29 novembre 2024 – Notiziario Mondo
Scritto da Raffaella Quadri in data Novembre 29, 2024
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- Libano: accuse a Israele di avere violato il recente cessate il fuoco
- Ucraina: oltre un milione gli ucraini senza elettricità mentre la Russia è accusata di usare bombe a grappolo
- Venezuela: Edmundo González rischia l’arresto al rientro in patria ed emergono violenze su oppositori minorenni da parte del regime di Maduro
- Australia: approvata legge che vieta l’accesso ai social ai minori di 16 anni
- Thailandia: un morto e quasi 3.000 sfollati per inondazioni causate dalle piogge incessanti
Questo – e non solo – nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Raffaella Quadri.
Libano
Israele ha ripetutamente violato l’accordo di cessate il fuoco.
Questa l’accusa dell’esercito libanese, dopo un attacco aereo israeliano compiuto nel sud del Paese contro una base di Hezbollah.
La tregua, entrata in vigore mercoledì scorso, sarebbe quindi già stata infranta dall’IDF (Israel Defense Forces).
Le forze di difesa israeliana nel pomeriggio di ieri avevano anche inviato un’allerta alla popolazione del Libano meridionale, attraverso i social media.
Si avvertiva la popolazione di non recarsi a sud del fiume Litani, dove le persone avevano iniziato a spostarsi subito dopo la firma della tregua, per rientrare nei propri villaggi.
Il divieto, in vigore fino alle prime ore di questa mattina, era stato imposto proprio per consentire il raid aereo su Hezbollah che, secondo quanto dichiarato dagli israeliani, stava operando in un sito di quella zona del Paese, dove l’IDF aveva individuato un magazzino di missili a medio raggio.
Nel contempo l’esercito libanese ha avvertito i cittadini libanesi del pericolo di avvicinarsi alle zone controllate dalle forze israeliane.
Queste, secondo gli accordi, hanno sessanta giorni di tempo per ritirarsi.
Intanto lo stesso esercito libanese, in base a quanto stabilito nella tregua, ha iniziato a dispiegarsi a sud del fiume Litani, sotto il coordinamento di UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon) la forza militare di interposizione in Libano dell’ONU.
Una tregua tanto attesa quanto fragile, quindi, costellata da accuse reciproche.
L’IDF, in riferimento all’attacco con il drone, ha parlato di un colpo di avvertimento e di avere l’intenzione di far rispettare i termini dell’accordo, colpendo qualsiasi violazione dello stesso.
Anche Benyamin Netanyahu ha minacciato Hezbollah di dare il via a una guerra intensa se la tregua dovesse essere violata.
Ucraina
Non si fermato gli attacchi ordinati da Vladimir Putin.
Una risposta, ha affermato il presidente russo, al lancio dei missili Atacms americani forniti dagli Stati Uniti all’Ucraina.
Secondo quanto riferito dallo stesso presidente, in soli due giorni la Russia avrebbe lanciato 100 missili e 466 droni.
Mentre Volodymyr Zelensky accusa la Russia di avere utilizzato negli attacchi anche le famigerate bombe a grappolo.
Queste armi, proibite da un trattato internazionale delle Nazioni Unite, sono dotate al proprio interno di sub-munizioni che, allo scoppio dell’ordigno, sono disperse con effetti devastanti.
Ad essere pesantemente colpite negli attacchi russi sono state le infrastrutture energetiche ucraine.
Una strategia d’attacco che pare abbia sortito gli effetti sperati, se si pensa che sono oltre un milione gli ucraini rimasti senza elettricità in diverse regioni del Paese – Leopoli, Rivne e Volinia.
Europa
E mentre lo scontro tra Russia e Ucraina non accenna a diminuire di intensità, l’Europa si interroga sui prossimi possibili mesi di guerra.
Il Parlamento europeo è concorde con la linea americana di sostegno all’Ucraina e la concessione fatta dal presidente statunitense Joe Biden a Kiev di usare missili su obiettivi militari all’interno del territorio russo.
Nella risoluzione firmata a Strasburgo, i parlamentari europei hanno chiesto all’UE di aumentare il sostegno militare all’Ucraina.
Si propone, nello specifico, di fornire a Kiev aerei, missili a lungo raggio e sistemi di difesa antiaerea.
La Germania, intanto, sostiene la necessità di una migliore difesa delle linee di rifornimento di armi verso l’Ucraina.
In particolare, il governo tedesco ha offerto alla Nato di schierare in Polonia i sistemi di difesa aerea Patriot, a partire dal prossimo gennaio.
Ma non tutti in Europa sono concordi con il continuare a finanziare una guerra che si fa di mese in mese sempre più onerosa, anche in termini economici.
Lo ha ricordato Josep Borrell, l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ormai vicino al termine del suo mandato, che scadrà il prossimo dicembre.
Borrell ha sottolineato l’importanza di sostenere l’Ucraina ma anche di spiegare quali siano i costi della guerra.
È necessario, dice, che gli Stati Membri siano consapevoli dei sacrifici a cui saranno chiamati e dei rischi che si corrono.
Il sostegno all’Ucraina, ha detto, costato lo scorso anno circa 125 miliardi di euro, potrebbe essere addirittura più oneroso nel 2025.
Venezuela
Le polemiche su chi debba essere il presidente designato del Venezuela non si placano.
Diosdado Cabello, ministro degli Interni ed esponente del PSUV (Partido Socialista Unido de Venezuela) il partito di Nicolás Maduro, ha affermato che sarà quest’ultimo ad assumere la guida del Paese.
L’insediamento avverrà il prossimo 10 gennaio, con il giuramento davanti all’Assemblea nazionale del nuovo presidente.
