Afghanistan: Mosca riconosce i talebani
Scritto da Radio Bullets in data Luglio 7, 2025
La Russia è diventata il primo paese al mondo a riconoscere formalmente il governo talebano in Afghanistan, insediatosi con la presa del potere nell’agosto 2021. A confermarlo è stato il Ministero degli Esteri russo, annunciando di aver ricevuto le credenziali dell’ambasciatore talebano Gul Hassan Hassan.
Una scelta accompagnata dalla rimozione ufficiale dei talebani dalla lista delle organizzazioni vietate in Russia.
Secondo Mosca, questo riconoscimento aprirà la strada a una “cooperazione bilaterale produttiva”. Per Kabul, è un “passo storico”. Il ministro degli Esteri talebano Amir Khan Muttaqi ha definito la decisione “un buon esempio per altri Paesi”.
Cina: “L’Afghanistan non va escluso”
Anche la Cina ha salutato positivamente la mossa di Mosca. “Abbiamo sempre creduto che l’Afghanistan non debba essere isolato dalla comunità internazionale,” ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, ricordando che le relazioni diplomatiche tra Pechino e Kabul non sono mai state interrotte, nemmeno dopo il ritorno al potere dei talebani.
Riconoscimento sì, fondi no: la freddezza sino-russa
Secondo un ex funzionario talebano citato da CBS News, il sostegno russo e cinese è benvenuto, ma non potrà mai sostituire il flusso di fondi garantito dagli Stati Uniti e dai loro alleati durante i vent’anni di missione internazionale. “Solo gli americani possono fornire un vero sollievo economico, se lo vogliono davvero,” ha detto.
Isolati ma presenti: i talebani sullo scacchiere internazionale
Nonostante il mancato riconoscimento ufficiale da parte della maggior parte dei Paesi, i talebani hanno mantenuto relazioni diplomatiche con diverse nazioni — tra cui Cina, Qatar ed Emirati Arabi Uniti — e partecipato a colloqui di alto livello. Tuttavia, l’assenza di uno status giuridico riconosciuto ha ostacolato l’accesso agli aiuti e agli investimenti internazionali.
Donne invisibili: il vero costo della legittimazione
Uno dei principali ostacoli al riconoscimento globale rimane la repressione dei diritti delle donne e delle ragazze. Dal 2021, le autorità talebane hanno imposto restrizioni durissime: divieto di lavorare in molti settori pubblici, di accedere a parchi, palestre, bagni pubblici, e soprattutto alla scuola oltre il sesto grado.
Putin dà il via libera
Secondo l’ambasciatore russo a Kabul, Dmitry Zhirnov, la decisione di riconoscere formalmente i talebani è stata presa personalmente da Vladimir Putin, su raccomandazione del ministro degli Esteri Sergey Lavrov. La bandiera bianca dell’Emirato Islamico ha già sostituito quella tricolore della repubblica afghana all’ambasciata di Mosca.
“Un regime autoritario che ne riconosce un altro”
Le reazioni critiche non si sono fatte attendere. Mariam Solaimankhail, ex deputata della repubblica afghana, ha scritto: “La Russia legittima un regime che vieta l’educazione alle ragazze, pratica fustigazioni pubbliche e ospita terroristi sanzionati dall’ONU. Gli interessi strategici hanno superato i diritti umani.”
Anche Naseer A. Faiq, rappresentante afghano all’ONU, ha denunciato la mossa come un danno per la popolazione afghana: “È un vantaggio politico per i talebani, ma il costo per la gente sarà enorme”.
Risorse strategiche: il vero obiettivo?
Secondo il politologo Torek Farhadi, Mosca guarda con interesse ai minerali rari afghani, fondamentali per le industrie della difesa e automobilistica. “La Russia ha già le vecchie mappe sovietiche dei giacimenti, ora può investire senza ostacoli,” ha detto.
Solidarietà autoritaria e isolamento globale
Mohammad Halim Fidai, ex governatore provinciale in esilio in Germania, ha definito la scelta russa un “tradimento del consenso internazionale” e “una mossa che isola ancor più sia Mosca sia i talebani sulla scena globale”.
“Questo endorsement,” ha aggiunto, “rivela l’illusione di chi credeva che i talebani si sarebbero moderati. È solo un regime autoritario che ne riconosce un altro”.
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