Social: “ISRAELE. NON SBALLATE QUELLE BOMBE. SE LO FATE, È UNA VIOLAZIONE GRAVE. RIPORTATE A CASA I VOSTRI PILOTI”.

In seguito a una presunta telefonata con Netanyahu, il presidente degli Stati Uniti ha scritto: “ISRAELE non attaccherà l’Iran”.

Israele ha ammesso di aver colpito un’installazione radar nei pressi di Teheran , ma ha affermato di essersi astenuto da ulteriori attacchi dopo che Trump ha parlato con Netanyahu.

Trump ha affermato di essere contrario ai tentativi dell’Iran di cambiare il regime, ma ha aggiunto che “l’Iran non avrà un’arma nucleare . È l’ultima cosa che gli passa per la testa in questo momento”.

Il Qatar ha accettato di consentire all’Iran di attaccare il suo territorio per rafforzare la sua posizione di mediatore regionale e nei colloqui sul nucleare tra Stati Uniti e Iran, ha dichiarato ad Haaretz un diplomatico arabo di uno dei paesi confinanti con Israele, aggiungendo che questo potrebbe portare il Qatar a sostituire l’Oman come mediatore nei colloqui sul nucleare tra Stati Uniti e Iran.

■ ATTACCHI IRANIANI SU ISRAELE: Quattro persone sono state uccise martedì mattina presto nella città di Be’er Sheva, nel sud di Israele, da un missile balistico iraniano che ha colpito un condominio.

Due delle vittime si trovavano in una stanza di sicurezza che ha subito un colpo diretto. Altre ventisei persone sono rimaste ferite nell’edificio di sei piani.

Trump rimprovera Israele e Iran

Il missile faceva parte di una serie di sei raffiche lanciate poco prima dell’entrata in vigore del cessate il fuoco .

■ ATTACCHI ISRAELIANI SULL’IRAN: Le IDF hanno colpito decine di obiettivi nella capitale iraniana e ucciso uno scienziato nucleare nelle ultime 24 ore, secondo un comunicato del governo israeliano.

Le IDF hanno affermato di aver colpito lanciamissili nell’Iran occidentale che erano “pronti a essere lanciati contro il territorio israeliano”.

I media statali iraniani hanno riferito che nove iraniani sono stati uccisi in attacchi israeliani contro edifici residenziali nella provincia di Gilan, nell’Iran settentrionale, e che Israele ha assassinato Mohammad Reza Sedighi Saber, uno degli scienziati nucleari iraniani sanzionati il ​​mese scorso dal Dipartimento di Stato americano.

Invece, il generale di brigata iraniano Esmail Qaani, comandante della Forza Quds del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), è stato visto vivo e vegeto durante i festeggiamenti di martedì a Teheran per l’autoproclamata vittoria dell’Iran su Israele.

All’inizio di questo mese, il New York Times ha riferito che Qaani era tra i leader militari iraniani uccisi negli attacchi israeliani.

■ REAZIONI INTERNAZIONALI: L’UE ha invitato l’Iran “a impegnarsi seriamente in un processo diplomatico credibile”.

Il cancelliere tedesco Merz ha affermato di sperare che l’Iran sia stato dissuaso definitivamente dal perseguire l’armamento nucleare , aggiungendo che un Iran nucleare minaccia “non solo Israele, ma anche l’Europa e il mondo intero”.

Il Ministero degli Esteri francese ha accolto con favore l’annuncio del cessate il fuoco di Trump e ha esortato l’Iran ad avviare immediatamente colloqui per un accordo che copra i suoi programmi nucleari e balistici e le sue “ attività destabilizzanti “.

Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha accusato Israele di ” omicidio politico ” per aver preso di mira alti vertici militari e scienziati nucleari iraniani, secondo quanto riportato dalla TASS.

Il Cremlino ha affermato che la Russia ha sostenuto l’Iran “con la sua posizione chiara” di condanna degli attacchi statunitensi e israeliani contro gli impianti nucleari iraniani e che Mosca intende rafforzare ulteriormente i suoi legami con Teheran.

Iran

Da quando è scoppiata la guerra con Israele, l’Iran è diventato un bersaglio continuo. Secondo Teheran, almeno 430 persone sono state uccise. Ma le ONG parlano del doppio. I più ricchi fuggono da Teheran. I poveri e i marginalizzati, come sempre, restano. A morire.