L’elezione di Maduro è stata confermata dal Consiglio elettorale nazionale e dalla Corte Suprema, dopo il voto dello scorso 28 luglio, sebbene dei risultati delle votazioni non sono mai state fornite le prove.
Edmundo González, il candidato dell’opposizione attualmente in Spagna, promette di tornare in patria e di assumere la carica di presidente.
Il maggiore oppositore del regime di Maduro è sostenuto dagli Stati Uniti e da diversi governi americani ed europei.
Ma il suo rientro non sarà semplice.
Proprio Cabello ha dichiarato che se González dovesse tornare in patria, verrebbe immediatamente arrestato.
I metodi di Maduro e dei suoi fedelissimi sono duramente attaccati.
Amnesty International in un dossier parla di “ampie, diffuse e sistematiche di violazioni” dei diritti umani perpetrare dal regime anche ai danni di bambini e adolescenti.
Secondo il rapporto sono quasi 200 i ragazzi e le ragazze arrestati durante le manifestazioni di protesta esplose nel Paese, a seguito delle contestate elezioni presidenziali di luglio, e ancora detenuti.
Si parla di arresti arbitrari, di maltrattamenti e persino di torture.
Condizioni ed esperienze terribili che, secondo Amnesty International, avrebbero portato a gravi disturbi psichici e a tentativi di suicidio.
Brasile
Tasse più elevate per chi guadagna di più in Brasile.
È questa la nuova proposta del governo di Brasilia che vuole introdurre una tassa fino al 10% su redditi e rendite annui tra i 600.000 e un 1 milione di real; pari a cifre tra i 95.000 e i 160.000 euro circa all’anno.
Una tassa quindi che colpisce gli strati più ricchi del Paese, i quali sinora avevano pagato aliquote ben inferiori, tra l’1,75% e il 4,2%.
La proposta mira a compensare l’esenzione dell’Irpef introdotta per i redditi più bassi che porterà a una riduzione delle entrate statali fino a 7,1 miliardi di euro all’anno.
Ma non solo, l’iniziativa fa parte di un più ampio intervento sui conti pubblici brasiliani.
Nulla però è ancora deciso.
La proposta dovrà ora passare al vaglio del parlamento.
Australia
Il Paese dei canguri dice no ai social media per i minorenni.
È una decisione storica che non mancherà di fare discutere.
Il parlamento australiano ha approvato un disegno di legge che vieta l’accesso alle piattaforme social alle persone con meno di 16 anni.
L’obiettivo è tutelarne la salute e la crescita.
I colossi del web – come Facebook, Instagram, TikTok, X, Snapchat e molti altri – saranno obbligati ad adottare severe misure di controllo per evitare l’accesso ai propri sistemi degli utenti più giovani.
Dopo una prima fase sperimentale che prenderà il via nel 2025, il divieto dovrebbe entrare in vigore nel 2026.
Thailandia
La Thailandia è alle prese con inondazioni causate da tre giorni di forti precipitazioni.
Oltre 2.700 persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case, mentre uno studente è rimasto ucciso.
Per aiutare la popolazione in difficoltà sono stati impiegati più di 500 tra soldati e volontari che hanno aiutato anche nelle operazioni di evacuazione.
Le previsioni meteorologiche non sono infatti rassicuranti e l’allerta per piogge intense resta in vigore anche per i prossimi giorni.
Cina
Prove di distensione tra Cina e Stati Uniti. Tutto si gioca a livello diplomatico.
Dopo la liberazione di tre statunitensi “detenuti ingiustamente” in Cina, gli Stati Uniti hanno restituito il favore.
Pechino ha annunciato infatti che tre suoi connazionali “detenuti ingiustamente” negli USA sono stati rilasciati e hanno potuto fare ritorno nel loro Paese.
Turchia
È stato stretto un accordo tra la Turchia di Recep Tayyip Erdogan e l’Oman, del sultano Haitham bin Tariq Al Said.
Con il 2025 prederà il via una nuova fase della cooperazione energetica tra i due Paesi.
Il sultanato fornirà ad Ankara il proprio gas liquefatto.
Un’operazione da 5 miliardi di dollari.
Marocco
In Marocco è stato approvato dalla Banca mondiale il Programma di sostegno alla gestione dei rifiuti domestici e assimilati.
Si tratta di un piano per lo sviluppo del settore dei rifiuti per il quale sono stati stanziati 250 milioni di dollari.
L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle aree urbane che in Marocco ospitano più del 60% dell’intera popolazione del Paese.
L’attuazione del programma ha permesso sinora di migliorare la pulizia delle città e di passare da un tasso di raccolta dei rifiuti urbani del 40% nel 2008 a un tasso del 96% nel 2022.
Il nuovo finanziamento, in particolare, sarà sfruttato per:
- migliorare la gestione delle discariche
- incrementare il recupero dei rifiuti
- chiudere e risanare le discariche abbandonate
- implementare il monitoraggio e la rendicontazione delle emissioni di gas a effetto serra.
India
Oggi apre i battenti, a Mumbai, il Villaggio Italia, l’expo itinerante dedicato alle eccellenze italiane.
L’esposizione segue il tour mondiale della Amerigo Vespucci, la nave scuola della Marina militare italiana.
Quella in India è la 28esima tappa del tour iniziato lo scorso luglio a Genova e promosso dal Ministero della Difesa italiano.
Un giro attorno al mondo che permette ai locali di visitare il veliero e di conoscere una parte del nostro Paese attraverso eventi dedicati alla cultura, all’innovazione, agli investimenti e alla cooperazione in vari settori imprenditoriali.
Un’occasione per intessere rapporti con i Paesi ospiti.
La Vespucci rimarrà in India fino al prossimo 2 dicembre.
Foto in copertina: missione Unifil – Ministero della Difesa.
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