La notte dei droni: attacco alla Global Sumud Flotilla

Scritto da in data Settembre 24, 2025

Stanotte, nel buio del Mediterraneo, la nostra traversata è stata interrotta dal ronzio dei droni.

Nel pozzetto il primo capitano e due dei nostri compagni che gli tenevano – compagnia come facciamo ogni notte da cinque sere – hanno dato l’allarme.

Io riposavo con gli altri e le altre, perché il mio turno di guardia sarebbe cominciato alle quattro.

Sento la voce e la mano del secondo capitano che mi sfiora e mi dice: “Attacco droni’.

Non ho sentito nulla.

Mi alzo, fuori siamo tutti e otto.

Tutti vestiti perché così dormiamo – vestiti – da quando due giorni fa abbiamo avuto le prime avvisaglie di droni.

Indossiamo i giubbotti di salvataggio arancioni.

Mi raccontano che c’era stata un’interferenza alla radio con cui comunicano i capitani, musica forte.

E poi li hanno visti.

Occhi invisibili che ci hanno inseguito tra le onde.

Quindi il lampo improvviso: granate stordenti lanciate contro le barche della Global Sumud Flotilla, la flotta civile con la quale portiamo aiuti e cerchiamo di rompere pacificamente l’assedio a Gaza.

Pacificamente noi, con violenza loro.

In acque internazionali, vicino a Creta

Ancora una volta il diritto internazionale violato, da chi decide che portare aiuti è cattivo e attaccare barche con bandiera italiana, polacca, inglese – le barche colpite – è invece accettabile.

Tre granate contro di noi: uno danneggia la nostra vela principale.

Altre tre barche subiranno danni.

Non ci sono state persone ferite, ma la tensione è salita come la marea.

Il silenzio della notte è stato spezzato da scoppi sordi, da fumo nell’aria.

Ci aspettavamo un attacco pensato per intimidire, certo, per farci sentire vulnerabili, soli.

Ma più in là, più verso Gaza. dopo Cipro.

E invece.

Sulla Morgana veniamo colpiti tre volte.

Gli audio degli attacchi nel notiziario del 24 settembre 2025

Uno di noi, dall’occhio di falco, controlla il cielo e mormora: “Arriva, arriva”.

E noi ci tappiamo le orecchie seduti tranquillamente, più arrabbiati che spaventato, coi giubbotti che ci stringono il collo.

Bum. Bum. Bum. Una dozzina di esplosioni.

Criminalizzare la solidarietà

Dall’altra parte, Israele continua a ripetere la sua versione: la Flotilla sarebbe “organizzata da Hamas” e “destinata a servire Hamas”.

È la stessa retorica che tenta di criminalizzare la solidarietà, di trasformare barche a vela in armi, di riscrivere la realtà per giustificare un assedio che dura da diciotto anni.

Ma noi sappiamo che il nostro carico non è fatto di missili: sono 15 tonnellate di aiuti umanitari e un messaggio politico di pace, di resistenza nonviolenta.

La risposta del governo italiano?

Debole. Quasi non fosse accaduto qualcosa di grave.

Abbiamo chiesto aiuto alla guardia costiera greca.

Nessuno è venuto in soccorso.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha chiesto all’ambasciata a Tel Aviv di assumere informazioni e di rinnovare la richiesta già fatta al governo di Gerusalemme di garantire la assoluta tutela del personale imbarcato.

Ma come verrà garantito?

Dando un buffetto a Netanyahu?

Ieri notte è stata colpita l’Italia e anche l’Europa.

Con arroganza e sfacciataggine.

Il mare non tace

Questa notte il mare non ha dormito.

Ha visto le luci artificiali tagliare il cielo e le nostre vele tremare, ha visto l’ingiustizia trasformarsi in attacco.

Eppure andiamo avanti.

Perché l’idea di libertà non si stordisce con una granata, non si abbatte con un drone.

Siamo ancora qui, sulla Morgana, a raccontare.

Perché se la loro forza è nel silenzio che vogliono imporre, la nostra è nel romperlo.

Per seguire il viaggio della Global Sumud Flotilla verso Gaza ecco la mappa.

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