Inchiesta Sky: chirurgo di Gaza torturato e lasciato morire
Scritto da Radio Bullets in data Novembre 20, 2024
Un’inchiesta di Sky News pubblicata il 16 novembre ha rivelato nuovi dettagli sulle torture e l’omicidio da parte di Israele del famoso chirurgo palestinese di Gaza, Adnan al-Bursh, avvenuto nel carcere di Ofer, nella Cisgiordania occupata, lo scorso maggio.
Un compagno di prigionia palestinese a Ofer ha raccontato al canale di notizie britannico che le guardie israeliane hanno torturato selvaggiamente il dottor Bursh e poi lo hanno lasciato morire da solo, nudo dalla vita in giù nel cortile della prigione.
Il prigioniero, che in precedenza conosceva il medico a Gaza, ha fornito i nuovi dettagli in una deposizione agli avvocati di HaMoked, un’organizzazione israeliana per i diritti umani.
La dinamica
“A metà aprile 2024, il dottor Adnan Al-Bursh è arrivato alla Sezione 23 della prigione di Ofer. Le guardie carcerarie hanno portato il dottor Adnan Al-Bursh nella sezione in uno stato deplorevole.
Era stato chiaramente aggredito con ferite su tutto il corpo. Era nudo nella parte inferiore del corpo” afferma il prigioniero nella deposizione.
“Le guardie carcerarie lo hanno gettato in mezzo al cortile e lo hanno lasciato. Il dottor Adnan Al-Bursh non riusciva a stare in piedi. Uno dei prigionieri lo ha aiutato e lo ha accompaganoto in una delle stanze.
Pochi minuti dopo, si sono uditi i detenuti urlare dalla stanza in cui erano entrati, che il dottor Adnan Al-Bursh (era morto)”.
Il dottor Bursh era considerato uno dei chirurghi più qualificati e noti di Gaza.
Quando la guerra di Israele a Gaza è iniziata nell’ottobre dell’anno scorso, il dott. Bursh lavorava all’ospedale Al-Shifa come primario di chirurgia ortopedica.
Lavorava 24 ore su 24, eseguendo interventi chirurgici sui palestinesi feriti dall’incessante campagna di bombardamenti di Israele.
The final moments of Palestinian Doctor Adnan Al-Bursh's life have been revealed through claims made in new testimony by an inmate at the Israeli prison where he died.
Sky’s John Sparks has been speaking to those who saw him in his final days.
➡️ https://t.co/ZWq0jlT7g9 pic.twitter.com/hmIlHCBMDE
— Sky News (@SkyNews) November 14, 2024
Il chirurgo di Gaza
Quando le truppe israeliane hanno assediato Al-Shifa a novembre, il personale è stato costretto a fuggire. Bursh è scappato a piedi all’ospedale indonesiano di Bait Lahia per continuare a prestare assistenza ai pazienti feriti.
Ha documentato le sue esperienze in video, incluso il momento in cui Israele ha bombardato l’ospedale, uccidendo 12 persone.
È stato poi costretto a lasciare anche l’ospedale indonesiano e trasferito all’ospedale Al-Awda, nel nord di Gaza, dove è stato preso dalle forze israeliane.
Dopo che i soldati hanno circondato l’ospedale, “Hanno detto [al dottor Bursh] che se non fossero scesi tutti gli uomini… avrebbero distrutto l’ospedale Awda con tutte le donne e i bambini che ospitava” ha raccontato a Sky News un collega medico dell’Al-Awda, Mohammad Obeid .
Dopo che il dottor Bursh ha lasciato l’ospedale, i soldati israeliani “hanno chiamato il suo nome” e poi lo hanno portato via “brutalmente”, ha affermato Obeid.
Il dottor Bursh è stato poi portato nel famigerato campo di detenzione di Sde Teiman, nel deserto del Negev.
L’inferno di Sde Teiman
La struttura è diventata famosa quest’estate dopo che guardie carcerarie, medici ed ex detenuti hanno rilasciato testimonianze di prigionieri torturati e stuprati al suo interno.
Il dottor Khalid Hamouda, ex detenuto di Sde Teiman, ha dichiarato a Sky News che dei 100 prigionieri nella sezione del campo in cui era detenuto, almeno un quarto erano operatori sanitari.
Il dottor Bursh è stato picchiato selvaggiamente a Sde Teiman. “Pensava di avere le costole rotte” ha detto il dottor Hamouda. “Non era nemmeno in grado di andare in bagno da solo”.
Il medico è stato poi trasferito nella prigione israeliana di Ofer, ma non è mai stato accusato di alcun crimine o terrorismo.
Secondo la Palestinian Prisoners Society, dal 7 ottobre 2023 almeno 43 prigionieri sono morti nelle carceri israeliane.
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