GSF: gravi abusi sugli attivisti
Scritto da Stefania Cingia in data Ottobre 5, 2025
L’organizzazione legale Adalah denuncia gravi abusi subiti dai partecipanti della Global Sumud Flotilla, intercettata illegalmente dalle forze israeliane il 1° e 2 ottobre. Secondo le testimonianze raccolte dagli avvocati dell’organizzazione, i circa 80 attivisti detenuti nel carcere di Ktzi’ot sarebbero stati sottoposti a condizioni che violano apertamente il diritto internazionale.
I detenuti, riferisce Adalah, sono stati privati di cure mediche essenziali e di farmaci salvavita, compresi quelli per ipertensione, cardiopatie e patologie oncologiche. Il cibo e l’acqua forniti sono risultati insufficienti, in alcuni casi inesistenti. Le celle risultano sovraffollate e alcuni partecipanti sono stati costretti a dormire sul pavimento in condizioni igienico-sanitarie precarie.
Le testimonianze degli attivisti
Diverse testimonianze parlano di interrogatori condotti da personale non identificato, maltrattamenti e violenze da parte delle guardie carcerarie. Un partecipante ha riportato ferite alle mani, altri sarebbero stati bendati e ammanettati per ore. Una donna ha denunciato di essere stata obbligata a togliere il velo, ricevendo in cambio solo una camicia; altri hanno subito restrizioni nella possibilità di pregare. Queste violazioni seguono gli abusi già subiti durante l’intercettazione in mare, definita illegale da Adalah.
Secondo l’organizzazione, le autorità israeliane hanno inoltre imposto gravi limitazioni all’accesso alla difesa legale e impedito ai detenuti ogni contatto telefonico con i familiari. Al momento 87 partecipanti rimangono in carcere senza aver potuto incontrare un avvocato di Adalah. Non ci sono ancora conferme su eventuali deportazioni.
Le affermazioni del ministro israeliano
Il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, ha pubblicamente elogiato l’operato del Servizio carcerario israeliano (IPS), affermando di essere “orgoglioso” delle condizioni imposte ai partecipanti della Flotilla. In una dichiarazione, Ben-Gvir ha definito gli attivisti “sostenitori del terrorismo”, dichiarando che meritano di essere trattati come tali: “Se qualcuno pensava di ricevere tappeti rossi e fanfare, si sbagliava. È giusto che provino le condizioni del carcere di Ktzi’ot e ci pensino due volte prima di avvicinarsi di nuovo a Israele.”
La replica di Adalah
La replica di Adalah è netta: “Queste affermazioni rappresentano un chiaro sostegno politico a maltrattamenti e intimidazioni come prassi di Stato. Israele sta applicando agli attivisti della Flotilla gli stessi metodi sistematici di abuso e tortura riservati ai palestinesi in custodia. Fin dall’inizio l’intera operazione è stata illegale: dall’intercettazione delle navi in acque internazionali per impedire la consegna di aiuti umanitari a Gaza, alla loro qualificazione come ‘ingresso illegale’ in Israele, fino alla detenzione in condizioni degradanti. Il sostegno esplicito del ministro conferma la natura deliberata e repressiva di queste pratiche nei confronti di attivisti pacifici e difensori dei diritti umani.”
Potrebbe interessarti anche:
GSF: atterrati in Italia i 26 italiani rilasciati da Israele
- GSF, rientro di 26 connazionali
- GSF: No, questa non è una crociera
- GSF: Fermi, ma non immobili
- Gaza, GSF: “Corridoi umanitari via terra”
- Israele, terminata visita consolare a fermati Flotilla
- GSF: le prime reazioni al rientro a casa e i prossimi piani
- Gaza: riaprono i valichi per l’ingresso degli aiuti tra raid e violazioni dell’accordo
- GSF: la Procura di Roma indaga su attacchi, arresti e abusi
- Gaza: spinta per votare il piano di ricostruzione mentre i palestinesi affrontano il maltempo
E se credi in un giornalismo indipendente, serio e che racconta il mondo recandosi sul posto, puoi darci una mano cliccando su Sostienici

