Ashenda, la festa e il fango
Scritto da Eleonora Viganò in data Ottobre 18, 2018
Il sedici agosto 2010, per noi il 22 di quest’anno, a Mekelle è iniziata Ashenda, la festa ortodossa dell’assunzione che dura tre giorni e che si svolge in diverse città del Tigray e del nord dell’Etiopia. A Mekelle è diventata un festival. Di donne, di colori, di musiche e balli. Le donne scelgono con cura il vestito tradizionale e la pettinatura, che deve restare coperta da un velo fino al giorno di Ashenda. Le donne vergini, le bambine, si riversano per strada con le amiche, creando capannelli intorno agli uomini: ballano, cantano e chiedono una mancia. Lo fanno solo con gli uomini o con le turiste. Ashenda ti avvolge anche se tu non lo credi possibile. Ashenda è la chiesa al mattino, con la preghiera e la danza scandita da tamburi, Ashenda è il festival allo stadio nel pomeriggio, con la musica dal vivo, le urla, la pioggia. Ashenda sono i locali e la birra Habesha nelle uniche tre sere in cui possono uscire da sole, soprattutto le più giovani, senza fidanzati.
Ashenda è un tumulto continuo nelle vie. È fregarsene della pioggia e del fango che le sporca: perché è Ashenda e l’abbiamo aspettata tanto.
A cura di Eleonora Viganò per Radio Bullets. Musiche di David Hilowitz su licenza CC BY-NC 4.0 . Foto di Eleonora Viganò.