Tra loro ci sono milioni di afghani. Circa 4,5 milioni vivono in Iran, molti senza documenti, impiegati nei cantieri che hanno costruito le città — ora usati come rifugi contro i raid.

“Siamo scappati dai talebani, e ora? Dobbiamo fuggire di nuovo?” chiede Khatera Ahmadi, rifugiata afghana. Le sue parole raccontano la disperazione di chi non ha più un posto sicuro nel mondo.

Ma oltre ai bombardamenti, ora gli afghani devono affrontare anche la repressione.
Il regime di Teheran ha accusato alcuni di loro di collaborare con il Mossad. Sono iniziati arresti arbitrari, raid nei quartieri a maggioranza afghana, processi farsa e torture.

“Ora puniscono collettivamente,” dice Mohammad Halim, afghano in fuga dal sud di Teheran. “Chi è povero, chi è rifugiato, chi è disperato… diventa un capro espiatorio perfetto.”

Quando la guerra diventa una guerra tra estremismi — come dice l’ex analista dell’AIEA Behrooz Bayat — le vittime non sono mai i potenti. Sono i civili.

Sono i rifugiati. Sono i bambini. Chi cerca un futuro migliore viene schiacciato tra le bombe e i sospetti. E spesso, il nemico non è quello che lancia i missili. È chi ti dice: “non sei dei nostri.”

Restiamo ancora in Iran perché Da quando Israele ha lanciato l’operazione “Rising Lion”, l’Iran è entrato in modalità repressione totale, lo accennavamo già parlando degli afghani. Oltre 500 arresti in 27 province, secondo l’ONG Hengaw.

Accuse vaghe, processi lampo, sentenze di morte. Tre persone già giustiziate per presunta collaborazione con Israele.

Parlare online? Un rischio. Secondo l’ONG Hrana, oltre 200 persone sono state arrestate per contenuti pubblicati sui social.

L’accesso a internet è ridotto e controllato: il governo dice di voler fermare attacchi cyber israeliani, ma di fatto blocca la libera informazione.

“Chi è sospettato di spionaggio non riceverà alcuna clemenza,” ha detto il capo della magistratura iraniana. E così un cittadino europeo è stato arrestato come presunto spia, e i quartieri abitati da afghani – capro espiatorio perfetto – sono finiti sotto sorveglianza speciale.

Israele, nel frattempo, continua a mostrare la sua penetrazione nei vertici iraniani: ha colpito basi, ucciso comandanti e persino costruito segretamente un avamposto militare sul suolo iraniano, secondo fonti della sicurezza israeliana.

Israele e Palestina

■ GAZA: Le forze israeliane e i droni hanno aperto il fuoco contro centinaia di persone in attesa dei camion degli aiuti umanitari nel centro di Gaza martedì mattina presto, uccidendo almeno 86 persone , secondo quanto riferito all’AP da testimoni e ospedali palestinesi.

Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha annunciato che uno dei suoi operatori è stato ucciso nella Striscia di Gaza, il quinto dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas .

“Mahmoud Barakeh, che lavorava nel supporto logistico all’ospedale da campo della Croce Rossa a Rafah, è stato ucciso domenica”, ha affermato il Cicr in una nota, aggiungendo: “Questa straziante perdita è un altro duro promemoria delle immense sfide che i nostri colleghi e la popolazione di Gaza affrontano ogni giorno”.

Il Ministero della Salute guidato da Hamas ha dichiarato che dall’inizio della guerra, il 7 ottobre 2023, sono stati uccisi 56.077 palestinesi .

Sette soldati israeliani sono stati uccisi in un singolo episodio nel sud della Striscia di Gaza a Khan Younis, ha annunciato  l’esercito dello Stato ebraico.

Le IDF hanno diramato un avviso di evacuazione ai residenti di Jabalya, Nahda e Tuffah, nella Striscia di Gaza settentrionale, invitandoli a evacuare immediatamente nella zona umanitaria di Muwasi.

L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha affermato che la “militarizzazione” del cibo destinato ai civili di Gaza costituisce un crimine di guerra .

Il direttore dell’UNRWA, Philippe Lazzarini, ha dichiarato ai giornalisti a Berlino che l’agenzia sta sopravvivendo finanziariamente settimana dopo settimana e che “senza finanziamenti aggiuntivi sarò presto costretto a prendere una decisione senza precedenti che inciderà sui nostri servizi ai rifugiati palestinesi “.

■ OSTAGGI: Hamas e Israele condurranno negoziati indiretti per un cessate il fuoco nei prossimi due giorni, ha dichiarato il primo ministro del Qatar Al Thani in una conferenza stampa congiunta con il libanese Salam, promettendo di continuare a “fermare l’aggressione a Gaza” cooperando con Stati Uniti ed Egitto.

■ LIBANO: Il Ministero della Salute libanese ha dichiarato che tre persone sono state uccise in un attacco di droni israeliani nel sud del Paese.

Mozambico

Nel silenzio assordante della comunità internazionale, oltre 120 bambini sono stati rapiti negli ultimi giorni nel nord del Mozambico da un gruppo jihadista affiliato all’ISIS, localmente noto come al-Shabab.

A denunciarlo è Human Rights Watch, che parla di un’escalation brutale nella provincia di Cabo Delgado.

I minori vengono usati come schiavi, spose forzate, trasportatori di bottini di guerra — e in alcuni casi addestrati come bambini soldato.

La crisi in Cabo Delgado va avanti dal 2017, con attacchi, decapitazioni e incendi di villaggi. Più di 600.000 persone sono già state costrette alla fuga.

Le forze armate mozambicane, con il supporto di truppe da Ruanda e Sudafrica, non riescono a contenere l’avanzata jihadista.

Negli ultimi due mesi, si è registrato un aumento degli attacchi e delle sparizioni. Il governo è accusato di inazione, mentre la regione è stata colpita anche da cicloni devastanti e da tagli agli aiuti internazionali, in particolare da parte dell’amministrazione Trump.

Il segretario generale del Consiglio Norvegese per i Rifugiati, Jan Egeland, ha definito la situazione “una crisi dimenticata”. Oltre 5 milioni di persone sono a rischio fame, quasi un milione in condizioni di emergenza alimentare.

Non c’è solo Gaza, non c’è solo l’Ucraina. Anche in Mozambico i bambini spariscono, le comunità vengono svuotate, e la fame uccide. Ma qui non ci sono telecamere, né summit d’emergenza. Solo silenzio. E morte.

Italia

A Venezia erano in corso quella che molti chiamano già la “nozze del secolo”: Jeff Bezos, fondatore di Amazon e uno degli uomini più ricchi del mondo, ha trasformato la Serenissima nel suo palcoscenico privato.

Ma la festa ha sollevato un’ondata di indignazione tra residenti e attivisti. Tra proteste per il sovraffollamento, accuse di arroganza e slogan affissi per le strade con scritto “No space for Bezos”, l’evento è diventato il simbolo di tutto ciò che non va nel mondo globale: turismo predatorio, ingordigia corporate e inquinamento climatico.

Secondo Greenpeace e il collettivo Everyone Hates Elon, oltre 95 jet privati sarebbero stati usati per trasportare gli ospiti. Un enorme striscione in Piazza San Marco recita: “Se puoi affittare Venezia per il tuo matrimonio, puoi anche pagare più tasse.”

Le pressioni pubbliche avrebbero già ottenuto una prima vittoria: una delle feste principali non si terrà più in centro, ma all’Arsenale, una zona meno accessibile ai manifestanti.

Venezia, fragile e svenduta, diventa lo specchio di un mondo dove i super-ricchi possono chiudere intere città, mentre ai cittadini resta solo il diritto di protestare — e respirare l’aria dei jet privati.

Nato

A L’Aia si è aperto ieri il vertice cruciale dell’Alleanza Atlantica. I 32 Paesi membri discutono un nuovo obiettivo: portare al 5% del PIL la spesa per la sicurezza entro il 2035.

Un traguardo ambizioso — o irrealistico, secondo Spagna e Slovacchia — mentre gli Stati Uniti di Trump spingono per un maggiore impegno europeo e minacciano il disimpegno.

Il segretario generale Mark Rutte ha definito il momento “storico”, ricordando che non viviamo più nel dopoguerra, ma in tempi pericolosi.

Aderiscono all’obiettivo Paesi come Regno Unito, Francia, Germania, i Baltici e l’Olanda. Ma la frattura con altri Stati membri è evidente.

Sullo sfondo, il ritorno di Trump e il suo colpo di scena: bombardamenti su impianti nucleari iraniani e la proclamazione del cessate il fuoco tra Israele e Iran.

 Ma c’è anche un grande assente: l’Ucraina. Volodymyr Zelensky è all’Aia, ma fuori dal tavolo dei leader.

Nessuno, né lui né il premier olandese, ha menzionato la NATO. Il suo ingresso resta congelato — un segnale chiaro: l’alleanza guarda altrove.

Ucraina e Russia

Un attacco missilistico russo ha colpito la città di Dnipro, nell’Ucraina sudorientale, provocando almeno 17 morti e oltre 200 feriti, tra cui 18 bambini.

A riferirlo sono le autorità locali, che parlano di una distruzione senza precedenti: colpiti 19 scuole, 10 asili, una scuola musicale, strutture sanitarie e un ufficio di assistenza sociale.

L’attacco avviene mentre Volodymyr Zelensky è all’Aia per il vertice NATO, dove chiede più sostegno militare e investimenti nella difesa ucraina.

Il presidente ucraino ha firmato un accordo con il premier britannico Keir Starmer per rafforzare la cooperazione bilaterale.
Intanto, Donald Trump ha dichiarato che “probabilmente” incontrerà Zelensky nelle prossime ore durante il summit.

Stati Uniti

Il Dipartimento per la Sicurezza Interna degli Stati Uniti ha annunciato l’arresto di 11 cittadini iraniani entrati illegalmente nel Paese.

Tra loro, secondo le autorità, ci sarebbe anche un ex cecchino dell’esercito iraniano — Ribvar Karimi — trovato in possesso di una tessera dell’esercito della Repubblica Islamica.

Un altro arrestato, Mehran Makari Saheli, sarebbe legato ai Guardiani della Rivoluzione e avrebbe ammesso collegamenti con Hezbollah.

Sette delle persone fermate avevano precedenti penali per reati come droga e falsificazione di documenti.

Una donna, Linet Vartanian, è stata arrestata in Arizona dopo aver minacciato di sparare alla polizia durante il tentativo di arrestare un uomo con ordine di espulsione pendente.

La notizia arriva in un momento di forte tensione tra Stati Uniti e Iran, e rischia di alimentare nuove ondate di sospetto e xenofobia.

Ma resta una domanda centrale: quanto è trasparente — e verificabile — l’uso di queste accuse da parte di un’agenzia governativa in un contesto politicamente infiammato?

Intanto, al Congresso USA si discute come limitare il potere presidenziale di dichiarare guerra. Due proposte di legge sono in esame alla Camera, e una versione del senatore Tim Kaine dovrebbe arrivare al voto entro venerdì.

Il nodo è costituzionale: solo il Congresso può dichiarare guerra. Ma Trump – come altri presidenti prima di lui – ha agito senza autorizzazione, in nome di vaghi “interessi nazionali” o della “difesa di Israele”, una giustificazione che non ha alcun fondamento legale nel diritto statunitense.

Il War Powers Act del 1973 avrebbe dovuto frenare abusi simili. In realtà, come dimostrò anche la risoluzione del 2020 dopo l’assassinio del generale iraniano Soleimani, un presidente può aggirare ogni vincolo con un semplice veto.

I padri fondatori temevano un re. Non ne volevano più. Ma a oltre due secoli dalla rivoluzione americana, il potere di guerra è tornato nelle mani di un solo uomo, che lo esercita in base a interessi, calcoli elettorali o semplici impulsi.

E mentre il mondo trattiene il fiato, non è la Costituzione a proteggerci dalla guerra. È solo la fortuna.

Messico

In Messico, la procura dello stato di Tamaulipas ha identificato tre dei cinque membri del gruppo musicale Fugitivo, sequestrati e uccisi a fine maggio. I loro corpi sono stati bruciati in una fornace nel quartiere Aquiles Serdán di Reynosa, al confine con il Texas.

Secondo il procuratore Irving Barrios Mojica, i resti sono stati ritrovati a circa 300 metri dalla fornace, nel tentativo di occultare il crimine. Il sequestro sarebbe avvenuto la notte del 25 maggio: i cinque sarebbero stati costretti a salire su un furgone grigio, poi individuato grazie alle telecamere.

Il 29 maggio, durante un’operazione di ricerca, agenti sono stati attaccati da civili armati. Nove arresti, armi sequestrate e, tra le prove, proprio il furgone. Ad oggi, sono dodici le persone in stato di fermo.

In Messico, la musica popolare è sempre più un bersaglio, specchio di un paese in cui cultura, criminalità organizzata e silenzi forzati si intrecciano tragicamente.

Colombia

In Colombia, l’esercito ha liberato 57 soldati che erano stati trattenuti per due giorni da civili ostili nella regione montuosa di El Plateado, nel dipartimento di Cauca — una zona strategica per il narcotraffico e roccaforte di dissidenti delle FARC.

Il governo colombiano aveva lanciato lì un’operazione militare lo scorso ottobre per riprendere il controllo del territorio dalle mani dei gruppi armati illegali.

Ma il risultato, ancora una volta, è stato il caos: i militari bloccati dalla popolazione, manipolata o terrorizzata da chi ha tutto l’interesse a tenere lo Stato fuori.

Le autorità accusano i guerriglieri non solo di reclutare minori, ma anche di spingere i civili a ribellarsi alla presenza dell’esercito.

Argentina

Un presidente della Repubblica contro un bambino. Succede in Argentina, dove la famiglia di un dodicenne autistico ha denunciato Javier Milei per aver condiviso – su X – un post di un influencer vicino al governo che calunniava il ragazzo, accusandolo di essere un oppositore e di agire “contro il governo”.

Nel testo presentato alla giustizia, il ragazzo scrive: “Un insieme di calunnie e falsità che rappresentano una chiara forma di violenza simbolica, discorsiva e digitale”.

Dopo il repost del presidente, la famiglia ha ricevuto insulti e minacce. Chiede ora che Milei venga obbligato a cancellare la pubblicazione e a non nominare più il ragazzo.

La vicenda si inserisce in un contesto più ampio: quello delle proteste contro i duri tagli imposti dal governo Milei alla sanità pubblica e ai servizi per le persone disabili.

In un Paese spaccato dalla crisi e dalle disuguaglianze, il bersaglio del potere diventa un bambino che chiede diritti.

La violenza verbale — se arriva dalla più alta carica dello Stato — non è solo inaccettabile: è pericolosa. Soprattutto per chi ha meno voce.

Cina

In Cina è in corso una massiccia operazione di censura contro la piattaforma di letteratura erotica “Haitang Literature City”, ospitata a Taiwan ma frequentata da centinaia di scrittrici cinesi, perlopiù giovani donne tra i 20 e i 30 anni.

Dal 2024 a oggi, oltre 300 autrici sono state arrestate con l’accusa di “diffusione di materiale osceno”.

Alcune hanno ricevuto condanne fino a 5 anni, con multe milionarie. Chi non ha potuto pagare, ha ottenuto pene ancora più severe.

Inizialmente guidata dalla polizia di Jixi, in una zona povera dell’Anhui, la repressione aveva anche un movente economico.

Ma dal marzo 2025, la stretta è proseguita a Lanzhou, dove persino chi scriveva gratis è stato incriminato, con la quantità di visualizzazioni online usata come metro di colpevolezza. Basta superare le 250.000 per rischiare più di dieci anni di carcere.

“Haitang” era una piattaforma a pagamento dedicata alla narrativa Boys’ Love (BL), un genere erotico omoerotico rivolto a un pubblico femminile.

Secondo analisti e attivisti, non si tratta solo di censura morale, ma anche di un attacco contro l’espressione sessuale femminile e le identità LGBTQ+, in linea con la politica conservatrice di Xi Jinping sulla “sicurezza culturale”.

Si tratta di potere. È controllo sul corpo, sulla voce e sull’immaginazione delle donne. E in un Paese dove il desiderio femminile è ancora considerato una minaccia, scrivere può bastare per finire in cella.

Un tempo bruciavano i libri. Ora incarcerano chi li scrive.

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